A Fumone, storico punto di avvistamento, il più alto giardino pensile d’Europa
La collina su cui sorge l’antico castello è alta 800 metri, posizione di straordinaria importanza strategica, almeno così è stato in epoca romana: dalla collina si possono vedere le città fondate nel VI sec a.c. dagli Ernici, co-me Anagni, Veroli, o Frosinone, quindi era possibile controllare i territori dei Volsci, nemici atavici dei romani e prevenire ogni tentativo d’invasione.
Fumone, dominando la valle del Sacco e la via Latina, con le segnalazioni di fumo, poteva anticipare le invasioni a sorpresa di nemici che puntavano su Roma, salvandola più volte.
Basta pensare a Pirro e al suo esercito che per qualche tempo stazionarono nei dintorni di Sora, ben visibile da Fumone, per attaccare i romani nei pressi del fiume Liri, ignorando che le legioni erano già state allertate.
Anche durante la guerra punica contro Annibale, appostato presso Capua, fu risolutivo l’avamposto di Fumone per avvertire la città eterna dalle mosse dei cartaginesi. Quando Anni-bale decise di puntare su Roma, con l’intento di metterla alle corde e costringerla a cessare l’assedio che da mesi stringevano su Capua, i capitolini non abboccarono conoscendo le mosse in anticipo. Anticamente si diceva: “Si Fumo fumat, tota Campania tremat”: se Fumone fuma, tutta la Campagna trema!
Altri personaggi storici molto importanti intrecciarono i loro destini con questi luoghi e soprattutto con il castello.
Il 4 aprile 1292 con la morte di Papa Nicolò IV, il Conclave non riusciva a trovare un successore di Pietro e ondeggiava nell’incertezza tra i nomi eccellenti dei cardinali delle famiglie allora più in vista a Roma: i Colonna e gli Orsini. Dopo ben due anni fu eletto pontefice a Perugia Pietro da Morrone, eremita che prese il nome di Celestino V e incoronato il 29 agosto 1294 a L’Aquila.
L’intento era trovare un Papa puro e semplice per riformare la Chiesa e ridonarle la cristallinità evangelica. Tuttavia lo spirito puro del Papa eremita poco si conciliava con la Curia corrotta.
Fragile e timido, il pontefice strappato a una vita da eremita, meditò a lungo di rinunciare al pontificato e infine, dopo aver consultato teologi e giuristi, indisse un Concistoro durante il quale lesse l’atto di rinuncia al soglio di Pietro.
Il 24 dicembre fu eletto Papa Bonifacio VIII e cominciò un calvario per Pietro da Morrone che iniziò a fuggire inseguito dalle guardie del Papa, che fece confinare il povero anziano e spaventato eremita sotto scorta di sei cavalieri e trenta uomini d’arme, nella Rocca di Fumone. Proprio qui il 19 maggio 1296 il Santo Papa veniva a mancare dopo dieci mesi di prigionia durissima. La sua cella è ancora venerata da migliaia di devoti.
È un luogo angusto che lo costringeva a poggiare il capo per dormire nel luogo stesso ove poggiava i piedi quando celebrava la messa. Il pontefice fu tuttavia accudito da personalità di rilievo. Tra questi Riccardo di Bellegra che serviva il prigioniero nella celebrazione degli atti divini, Nicolò Verticello, canonico di Napoli, e due Cavalieri che lo tennero in custodia: Gre-gorio e Landolfo di Rinaldo di Selva Molle, entrambi Cavalieri di Ferentino e Signori di un Castello presso Frosinone, detto ora “Selva dei Muli”. La rocca è oggi custodita dai Marchesi Longhi de Polis.
Proprio il marchese Longhi, restaurò il castello realizzando una dimora di gusto e raffinatezza, ma anche ben protetta. Gli eredi completarono l’opera con uno straordinario giardino pensile che vale la pena di visitare: è il più alto d’Europa, concepito secondo i criteri del sistema ba-bilonese con i suoi 800 metri sul livello del mare e una vista a 360° che domina oltre 40 siti tra città e castelli.
Il giardino risale al 1600 e poggia sulle volte dei camminamenti di guardia e su ogni spazio tra le torri interne e tra i fossati e le mura di cinta.