At work, making charcoal (Photo: Murat Topay/Dreamstime)

Borgo Pace, the hamlet of peace: this is what the name of this tiny village of just above 500 means if translated literally. And peaceful it must be, as immersed as it is in the green tranquility typical of the low Apennines, in the Marche province of Pesaro-Urbino, but not far from Tuscany. 

However, Borgo Pace isn’t only known for the idyllic images inspired by its name but also for its connection with an ancient craft, almost entirely extinct in the rest of the country: “charcoal making.”

Generally, when we think of “coal,” our thoughts travel to late 19th-early 20th century bleak images of overworked miners somewhere in the coal regions of Belgium, England, or Pennsylvania. Charcoal, however, is obviously not the same. Charcoal is not extracted, but produced from wood. Indeed, in Italian is also known as carbone vegetale, to differentiate it from regular carbone, or coal. Charcoal is largely made industrially today, but here in Borgo Pace, it’s a different story: local carbonaialso known as uomini in nero — or men in black: no sign of conspiracy theories, though! — produce it by hand, using only the best, most aromatic woods. Carbonai are the last representatives of an ancient craft that was typical of the Massa Trabaria, the area on the Central Apennines nestled between Tuscany and the Marche. Once upon a time, they were many and their commerce was thriving, but the growth in popularity — and the cheapness — of industrial charcoal reduced so much the need for their product that only a handful of them remains today. 

The process to make charcoal by hand is long and slow, because it follows the rhythms of nature and a technique developed through centuries of tradition and history: only the best wood, from trees growing on the local mountains, is used for it, which guarantees an odorless product, an important characteristic because handmade charcoal is used a lot for cooking. Industrial charcoal, on the other hand, can be made of low-grade wood, reason for which it is cheaper but also of lesser quality.

The craft of charcoal making has been passed on from one generation to the other in Borgo Pace and its technique has remained unchanged: no modern technology is used during the process, only the carbonai’s experience, precious woods, and time. As it has been happening for plenty of traditional crafts, which we poetically call antichi mestieri here in Italy, a good number of younger people became interested in it and are learning from their fathers and grandfathers. Yet, don’t be fooled: charcoal making is still an endangered craft to protect. 

But how do carbonai make charcoal? The first step, which takes place in the Fall and Winter, is finding and collecting the raw material, wood, usually along the slopes of the Alpe della Luna, the mountain of the Moon. By the way, was a poet responsible for the local toponymy because I don’t think I have ever come across such beautiful place names. Then, during the Summer, they create large pyramid-shaped structures with it, with a central pole acting as a chimney of sorts. These structures are known as cotta, they can reach 2 1/2 meters in height (more than 8 feet) and can contain hundreds of pounds of wood. Embers are then placed inside the cotta, which is finally covered with soil and hay so that the wood inside is protected and the heat doesn’t disperse. Through a process of slow, calibrated combustion, which is fully controlled and regulated by the carbonaio, the wood of the cotta, in about 15 days, becomes precious handmade charcoal. 

The ancient tradition of charcoal making is still alive in Borgo Pace (Photo: Tenedos/Dreamstime)

Carbonaineed to be careful: they have to make sure the embers remain hot but also avoid the wood catching fire. When the process it’s over, the charcoal is gathered with a rake and collected. This is a high-quality charcoal, characterized by a high heating power, and that — we said — has no odor, which is a great characteristic when you use it to cook. 

If you are interested in the world of charcoal making and its carbonai, you can visit Il Museo del Carbonaio, located inside an ancient tannery no longer in use in Le Conce, near Borgo Pace’s historical center. The whole area is quite interesting from a historical point of view. Very important is the nearby Abbazia di San Michele Archangelo, an abbey dedicated to Saint Michael Archangel in Lameli di Borgo Pace, and first attested in documents in 1218. Placed not far from the Bocca Trabaria, where the Tiber Valley meets that of the river Metauro, and close enough to the Adriatic Sea, the abbey enjoyed prosperity and independence for centuries thanks to its favorable location. We know, however, that it had been abandoned by 1442. Today, only part of the original buildings are still standing, including the large Romanic-style church, likely built before the year 1000. However, even here, the only original part is its apse, which shows the traditional Romanic style of those decades. The abbey is home to another interesting museum, the Museo dei Colori Naturali, dedicated to the making and use of natural pigments and colors in the arts. 

Borgo Pace, il borgo della pace: è questo il significato del nome di questo piccolo borgo di poco più di 500 abitanti, se tradotto letteralmente. E tranquillo deve essere, immerso com’è nella verde tranquillità tipica del basso Appennino, nella provincia marchigiana di Pesaro-Urbino, ma non lontano dalla Toscana. 

Tuttavia, Borgo Pace non è noto solo per le immagini idilliache ispirate dal suo nome, ma anche per il suo legame con un antico mestiere, quasi del tutto estinto nel resto del Paese: la “produzione di carbone“.

In genere, quando pensiamo al “carbone”, ci vengono in mente le immagini tetre del tardo 19°-inizio 20° secolo di minatori sovraccarichi di lavoro nelle regioni carbonifere del Belgio, dell’Inghilterra o della Pennsylvania. Il carbone, tuttavia, non è ovviamente la stessa cosa. Il carbone non viene estratto, ma prodotto dal legno. Infatti, in italiano è conosciuto anche come carbone vegetale, per differenziarlo dal carbone normale. Oggi il carbone è in gran parte prodotto a livello industriale, ma qui a Borgo Pace è tutta un’altra storia: i carbonai locali, detti anche uomini in nero: niente teorie complottiste, però! – lo producono a mano, utilizzando solo i legni migliori e più aromatici. I carbonai sono gli ultimi rappresentanti di un antico mestiere che era tipico della Massa Trabaria, la zona dell’Appennino centrale incastonata tra la Toscana e le Marche. Un tempo erano numerosi e il loro commercio era fiorente, ma la crescita di popolarità – e l’economicità – del carbone industriale ha ridotto a tal punto la necessità del loro prodotto che oggi ne rimangono solo una manciata.

Il processo di produzione del carbone di legna a mano è lungo e lento, perché segue i ritmi della natura e una tecnica sviluppata in secoli di tradizione e storia: si utilizza solo il legno migliore, proveniente dagli alberi che crescono sulle montagne locali, che garantisce un prodotto inodore, una caratteristica importante perché il carbone di legna fatto a mano è molto usato per cucinare. Il carbone industriale, invece, può essere prodotto con legno di bassa qualità, motivo per cui è più economico ma anche di qualità inferiore.

A Borgo Pace il mestiere del carbonaio è stato tramandato di generazione in generazione e la sua tecnica è rimasta invariata: durante il processo non vengono utilizzate tecnologie moderne, ma solo l’esperienza dei carbonai, i legni pregiati e il tempo. Come è accaduto per molti mestieri tradizionali, che qui in Italia chiamiamo poeticamente antichi mestieri, un buon numero di giovani si è interessato e sta imparando dai propri padri e nonni. Ma non fatevi ingannare: la carboneria è ancora un mestiere in via di estinzione e da tutelare.

Ma come fanno i carbonai a fare il carbone? La prima fase, che si svolge in autunno e in inverno, è la ricerca e la raccolta della materia prima, il legno, di solito lungo le pendici dell’Alpe della Luna. A proposito, la toponomastica locale è stata affidata a un poeta, perché non credo di essermi mai imbattuta in nomi di luoghi così belli. Poi, durante l’estate, creano con essa grandi strutture a forma di piramide, con un palo centrale che funge da camino. Queste strutture sono note come cotte, possono raggiungere i 2 metri e mezzo di altezza (più di 8 piedi) e possono contenere centinaia di libbre di legna. Le braci vengono poi poste all’interno della cotta, che viene infine ricoperta di terra e fieno in modo che la legna all’interno sia protetta e il calore non si disperda. Attraverso un processo di combustione lenta e calibrata, completamente controllata e regolata dal carbonaio, il legno della cotta, in circa 15 giorni, diventa prezioso carbone artigianale. 

I carbonai devono stare attenti: devono assicurarsi che le braci rimangano calde ma anche evitare che la legna prenda fuoco. Quando il processo è terminato, la carbonella viene raccolta con un rastrello e ritirata. Si tratta di una carbonella di alta qualità, caratterizzata da un elevato potere calorifico e che – abbiamo detto – non ha odore, il che è un’ottima caratteristica quando la si usa per cucinare.

Se siete interessati al mondo del carbone e dei suoi carbonai, potete visitare Il Museo del Carbonaio, situato all’interno di un’antica conceria non più in uso in località Le Conce, vicino al centro storico di Borgo Pace. L’intera area è piuttosto interessante dal punto di vista storico. Molto importante è la vicina Abbazia di San Michele Arcangelo, un’abbazia dedicata a San Michele Arcangelo in Lameli di Borgo Pace, attestata per la prima volta in documenti del 1218. Situata non lontano dalla Bocca Trabaria, dove la valle del Tevere incontra quella del fiume Metauro, e abbastanza vicina al mare Adriatico, l’abbazia godette per secoli di prosperità e indipendenza grazie alla sua posizione favorevole. Sappiamo però che nel 1442 era stata abbandonata. Oggi, solo una parte degli edifici originali è ancora in piedi, compresa la grande chiesa in stile romanico, probabilmente costruita prima dell’anno 1000. Tuttavia, anche qui, l’unica parte originale è l’abside, che mostra il tradizionale stile romanico di quei decenni. L’abbazia è sede di un altro interessante museo, il Museo dei Colori Naturali, dedicato alla produzione e impiego dei pigmenti naturali e dei colori nelle arti.

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