We all know that Italy has the largest number of UNESCO World Heritage sites in the world. From North to South, il Belpaese provided some of its most famous buildings, locations and traditions to the famous list, from the Tower of Pisa to the city center of Palermo, from Neapolitan pizza to the Dolomites.
The famously iconic portici of Bologna are Italy’s new UNESCO World Heritage Site. It isn’t the first time that Bologna’s porticoes have been considered for a candidature, as a first attempt was made, unsuccessfully, in 2006. This time the dream became true. And not only for Bologna, but for an architectural feature which is charming, beautiful and unique, and typical of many cities and towns of Italy. Turin, first capital of Italy and beloved city of the Savoias is known for the elegance of hers, created – the Piedmontese usually say – to protect people from the weather during the colder months of the year. True or not, porticoes are ubiquitous in Piedmont, so there may be some truth to the old local saying.
But what are, exactly, porticoes – or portici, as we say in Italian? They are covered pathways supported by columns, lined usually with stores, restaurants and cafés: above them, beautiful palaces with offices and apartments. Yes, because portici tend to be a city center affair and, while they remain a common architectural feature also in more modern areas of cities, they are largely associated with the centri storici.
Indeed, the portici of Bologna date back to the 11th century and they were “intended to be used as a public way of passage, even though the property is private,” Elena Bonesi, art historian, recently explained to Hannah Brown of AP. It isn’t only a matter of how old these portici are, however, it’s also their extension that makes them special, as there are “about 38 to 40 km (23.5 to 25 miles), and more than 50 (31 miles) if you count those outside the city doors, “ Bonesi continues.
But how did portici came to be, why were they first built?
To find out, we need to step back in time, as we said, to the Middle Ages, to when the University of Bologna, the most ancient university in Europe, was founded. It was the mid to late 11th century, and the new academic institution attracted immediately a great number of students from all over the continent; this meant there was a sudden need for accommodation, much as it happens still today in many university towns around the world. Ingeniously enough, Bolognese property owners began extending the top floors of their buildings towards the street, creating a sort of wooden, covered balcony on their façade, called sporto. Soon, they became so large they needed to be supported by columns sturdily planted at ground level. Two centuries later, in 1288, sporti were so common that the city council decided to make their construction compulsory for all new buildings in the city: wood was no longer good enough, though, brick and mortar was the way to go now. Building owners were responsible for keeping the area of the portici in front of their home clean and tidy, but everyone was allowed to walk there. And so, the portici quickly became a hub for commerce, with stores and craftsmen’s ateliers finding space under their archways.
While wooden portici were largely replaced with masonry ones between the 14th and 15th century, some examples of this type of architecture – eight in total — still remains around the city: the most famous are the portici of Casa Isolani in Strada Maggiore, and those of the Case Reggiani-Seracchioli, just under Bologna’s famous torri.
Want some more details?
Well, the widest portici in the city are those of the Chiesa di Santa Maria dei Servi, where the famous Santa Lucia Christmas Market takes place every year; in Piazza Maggiore, you’ll find those of the Palazzo Arcivescovile, the highest at 10 meters (33 ft). The narrowest portici are in Via Senzanome: they are only 95 cm (3.2 ft) wide! The longest ones are those of Via Saragozza, that lead to the Santuario della Madonna di San Luca: they measure a total of 4 km (2.5 miles) and they are supported by 664 arches.
In Bologna, just like in all the other cities where they exists, portici are the soul of the town: that’s where people meet and go shopping, that’s where they get their aperitivo, or take a stroll with friends on Saturday afternoons. However, there isn’t a place where portici are as distinctive and historically relevant as they are in Bologna, and this is alone reason enough to make them part of the UNESCO World Heritage List.
Sappiamo tutti che l’Italia ha il maggior numero al mondo di siti patrimonio dell’umanità dell’UNESCO. Da nord a sud, il Belpaese ha fornito alcuni dei suoi più famosi edifici, luoghi e tradizioni alla famosa lista: dalla Torre di Pisa al centro di Palermo, dalla pizza napoletana alle Dolomiti.
I famosi portici di Bologna sono diventati parte del famoso patrimonio internazionale. Non è la prima volta che i portici di Bologna vengono presi in considerazione, visto che un primo tentativo fu fatto, senza successo, nel 2006. Questa volta però, il sogno è diventato realtà. E non solo per Bologna, ma per una caratteristica architettonica affascinante, bella e unica, tipica di molte città e paesi d’Italia. Torino, prima capitale d’Italia e città amata dai Savoia, è nota per l’eleganza dei suoi portici, creati – dicono i piemontesi – per proteggere le persone dalle intemperie durante i mesi più freddi dell’anno. Vero o no, i portici sono onnipresenti in Piemonte, quindi potrebbe esserci un po’ di verità nel vecchio detto locale.
Ma cosa sono esattamente i portici? Sono percorsi coperti sostenuti da colonne, fiancheggiati di solito da negozi, ristoranti e caffè: sopra di essi, bei palazzi con uffici e appartamenti. Sì, perché i portici tendono ad essere un affare da centro città e, mentre rimangono una caratteristica architettonica comune anche in aree più moderne delle città, sono in gran parte associati ai centri storici.
Infatti, i portici di Bologna risalgono all’XI secolo ed erano “destinati ad essere usati come una via di passaggio pubblica, anche se la proprietà è privata”, ha spiegato recentemente Elena Bonesi, storica dell’arte, ad Hannah Brown di AP. Non è solo una questione di quanto siano vecchi questi portici, è anche la loro estensione che li rende speciali, poiché ci sono “circa 38-40 km (23,5-25 miglia), e più di 50 km (31 miglia) se si contano quelli fuori dalle porte della città”, continua Bonesi.
Ma come sono nati i portici e perché sono stati costruiti?
Per scoprirlo dobbiamo fare un salto indietro nel tempo, come dicevamo, al Medioevo, a quando fu fondata l’Università di Bologna, la più antica d’Europa. Era la metà o la fine dell’XI secolo, e la nuova istituzione accademica attrasse subito un gran numero di studenti da tutto il continente; questo significava che c’era un bisogno improvviso di alloggi, un po’ come succede ancora oggi in molte città universitarie del mondo. Ingegnosamente, i proprietari bolognesi cominciarono ad estendere gli ultimi piani dei loro edifici verso la strada, creando una sorta di balcone coperto in legno sulla facciata, chiamato sporto. Ben presto, essi divennero così grandi da dover essere sostenuti da colonne robustamente piantate a livello del suolo. Due secoli dopo, nel 1288, gli sporti erano così comuni che il consiglio comunale decise di renderne obbligatoria la costruzione per tutti i nuovi edifici della città: il legno non era più sufficiente però, bisognava preferire mattoni e malta. I proprietari degli edifici erano responsabili di mantenere pulita e ordinata l’area dei portici di fronte alla loro casa, ma a tutti era permesso camminarci. E così, i portici divennero rapidamente un centro per il commercio, con negozi e botteghe di artigiani che trovavano spazio sotto i portici.
Mentre i portici in legno furono in gran parte sostituiti da quelli in muratura tra il XIV e il XV secolo, alcuni esempi di questo tipo di architettura – otto in totale – rimangono ancora in giro per la città: i più famosi sono i portici di Casa Isolani in Strada Maggiore, e quelli delle Case Reggiani-Seracchioli, proprio sotto le famose torri di Bologna.
Volete qualche dettaglio in più?
Beh, i portici più larghi della città sono quelli della Chiesa di Santa Maria dei Servi, dove ogni anno si svolge il famoso Mercatino di Natale di Santa Lucia; in Piazza Maggiore si trovano quelli di Palazzo Arcivescovile, i più alti con i loro 10 metri. I portici più stretti sono quelli di via Senzanome: sono larghi solo 95 cm! I più lunghi sono quelli di Via Saragozza, che portano al Santuario della Madonna di San Luca: misurano in totale 4 km e sono sostenuti da 664 archi.
A Bologna, come in tutte le altre città che li hanno, i portici sono l’anima della città: è lì che la gente si incontra e fa shopping, è lì che prende l’aperitivo, o passeggia con gli amici il sabato pomeriggio. Tuttavia, non c’è un posto in cui i portici siano così caratteristici e storicamente rilevanti come a Bologna, e questo è, da solo, motivo sufficiente per diventare patrimonio dell’umanità.
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