A Bologna, in occasione della Giornata Mondiale della Terra, a Palazzo Aldrovandi Montanari va in scena “La prima Cosa bella” che l’artista Gianluca Chiodi dedica alla Madre Terra. La mostra anticipa il più ampio Progetto espositivo Hearth, articolato in cinque “stazioni visive”, che sono il frutto della lunga ricerca dell’artista sul rapporto che lega l’uomo al Pianeta, e che vuole porsi come momento di riflessione e presa di coscienza delle responsabilità di ogni essere umano nei confronti dell’ambiente in cui vive e delle future generazioni.
“La prima Cosa bella” è la presentazione di due Stazioni del Progetto: Orbite e Nel nome della Madre
Orbite è costituita da una serie di fotografie che mostrano l’essere umano nella sua essenziale nudità, che, nello spazio attorno alla Terra, gravita, precipita o ne è semplicemente attratto, come a (ri)affermare che il Pianeta è il perno essenziale della vita umana: da esso prendiamo luce, peso, vita. Il resto è spazio immenso nel quale se spegnessimo “quella luce”, non sapremmo più che fare. Una riflessione, quindi, su come la vita, affrontata con energia, determinazione, rabbia, gioia, o anche paura e rassegnazione, è pur sempre sostenuta dalla gravità del pianeta Terra, dal suo essere un insieme di elementi inscindibili e legati l’uno all’altro.
Nel Nome della Madre è un emozionante video attraverso il quale l’artista, in un dialogo personale con il pianeta Terra e la sua coscienza riflette sulle responsabilità che sente in prima persona in quanto “essere umano”.
Gianluca Chiodi, classe 1966 è cresciuto tra Milano e Reggio Emilia. La passione per la fotografia e l’abile utilizzo della luce lo portano presto a lavorare per il mondo pubblicitario, senza però trascurare la costante ricerca di nuovi “punti di vista”, originali ed introspettivi (Myopìa). Dal 2003, Chiodi si dedica completamente all’Arte, esprimendosi sempre con la fotografia ma contaminandola con altre tecniche, anche pittoriche, per approdare progressivamente all’installazione. Attraverso il proprio lavoro, Chiodi ha affrontato ed interpretato temi molto personali ed intimi quali il corpo umano (Anticorpo), l’identità (I am), l’essere e l’avere (Piccoli Mondi), la religione (Santi, peccati e peccatori), i vizi capitali (Passi e contrappassi), la maternità (Matrioske) ed il sesso (Hot Skin). Recentemente Chiodi ha lasciato Milano trasferendosi in un bosco nella splendida cornice del lago di Como. L’immersione quasi totale nella natura gli ha permesso di affinare la propria sensibilità verso problematiche riguardanti la salvaguardia e la tutela del pianeta Terra. I suoi lavori fotografici più recenti, Orbite e Risvegli, 100% Biodegradabile, sono tesi a sensibilizzare e far riflettere sulle nostre dirette responsabilità sulle condizioni di sopravvivenza della specie sul Pianeta.