La bellezza non va dimenticata. E non importa se l’italia è oggi una nazione impegnata soprattutto a far fronte alla grave crisi economica, politica e sociale in cui versa ormai da anni. Osservare, custodire e valorizzare le meraviglie di un Paese è prerogativa di chi quel Paese lo ama, e vorrebbe vederlo sempre al meglio.
 
Questa volta, a ricordare quanto l’Italia non sia soltanto disoccupazione e debito pubblico, è un giornalista olandese di cinquant’anni: Maarten van Aalderen. È il presidente dell’Associazione della Stampa Estera in Italia e ha pubblicato un libro dall’eloquente titolo “Il Bello dell’Italia”, nel quale, facendosi aiutare da venticinque colleghi, ha ricordato agli italiani che devono essere orgogliosi della propria appartenenza.
 
“Il Bello dell’Italia” (Albeggi Edizioni) è più di un libro. Ogni pagina è un’istantanea del Paese, e la soggettività di chi è chiamato a descriverlo sembra incrociarsi inevitabilmente con un dato oggettivo che mette d’accordo tutti: nonostante i difetti (che ci sono e che nel libro vengono ampiamente citati), l’Italia è padrona di una bellezza inconfondibile e unica al mondo. Tant’è vero che, al termine dell’introduzione, l’autore chiosa: “Sono convinto che chi non vede nulla di buono nell’Italia deve cambiare occhiali, oppure Paese”.
 
Per la stesura del libro, Maarten van Aalderen si è fatto aiutare da alcuni colleghi, non italiani, che hanno dato il loro contributo esprimendo pensieri, riesumando ricordi nostalgici, raccontando esperienze. Uno dei commenti più significativi è del giornalista tedesco Udo Gumpel, il quale riflette positivamente  sulla straordinaria capacità degli italiani di risollevarsi con creatività e fantasia dalle situazioni più disastrose.
 
Mi fanno pensare al Barone di Münchhausen e alle sue innumerevoli incredibili avventure. Come quando riuscì a liberarsi dalle sabbie mobili tirandosi fuori da solo per i capelli. Ovviamente dal punto di vista fisico non è possibile, ma il Barone riuscì comunque a convincere tutti che aveva fatto proprio così”. L’aspetto su cui si concentra il giornalista tedesco Gum̈pel è l’innata capacità degli italiani di tirarsi fuori dai guai e adattarsi alle situazioni più impossibili.
 
Difatti Gumpel continua: “L’Italia ha perso pesantemente la Seconda Guerra Mondiale, ma gli italiani hanno convinto il mondo di aver vinto e il mondo ci ha creduto. È una grande qualità quella di convincere tutti che hai vinto, mentre non è così”. Questa caratteristica permetterebbe all’Italia, secondo il corrispondente tedesco, di essere la patria della moda e del cibo di qualità, perché piccole imprese, grazie alla loro fantasia e creatività sono riuscite a fare cose straordinarie.
 
A sottolineare l’importanza del tema culinario è la giornalista americana Monica Larner che cita il vino italiano come primato assoluto nel mondo, con le 3mila diverse qualità di uva sul territorio italiano, che lo rendono unico e prezioso.
L’incapacità degli italiani di giudicare oggettivamente il proprio Paese è un altro tratto distintivo del Bel Paese. 
 
L’israeliana Sivan Kotler, ad esempio, ci ricorda che, sebbene molto criticata, l’istruzione italiana sta migliorando molto. Oltre il 90 per cento dei bambini di tre anni sono iscritti alla scuola d’infanzia, su una media del 70 per cento delle altre nazioni. E inoltre il numero di persone che studia l’italiano, ricorda il corrispondende iraniano Hamid Masoumi Nejad, cresce notevolmente: ogni anno più di mille studenti iraniani vengono nel Belpaese per studiare l’italiano.
 
Si potrebbe andare avanti a lungo con i commenti, tutti positivi, espressi nel libro di Maarten van Aalderen, ma il concetto è chiaro e definito. Il ritratto fatto dai giornalisti stranieri interpellati vede un Paese pieno di risorse positive e pronte per essere sfruttate al meglio, nonostante per ora si continui a faticare molto.
 
Ma forse, come ricorda il giornalista olandese: “A volte loro (i giornalisti stranieri, nda) vedono delle cose che gli italiani non vedono”.

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