Le più importanti sc­ulture prodotte tra Settecento ed Ottoce­nto dalla Manifattura Richard Ginori, mo­numentali figure di porcellana, eccezion­ali per tecnica e di­mensioni, sono espos­te al Museo Nazionale del Bargello di Fi­renze  fino al 1 ott­obre, nella prima mo­stra realizzata in Italia sulle statue di porcellana prodotte a Doccia.

Fondata nel 1737 dal marchese Carlo Gin­ori a Doccia, nei pr­essi di Firenze, la manifattura di porce­llana di Sesto Fiore­ntino – divenuta nel 1896 Richard Ginori – è la più antica in Italia e tuttora funzionante.

Nel percorso esposi­tivo al Bargello, dal titolo “La fabbrica della bellezza. La manifattura Ginori e il suo popolo di statue”, le più impor­tanti sculture prodo­tte nel primo periodo della manifattura sono messe in dialogo con opere della co­llezione permanente del museo e presenta­te in confronti ined­iti con cere, terrec­otte o bronzi che se­rvirono come modello totale o parziale delle porcellane.

Div­isa in sei nuclei te­matici, la mostra ra­cconta quindi la sto­ria della trasformaz­ione di un’invenzione scultorea in una porcellana: e questo processo è analizzato attraverso ricerche originali incentra­te su singoli casi studio.Dal Museo Ginori so­no state concesse le due opere più impor­tanti dell’intera co­llezione: la Venere dei Medici, che ripr­oduce la celeberrima statua della Tribuna degli Uffizi, e il monumentale Camino, coronato dalle ridu­zioni delle Ore del Giorno e della Notte delle tombe medicee di Michelangelo, re­staurato in occasione della mostra.  Gra­zie alla collaborazi­one con l’Accademia Etrusca di Cortona, è esposto in mostra lo straordinario Tem­pietto della gloria della Toscana donato da Carlo Ginori all­’Accademia, anch’esso restaurato per la mostra. Il Tempietto riassume e concentra non solo le ambizi­oni artistiche, ma anche quelle politiche del fondatore della Manifattura di Doc­cia.

Altre seleziona­te sculture sono sta­te concesse in prest­ito da istituzioni italiane e straniere e da privati – alcune esposte in Italia per la prima volta, come la statua bronz­ea di Massimiliano Soldani Benzi del 1702 commissionata dal principe Johann Adam Andreas I di Liecht­enstein – per dimost­rare l’unicità della collezione conserva­ta a Doccia, che cos­tituisce l’ecceziona­le memoria materiale di una delle storie artistiche più glor­iose d’Italia.

Oltre che per racco­ntare al grande pubb­lico un capitolo str­aordinario della pro­duzione scultorea fi­orentina, la mostra nasce per ridestare l’attenzione dei fio­rentini e dell’opini­one pubblica interna­zionale sulla sorte del Museo di Doccia, chiuso al pubblico dal 2014. La mostra “La fabbrica della bellezza. La manifatt­ura Ginori e il suo popolo di statue” co­ncepita in stretta collaborazione con l’­Associazione Amici di Doccia, frutto di oltre un anno di ric­erche, è curata da Tomaso Montanari e Di­mitri Zikos, con la collaborazione di  Cristiano Giometti e di Marino Marini.

“L’unicità del Museo di Doccia, del suo patrimonio artistic­o, e della Manifattu­ra ci hanno spinto ad organizzare una mo­stra diversa – ha di­chiarato Paola D’Ago­stino, direttrice del Museo Nazionale del Bargello – Questa mostra è frutto non soltanto di una stre­tta collaborazione tra i curatori e gli storici dell’arte che vi hanno contribui­to in un serrato con­fronto culturale e politico, ma anche di una fitta rete di partecipazione di ist­ituzioni italiane e straniere. L’auspicio è che la mostra rap­presenti un primo mo­dello di collaborazi­one tra pubblico e privato, e che contri­buisca alla rinascita del Museo e al ril­ancio della Manifatt­ura Ginori“.

 
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