Il crollo dei consumi fa scomparire un quinto dei pescheti italiani che assieme al resto della frutta estiva garantiscono 50 milioni di giornate di lavoro, con gravi effetti sull’occupazione, sull’ambiente e sulle imprese.
È l’allarme lanciato da Coldiretti, che con un milione e mezzo di associati è la principale organizzazione degli imprenditori agricoli a livello nazionale ed europeo, in occasione della mobilitazione che ha visto la distribuzione di decine di quintali di pesche e nettarine lungo la Riviera romagnola, “capitale” nazionale e simbolo della vacanza balneare.
Il carico di frutta è arrivato dal mare a bordo delle barche storiche “Saviolina” (il più antico barcone da pesca dell’Adriatico) e “Garbein”, sbarcate dai produttori, con l’aiuto dei bagnini e dei loro mosconi, e distribuite ai bagnanti. L’iniziativa, che ha coinvolto anche altri centri lungo la Penisola, rientra nella campagna avviata da Coldiretti per realizzare la più grande azione educativa mai fatta prima sulla frutta nei luoghi della vacanza.
L’obiettivo è rilanciare i consumi, crollati di oltre il 30 per cento rispetto agli ultimi 15 anni per un quantitativo che nel 2014 è sceso addirittura ben al di sotto del chilo al giorno per famiglia. Tutto ciò mentre nelle campagne è deflazione, con i prezzi corrisposti alle aziende agricole crollati, fino al 50 per cento, mentre quelli al dettaglio continuano ad essere sostenuti.
Una spirale che non agevola i consumi, oltre ad essere inaccettabile per i produttori di pesche e nettarine, a cui la frutta viene pagata pochi centesimi, al di sotto dei costi di produzione, con il pericolo di portare all’abbattimento delle piante.
La superficie attuale a pesche e nettarine in Italia è inferiore ai 70.000 ettari, suddivisi principalmente tra Emilia-Romagna, Campania, Piemonte, Sicilia, Puglia, Veneto, Basilicata, Calabria e Lazio.
L’effetto di questa crisi, denuncia la Coldiretti, potrebbe essere quello di perdere altri 15.000 ettari sulla base di esperienze del passato.
Per salvare il pescheto Italia la Coldiretti chiede al Governo una serie di interventi che diano al settore migliori prospettive per il futuro, tra cui la regolamentazione del sistema degli sconti e delle vendite sottocosto nella grande distribuzione organizzata, un meccanismo di formazione dei prezzi che parta dai costi di produzione e maggiori controlli sul rispetto delle norme di commercializzazione e sui prodotti di importazione, troppo frequentemente spacciati per italiani.
Per l’immediato, con lo scopo di dare maggiore soddisfazione a chi produce la buona frutta e rilanciare i consumi di più alta qualità e far ripartire mercato e prezzi negli ultimi 60 giorni di campagna, Coldiretti sostiene la richiesta che ha fatto il Ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina alla Commissione Ue per l’utilizzo di quanto previsto dal Regolamento comunitario 1308/2013 (Ocm Unica), con un intervento straordinario per la frutta estiva (pesche e nettarine, angurie, meloni, ecc.) che riguardi sia soci sia non soci di organizzazioni ortofrutticole.