Bagheria is a curiosity, a literary space in the most exotic place in Europe: Sicily at the crossroads of the Mediterranean, part of Europe and Africa, yet belonging entirely to neither.
Sicily remains a unique land with an Arabic vibe, where the legacy of the past is redolent everywhere. The seaside town of Bagheria and its eccentricities is also a particular place.
Historically a magnet for aristocrats, writers, painters and film directors, its pull continues to be felt today as artists evoke its beautiful landscape, gardens and sumptuous mansions through their work.
Bagheria is also called “the town of villas”. In 1658 Giuseppe Branciforti, Prince of Butera and former Viceroy of Sicily, built a summer retreat here, starting a fashion that it was quickly followed by Palermo’s aristocrats. Soon Bagheria became the preferred vacation spot for the city’s elite.
Only 13 kilometers east of Palermo, it is separated from the large city by open countryside with olive and orange groves.
Its name “Baarìa” in the Sicilian dialect originates from a Phoenician term that means “lands that descends toward the sea”. Other sources claim the name derives from the Arabic “bahriyah”, meaning “of the sea”.
The town offers a spectacular sunsets over a coast that includes the marine hamlet of Aspra where you enjoy a superb panorama of sparkling Cape Mongerbino and Cape Zafferano with their pristine seas.
Anyone wanting to combine sacred art with a lively beach experience will appreciate a visit to the village church, Maria Santissima Addolorata that has early frescoes by renowned painter Renato Guttuso.
Born in Bagheria in 1911, Guttuso grew up in an environment wracked by poverty. Later in his life he would say that his “deeper and remote inspiration” was found in “my childhood, my people and peasants.”
Today Bagheria has an interesting museum dedicated to Guttuso’s work (www. museoguttuso.it). The Museo Guttuso located at Villa Cattolica has just reopened after a long restoration.
Also connected to Bagheria is the novelist Dacia Maraini. Her memoir “Bagheria” is crowded with recollections of her Sicilian hometown where her family had been nobility. Maraini dips into the town’s history and tracks down some of her ancestors — rebels, conservationists and eccentrics.
Another child of Bagheria, the award-winning film director Giuseppe Tornatore, said “Baarìa is an ancient sound, a magical formula, and the only key able to open the rusted coffer of jewels where my most private movie hides”. His 2009 movie “Baarìa” evokes the loves, dreams of utopia and the disappointments of an entire community from the 1930s to the 1980s.
“In Baarià the lives of men and women ‘stretch’ along the main boulevard. Promenading in a circuit day after day for years, you can learn what the entire world won’t ever be capable of teaching you,” said Tornatore.
The Bagherian people are considered resourceful and keen. They begin their passeggiata at around 6.30 pm. They walk slowly along Corso Umberto, idly window shopping for anything and skillfully spreading out to gather their evening’s epicurean sustenance.
Francis Ford Coppola shot a few scenes for Godfather III in the town.
In the 20th century it was also the birthplace of poet Ignazio Buttitta and photographer Ferdinando Sciacca. Giuseppe “Joe” Aiello, the tough Chicago bootlegger and mob leader during the Prohibition era who tried to kill Al Capone, came from Bagheria, as did many of his brothers and cousins. Aiello was born in 1891 and was shot to death at age 39 by Capone’s gunmen in Chicago.
Though illegal building has left its mark, Bagheria is still a place of villas — big, white, lazy and airy with lemon trees in the garden. The town experienced a boom in villa building during the Savoyard and Hansburg rules in the early Settecento and continuing to the Ottocento.
Villa Palagonia is the most striking and odd baroque residence today open to the public. One of the earliest examples of Sicilian Baroque, it is one of the strangest attractions in Europe. Known also as the Villa of Monsters, it is an inventive building based on principles of alchemy that inspired writers such as Alexander Dumas, Wolfang Goethe and Luis Borge.
Designed in 1705 by architect Tommaso Napoli, who was also a Dominican friar, it was built as a summer retreat for Don Francesco Ferdinando Gravina, fifth Prince of Palagonia, a politician and philanthropist.
With a curved façade and complex staircase, it features grotesque, anthropomorphic and fantastical statues that decorate its walls and gardens. The interior include mirrors that made the prince’s guests appear as deformed as the prince himself.
Goethe described the villa’s monsters as “beggars of both sexes, men and women of Spain, Moors, Turks, hunchbacks … dwarfs, musicians, pulcinellas … deformed monkeys, many dragons and snakes, every kind of paw attached to every kind of body, double heads and exchanged heads”.
Painter Salvador Dalì at one time was about to buy Villa Palagonia, while film director Michelangelo Antonioni chose it as the set of “L’Avventura”.
Several other villas are open to visitors nearby. Worth a visit are Villa Valguarnera, Villa Butera, Villa Spedalotto, Villa San Marco and many others.
Bagheria è una curiosità, uno spazio letterario nel luogo più esotico d’Europa: la Sicilia crocevia del Mediterraneo, parte dell’Europa e parte dell’Africa, che non appartiene completamente né all’una né all’altra.
La Sicilia è una terra unica, con vibrazioni arabe, dove il lascito del passato si sente ovunque. La città balneare di Bagheria, e le sue eccentricità, sono un luogo particolare.
Storicamente calamita per aristocratici, scrittori, pittori e registi cinematografici, la sua forza d’attrazione continua ad essere sentita oggi perchè gli artisti evocano, attraverso le loro opere, il suo bel panorama, i suoi giardini e i sontuosi palazzi.
Bagheria è anche chiamata “la città delle ville”. Nel 1658 Giuseppe Branciforti, principe di Butera e già viceré di Sicilia, costruì lì un rifugio estivo, avviando una moda che è stata rapidamente seguita dagli aristocratici di Palermo. Presto Bagheria divenne la località di vacanza preferita per l’élite della città.
A soli 13 chilometri a est di Palermo, è separata dalla grande città da campagna aperta con uliveti e aranceti.
Il suo nome “Baarìa” nel dialetto siciliano ha origine da un termine fenicio che vuole dire “terre che discendono verso il mare.” Altre fonti ritengono che il nome derivi dall’arabo “bahriyah” che vuol dire “del mare.”
La città offre tramonti spettacolari su una costa che include il piccolo villaggio marino di Aspra dove si gode il superbo panorama degli scintillanti Capo Mongerbino e Capo Zafferano con i loro mari trasparenti.
Chiunque voglia combinare l’arte sacra con l’esperienza di una spiaggia vivace apprezzerà la visita alla chiesa del villaggio, Maria Santissima Addolorata, che conserva i primi affreschi del rinomato pittore Renato Guttuso.
Nato a Bagheria nel 1911, Guttuso crebbe in un ambiente minato dalla povertà. Più tardi nella sua vita avrebbe detto di aver trovato la sua “inspirazione più profonda e remota” nella “mia infanzia, nella mia gente e nei miei contadini.”
Oggi Bagheria ha un interessante museo dedicato al lavoro di Guttuso (www.museoguttuso.it). Il Museo Guttuso si trova a Villa Cattolica che ha appena riaperto dopo un lungo restauro.
Legata a Bagheria è anche la romanziera Dacia Maraini. La sua biografia “Bagheria” è piena di ricordi della sua città natale siciliana dove la sua famiglia era nobile. Maraini scava nella storia della città e rintraccia alcuni dei suoi antenati ribelli, conservatori, eccentrici.
Un altro figlio di Bagheria, il regista cinematografico e premio Oscar Giuseppe Tornatore, ha detto: “Baarìa è un suono antico, una formula magica, è l’unica chiave in grado di aprire lo scrigno arrugginito dove si nasconde il mio film più personale.” Il suo film del 2009 “Baarìa” evoca gli amori, i sogni utopici e le delusioni di un’intera comunità dagli anni Trenta agli anni Ottanta. “In Baarià le vite di uomini e donne si dipanano lungo il viale principale. Ma percorrendola avanti ed indietro per anni, puoi imparare ciò che il mondo intero non saprà mai insegnarti” ha detto Tornatore.
Gli abitanti di Bagheria sono considerati ingegnosi ed acuti. Cominciano la loro passeggiata attorno alle 18 pomeridiane. Camminano lentamente lungo Corso Umberto, danno pigramente un’occhiata alle vetrine dei negozi e si riversano abilmente fuori per raccogliere il sostentamento epicureo della sera.
Francis Ford Coppola girò alcune scene del Padrino III in città.
Nel 20° secolo è stata anche il luogo di nascita del poeta Ignazio Buttitta e del fotografo Ferdinando Sciacca. Giuseppe “Joe” Aiello, il duro distillatore di Chicago, leader della folla durante l’epoca del Proibizionismo che tentò di uccidere Al Capone, veniva da Bagheria, come pure molti dei suoi fratelli e cugini. Aiello nasceva nel 1891 e fu sparato a morte all’età di 39 anni dai banditi di Capone a Chicago.
Sebbene abusi edilizi hanno lasciato il segno, Bagheria è ancora un luogo di ville: grandi, bianche, pigre ed ariose con alberi di limone nel giardino. La città ha sperimentato una rapida diffusione di ville costruite sotto i Savoia e gli Asburgo nel primo Settecento, che poi continuò nell’Ottocento.
Villa Palagonia è la residenza più impressionante, e di un barocco bizzarro, oggi aperta al pubblico. Fra i primi esempi di barocco siciliano, è una delle attrazioni più strane d’Europa. Conosciuta anche come la Villa dei Mostri, è un edificio creativo basato sui principi dell’alchimia che ha inspirato scrittori come Alessandro Dumas, Wolfang Goethe e Luis Borge.
Disegnata nel 1705 dall’architetto Tommaso Napoli, che fu anche frate domenicano, è stata costruita come residenza estiva di Don Francesco Ferdinando Gravina, quinto principe di Palagonia, politico e filantropo.
Con una facciata curva e una complessa scala, mostra statue grottesche, antropomorfe e fantastiche, che decorano muri e giardini. Gli interni includono specchi che rendevano gli ospiti del principe deformi come il principe stesso.
Goethe descrisse i mostri della villa come “mendicanti di ambo i sessi, uomini e donne di Spagna, mori, turchi, gobbi..nani, musicisti, pulcinella…. scimmie deformi, molti dragoni e serpenti, con ogni genere di zampa attaccata a qualche genere di corpo, teste doppie e teste scambiate.”
Il pittore Salvador Dalì fu sul punto di comprare Villa Palagonia, mentre il regista cinematografico Michelangelo Antonioni la scelse come set per “L’Avventura.”
Molte altre ville vicine sono aperte ai visitatori. Meritevoli di una visita sono Villa Valguarnera, Villa Butera, Villa Spedalotto, Villa San Marco e molte altre.
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