Have you ever heard of Atrani? Well, if you haven’t, you are in for a pleasant surprise.
Located a mere 1/2 mile from Amalfi (I am sure you are familiar with this one!), Atrani is one of Italy’s Borghi più Belli d’Italia and, in name of its characteristic medieval architecture, is also part of the UNESCO World Heritage List, along with other sites of the Costiera Amalfitana of which it is part.
In its simplicity, Atrani is quite breathtaking, perched as it is on a rocky hill, yet just one tiny step away from the sea. With its little, quaint beach (considered among the most beautiful of the whole Costiera), mostly frequented by its lucky residents, and its main church dedicated to San Salvatore de Birecto, neoclassical in style, but originally built in 940, this village seems so distant from the touristy, attractive Amalfi, which is however only a short walk away. Yet, it is as much as a quintessential Costiera corner as its bigger, more popular sister: it just embodies a different side of it.
Atrani is, indeed, a very small place, but certainly not smaller than others when it comes to number of residents: 832, as of 2020. A pretty common number, especially when you travel away from larger cities to embrace the slightly old-fashioned, but far more magical world of our countryside. Indeed, there are, resident wise, much smaller communes, like Moncerisio in Piemont and Morterone in Lombardia. But it is to Atrani that the medal for smallest commune in the peninsula goes, not in name of the amount of people calling it home, but because of the tiny area it covers, only about 0.12 square km. Curiously, these data also make it the commune with the highest density in the Salerno province, that is to say, those 832 people are a lot for such a small place.
If you look at pictures of it, you’ll soon understand how it’s possible that almost 900 people live on such a small square of land: the village develops in height and many houses appear to be built on terraces, pretty much the way it happens, for instance, in Liguria, where the space between the sea and the mountains is minimal. In spite of its size, Atrani has a lot be loved for, starting, of course, with its location: a village that sits on a mountain, but filled with the scents of the sea, hidden to the eye of the curious by a rocky promontory, its shoulders protected by a river, the Dragone, that legends say used to be home to a fire spitting dragon. Walking in its winding alleys brings to mind a game of hide and seek, with arches and minuscule piazzas appearing around every corner ,and you may be surprised to know that Atrani is also very lively when it comes to its nightlife, especially on New Year’s Eve.
For those who enjoy history and architecture, a short walk uphill will lead to the church of Santa Maria Maddalena, built in the 13th century by the Atranesi to honor and thank the Virgin, who had protected them and eventually freed them from Saracens’ incursions; its maiolica dome and its belfry are, perhaps, the most recognizable features of the village.
Just beside it, you’ll find the Grotta di Masaniello: here, tradition says, the famous Neapolitan leader who fought against the Hapsburg dominion on Naples, had found refuge while escaping from the Viceroy and his army. As the grotto was believed to be near Masaniello’s mother’s home, the implication is that he was originally from Atrani.
Just above the street connecting Atrani to Amalfi, you’ll find the Grotta dei Santi (the Saints’ Grotto) which was, once upon a time, part of a monastery dedicated to Saint Ciriaco and Saint Judith, which no longer exists. It was probably built sometimes in the 10th century, as attested by papal documents, and it developed around the grotto itself, in a style typical of the early Christian hermits, which still survived in those centuries. It is called “dei Santi” because the Byzantine style frescoes that ornate its walls represent several saintly figures, including a warrior saint believed to be saint George. Today, the grotto magically opens on to a lemon grove, an extension of beauty and peace to what embodies an early representation of spirituality and one of the earliest examples of Medieval visual arts of the whole Costiera Amalfitana.
And this is Atrani, Italy’s smallest village. Forgotten by the masses, blessed by beauty and tranquillity, in one of the most charming corners of the Belpaese. Perhaps, being on the Costiera — and so close to Amalfi — let Atrani’s understated beauty go unnoticed and who knows, in this day and age, where the brazen is often more appreciated that then quiet, it may continue to be so. But what a jewel it is, to the eyes of those who understand beauty, just like it is to Enzo del Pizzo, a contemporary local poet, who wrote that Atrani è nu Presepio: as simple and beautiful as a Neapolitan Nativity.
Hai mai sentito parlare di Atrani? Beh, se non l’hai sentito, ti aspetta una piacevole sorpresa. Situato a circa mezzo miglio da Amalfi (che sicuramente hai già sentito!), Atrani è uno dei Borghi più Belli d’Italia e, in nome della sua caratteristica architettura medievale, fa parte della Lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità dell’UNESCO, insieme ad altri luoghi della Costiera Amalfitana di cui fa parte.
Nella sua semplicità, Atrani è mozzafiato, arroccato com’è su una collina rocciosa ma ad un passo dal mare. Con la sua piccola e caratteristica spiaggia (considerata tra le più belle di tutta la Costiera), frequentata soprattutto dai fortunati abitanti, e la sua chiesa principale dedicata a San Salvatore de Birecto, in stile neoclassico ma costruita originariamente nel 940, questo paese sembra così lontano dalla turistica, attraente Amalfi, che è comunque a poca distanza. Eppure, è tanto un angolo tipico della Costiera quanto la più grande e popolare Amalfi: ne incarna solo un aspetto diverso.
Atrani è un luogo molto piccolo ma certamente non più piccolo di altri se si parla del numero di residenti: 832 nel 2020. Un numero abbastanza comune soprattutto se ci si allontana dalle grandi città per abbracciare il mondo un po’ antico, ma molto più magico, della nostra campagna. Ci sono infatti, comuni molto più piccoli, come Moncerisio in Piemonte e Morterone in Lombardia. Ma è ad Atrani che va la medaglia per il più piccolo comune della penisola, non in nome della quantità di persone che lo abitano, ma per la minuscola superficie che copre: solo 0,12 km quadrati. Curiosamente, questi dati ne fanno anche il comune con la più alta densità di popolazione della provincia di Salerno, cioè quelle 832 persone sono tante per un luogo così piccolo.
Se si guardano le foto, si capisce presto come sia possibile che quasi 900 persone vivano in una piazza così piccola: il paese si sviluppa in altezza e molte case sembrano costruite su terrazze, più o meno come accade, ad esempio, in Liguria, dove lo spazio tra mare e montagna è minimo. Nonostante le dimensioni, Atrani è molto amata, a cominciare, naturalmente, dalla sua posizione: è un villaggio che sorge su una montagna ma è pieno dei profumi del mare, nascosto agli occhi dei curiosi da un promontorio roccioso, con le spalle protette da un fiume, il Dragone, che secondo la leggenda ospitava un drago sputafuoco. Camminare nei suoi vicoli tortuosi fa venire in mente il gioco del nascondino, con archi e minuscole piazze che appaiono dietro ogni angolo, e vi sorprenderà sapere che Atrani è molto vivace anche per la vita notturna, soprattutto a Capodanno.
Per chi ama la storia e l’architettura, una breve passeggiata in salita porterà alla chiesa di Santa Maria Maddalena, costruita nel XIII secolo dagli Atranesi per onorare e ringraziare la Vergine, che li aveva protetti e alla fine liberati dalle incursioni dei Saraceni; la cupola maiolicata e il suo campanile sono, forse, le caratteristiche più riconoscibili del paese.
Proprio accanto si trova la Grotta di Masaniello: qui, dice la tradizione, il famoso condottiero napoletano che combatté contro il dominio asburgico su Napoli, trovò rifugio durante la fuga dal Viceré e dal suo esercito. Poiché si credeva che la grotta fosse vicina alla casa della madre di Masaniello, ne consegue che egli fosse originario di Atrani.
Appena sopra la strada che collega Atrani ad Amalfi, si trova la Grotta dei Santi, che un tempo faceva parte di un monastero dedicato a San Ciriaco e a Santa Giuditta, che non esiste più. Probabilmente fu costruita nel X secolo, come attestano i documenti papali, e si sviluppò intorno alla grotta stessa, in uno stile tipico degli eremiti paleocristiani, che ancora sopravviveva in quei secoli. È chiamata “dei Santi” perché gli affreschi di stile bizantino che ne ornano le pareti rappresentano diverse figure di santi, tra cui un santo guerriero che si ritiene sia San Giorgio. Oggi la grotta si apre magicamente su un limoneto, un prolungamento di bellezza e pace a ciò che incarna una precoce rappresentazione della spiritualità e uno dei primi esempi di arti visive medievali di tutta la Costiera Amalfitana.
Tutto questo è Atrani, il più piccolo paese d’Italia. Dimenticato dalle masse, benedetto dalla bellezza e dalla tranquillità, in uno degli angoli più suggestivi del Belpaese. Forse, stando in Costiera – e così vicino ad Amalfi – la sobria bellezza di Atrani è passata inosservata e chissà, al giorno d’oggi, dove ciò che è sfacciato è spesso più apprezzato della quiete, può continuare ad esserlo. Ma è un gioiello agli occhi di chi comprende la bellezza, proprio come lo è per Enzo del Pizzo, poeta locale contemporaneo, che ha scritto che Atrani è nu Presepio: semplice e bello come un presepe napoletano.
Unlike many news organizations, instead of putting up a paywall we have eliminated it – we want to keep our coverage of all things Italian as open as we can for anyone to read and most importantly share our love with you about the Bel Paese. Every contribution we receive from readers like you, big or small, goes directly into funding our mission.
If you’re able to, please support L’Italo Americano today from as little as $1.