Tra Arezzo, Pienza e Montalcino c’è un territorio tutto da scoprire. Ad Arezzo si possono visitare i monumenti di piazza del Duomo con una nuova modalità di “lettura” che prevede un itinerario storico-artistico, oltre che religioso, che comprende il museo diocesano e il duomo, con una radioguida e in un unico percorso. Si inizia dall’Arca di San Donato, con le reliquie del patrono di Arezzo e secondo vescovo della città, uno scrigno prezioso che, dall’oscurità della chiesa, per la luminosità dei marmi levigati e gli inserti vitrei, risplende come “arca di luce”, ispirata alla pagina biblica in cui si racconta che Mosè, ricevuti da Dio “i Comandamenti”, fece costruire un’arca rivestita d’oro puro per conservarvi le “Tavole della Legge”.
Un’arca di luce è il magnifico ciclo di vetrate di Guillaume de Marcillat, eseguite tra il 1516 e il 1524, influenzate dal Manierismo della scuola di Raffaello, conservate nel Duomo. Delle otto commissionate al Maestro vetraio francese, perduta quella con i Santi Antonio e Nicolò, restano le vetrate con Santa Lucia e San Silvestro papa, La Pentecoste, Il battesimo di Cristo, La vocazione di Matteo, La resurrezione di Lazzaro, La cacciata dei mercanti dal tempio, Cristo e l’adultera. Allo stesso artista fu commissionata, nel 1520, la decorazione ad affresco delle prime tre volte della navata centrale del Duomo con episodi del Vecchio Testamento, in cui il pittore, nelle forme e nei colori manieristici, mostra il suo tributo a Michelangelo.
Arca di luce è anche uno degli attributi della Vergine, a cui, all’interno del Duomo, è dedicata un’ampia cappella, detta della Madonna del Conforto, realizzata a seguito di un miracolo avvenuto il 15 febbraio 1796: la piccola immagine di Maria fu vista risplendere e le scosse di terremoto, che in quei giorni flagellavano la città, cessarono.
Il Duomo di Arezzo conserva molti altri capolavori di varie epoche e artisti, fra cui l’affresco di Piero della Francesca con la solenne figura di Maria Maddalena eseguita forse nel 1459.
Di fronte al Duomo il Palazzo Vescovile ospita, articolato in cinque sale, il Mudas – Museo Diocesano di Arte Sacra, una collezione di dipinti, sculture, manoscritti miniati, parati e oreficerie provenienti dal territorio della diocesi, mentre al primo piano si possono ammirare la quadreria, gli affreschi di Teofilo Torri e la Camera dei Papi. Da ammirare tre rari crocifissi lignei, databili tra la fine del XII e i primi decenni del XIII secolo e opere di Giorgio Vasari come lo stendardo processionale per la Compagnia dei Peducci , costituito da due raffinatissime tele raffiguranti la Predica del Battista e il Battesimo di Gesù, (www.duomoarezzo.it)
Spostandosi nella provincia di Siena, ecco Pienza dove nel Palazzo Piccolomini, fino al 15 novembre 2021 è aperta la mostra “Cinemaddosso: i costumi di Annamode da Cinecittà a Hollywood”. Cento costumi per quaranta film, un percorso dove ogni abito è esposto come un’opera d’arte e raccontato grazie ad un allestimento immersivo, firmato da Maria Teresa Pizzetti, e interattivo, grazie a produzioni video. Anche le sale del Conservatorio S. Carlo a Pienza e quelle del Museo Tepotratos di Monticchiello a pochi km di distanza, ripercorrono un’avvincente storia imprenditoriale al femminile, dalla “Dolce Vita” ai giorni nostri, quella delle sorelle Anna e Teresa Allegri che, con i loro costumi e le loro invenzioni, hanno reso celebre in Italia e nel mondo la Sartoria Annamode. (www.cinemaddosso.com)
Soltanto 15 km separano Pienza da Montalcino dove, nell’ex-convento di Sant’Agostino è nato il Tempio del Brunello, museo ‘immersivo’ per far conoscere “in maniera articolata e profonda Montalcino attraverso un’esperienza completa che dal Brunello si apre verso la storia millenaria, l’archeologia, il patrimonio artistico, il paesaggio e la promozione degli altri preziosi prodotti di questa terra generosa che, nel corso dei secoli, l’uomo ha saputo amare e valorizzare al meglio, coltivandola e custodendola come un tesoro ricevuto in dono. Il Tempio del Brunello è un’operazione culturale che intende raccogliere, comunicare, far conoscere e sperimentare, con l’aiuto delle più avanzate tecnologie, l’insieme delle potenzialità espresse da uno dei territori che per vocazione vinicola e per il fascino iconico delle linee del paesaggio risulta già uno dei più apprezzati del mondo”.
Un museo con visori multimediali che simulano il volo di un drone sul territorio, installazioni interattive, dove i visitatori possono trasformare i colori di Montalcino in opere digitali in stile Pollock, o vedere le differenze di colore nell’evoluzione del vino nel tempo, filmati con le voci storiche del Brunello di Montalcino, con una enoteca con informazioni sulle tipologie dei vini di Montalcino (Brunello di Montalcino Annata, Vigna e Riserva e Rosso di Montalcino), un tavolo che consiglia i vini in base alle “emozioni” scelte dal visitatore, e un dehors destinato alla degustazione dei vini del territorio. (www.orodimontalcino.it)