Viaggiare in mare per mesi, fianco a fianco al proprio equipaggio  in una Nave la cui Storia diventerà tutt’uno con la propria anima. 
E’ maestosa la Nave Scuola Amerigo Vespucci, l’Unità più anziana in servizio nella Marina Militare Italiana, interamente costruita presso il Regio Cantiere Navale di Castellamare di Stabia, Napoli. 
 
Una “signora dei mari” lunga 101 metri, larga 15,5 con pescaggio di 7,3 metri e un dislocamento di circa 4000 tonnellate. A bordo un equipaggio composto da 14 ufficiali, 72 sottufficiali e 190 sottocapi e comuni per raggiungere circa 400 unità.
 
Ha fatto tappa a Venezia per celebrare l’85° anniversario del varo avvenuto nel lontano 22 febbraio 1931. Entrata in servizio nel giugno del 1931 al comando dell’ammiraglio Cavagnari, andò a formare insieme alla collega Cristoforo Colombo la Divisione “Navi Scuola”, venendo utilizzata in particolare per l’addestramento degli allievi ufficiali dell’Accademia Navale di Livorno ma anche per gli allievi del Collegio Navale, ora Scuola Navale Militare “Francesco Morosini” di Venezia, degli allievi nocchieri, nonché di giovani facenti parte di associazioni veliche quali la Lega Navale Italiana, la Sail Training Association Italia e l’Anmi. 
 
Dopo un paio di cambi, il motto definitivo della nave, inciso nel 1978 al centro del ponte, divenne: “Non chi comincia ma quel che persevera” per esprimere la vocazione alla formazione ed addestramento dei futuri ufficiali della Marina Militare. E in effetti la perseveranza deve essere stata una delle indubbie qualità di quel navigatore e cartografo fiorentino dal cui nome ha avuto origine quello del Nuovo continente a ovest dell’Europa e poi quello del veliero: Amerigo Vespucci (1454-1512). 
 
Ancora oggi l’omonima Nave Scuola trasmette fierezza e forse un po’ di nostalgia per un mondo che una volta aveva ancora molto da scoprire. A bordo però, il passato fa da padrone indiscusso: tutte le manovre vengono rigorosamente eseguite a mano, ogni ordine viene impartito dal comandante tramite il nostromo, con il fischietto. Come si usava un tempo.
A oggi la Nave ha effettuato 79 Campagne di Istruzione di cui 42 nell’Europa settentrionale, 23 in Mediterraneo, 4 in Atlantico Orientale, 7 in Nord America, 1 in Sud America e 2 nell’ambito dell’unica circumnavigazione del globo avvenuta tra il maggio 2002 ed il settembre 2003.  
 
A Venezia l’Amerigo Vespucci ha fatto il suo trionfale ingresso fino all’attracco in Riva San Biagio, dove è stata accolta da lunghissime file di gente che dall’approdo fino a Riva Ca’ di Dio, sono rimaste in coda ore pur di salire a bordo per un tour informativo. Tra i moltissimi intervenuti anche una visita speciale, o meglio un ritorno. 
 
Amedeo Zennaro, pellestrinotto classe ’33, sottocapo nocchiere nel biennio ’52-53. Eccolo ritornare sul veliero più di 60 anni dopo. Insieme a lui c’è il giovane nipote Danny Carella, presidente della Municipalità del Lido-Pellestrina. “È stato un periodo fantastico della mia vita” racconta Zennaro. “Grazie all’Amerigo Vespucci i miei due anni di leva si trasformarono in un’autentica avventura durante la quale anche un semplice muratore di Pellestrina poté girare il mondo, assistendo all’incoronazione dell’attuale monarca del Regno Unito, Elisabetta II”. 
 
Intanto, tra i ricordi che affiorano, nella laguna una flotta di vaporetti, motoscafi e motonavi continua il proprio viavai tra Lido, Venezia e Giudecca. Pendolari e turisti si sporgono a immortalare l’atipico panorama del “Veliero più bello del mondo”: tre alberi, trinchetto, maestra e mezzana, tutti dotati di pennoni e vele quadre, più il bompresso sporgente a prora, a tutti gli effetti un quarto albero.
 
A vele spiegate è uno spettacolo di 2.635 metri quadrati di copertura composta da 24 vele quadre e di straglio in tela olona, una fibra naturale come di materiale vegetale sono le cime. A prora la polena in bronzo dorato rappresenta Vespucci. Caratteristici i fregi di prora e l’arabesco di poppa, in legno ricoperti di foglia d’oro zecchino.
 
Fu l’incontro nel Mediterraneo con la portaerei americana Uss Independence, nel 1962, che tributò alla Nave scuola la meritata definizione segnalandola a lampi di luce. Quando dal veliero fu risposto: “Nave scuola Amerigo Vespucci, Marina Militare Italiana” al “chi siete?” del segnalatore americano, la nave statunitense ribatté: “Siete la più bella nave del mondo”.
 
Finalmente arriva il mio turno. Salgo a bordo e per un attimo mi ritrovo in un altro pianeta. I timoni. Gli alberi. La prua. Lo strepito dei gabbiani. Tutta un’altra prospettiva. Sono sulla Vespucci e forse una parte di me resterà qui per sempre. 
 
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