La catena di solidarietà a livello nazionale e internazionale sta già marciando a pieno ritmo. Dal sostegno immediato di centinaia di persone comuni pronte a donare cibo e vestiti e riversarsi sui luoghi del disastro, tanto da costringere la Protezione Civile a bloccare tanta generosità, agli appelli di tanti artisti che come in occasione dei terremoti de L’Aquila e dell’Emilia stanno organizzando raccolte fondi e iniziative benefiche.
Con un Sms solidale sono stati già raccolti 2,5 milioni di euro. Per donare basta digitare 45500 con schede telefoniche italiane: è possibile donare due euro sia tramite sms che con una chiamata da rete fissa, grazie alla convenzione con gli operatori di rete italiana Tim, Vodafone, Wind, 3, Postemobile, Coopvoce, Infostrada, Fastweb, Tiscali, Twt, Cloud Italia e Uno Communication. I fondi raccolti saranno trasferiti dagli operatori, senza alcun ricarico, al Dipartimento della Protezione Civile che provvederà a destinarle alle regioni colpite dal sisma.
Chissà però che la rinascita non parta proprio dal simbolo di Amatrice nel mondo, la pasta all’amatriciana. Il blogger Paolo Campana su Facebook ha lanciato una proposta ai ristoratori italiani: due euro per la ricostruzione per ogni piatto ordinato dai clienti. Una provocazione raccolta anche da Carlo Petrini di Slow Food. “Chiediamo ai ristoratori di tutto il mondo – si legge in una nota – di inserire in carta il piatto simbolo della città colpita e di tenerlo per almeno un anno. E ai clienti chiediamo di sceglierlo. Per ogni amatriciana consumata verranno devoluti due euro, uno donato dal ristoratore, uno dal cliente. I fondi raccolti saranno direttamente versati al Comune di Amatrice”. Perché il sindaco Pirozzi non debba più dire, come aveva fatto nelle prime ore di disperazione, “Amatrice non c’è più”.