Moonlight on an ancient Roman road (Photo: Jesus2383/Dreamstime)

Tutte le strade portano a Roma, “All roads lead to Rome,” is a famous saying based on historical and archaeological facts: when our glorious ancestors built roads across their Empire, they all converged on one point, the Eternal City.

Via Cassia, Via Aurelia, Via Salaria, Via Appia, these are only some of the names of the many routes the Romans created across the peninsula and Europe: we learn about them in school, and many of us still travel on them daily, either to avoid getting jammed into traffic on the motorway or, if we have some time to spare, to enjoy the beauty of the landscape they run through – I’m looking at you, Via Aurelia on the Ligurian coast.

In Italy, these ancient Roman roads are well-known because some are still in use, especially along our coastal regions and around the capital. Importantly, we shouldn’t forget the same system was eventually put into place throughout the empire, which means that, at some stage in ancient history, Roman-built roads were running across the whole of Europe.

The Romans had created their viae principally for military reasons, to facilitate the movement of their army from one corner to the other of their vast empire and, of course, to improve communication and commerce, as we have all learned in school. However, recent research shows that there is more to these ancient roads than what they used to be: they may have been affecting the economy and wealth of Europe for millennia.

An international team from universities and research institutions in England, Denmark and Sweden superimposed the old maps of Roman roads to today’s geo-economic maps of the Old Continent and found out their presence remains synonymous with wealth and economic development.

The study has been published in the latest issue of the Journal of Comparative Economics and its findings have been divulged to the wider public by David Nield in an article for Science Alert. The analysis conducted by Dalgaard et al. shows that the areas served by the ancient Roman road network are among the wealthiest in Europe, a sign they helped create, through the centuries, a system of communication and trade which supported the development of a stronger economy.

University of Gothenburg’s Ola Olsson, one of the researchers involved in the original study, explained to Science Direct that, of course, these roads did change in time, as they were adapted to the necessities of the communities they served and modified through the centuries to ensure major cities were connected. Still, she continues, the relationship between modern wealth, economic development and the presence of Roman roads is striking, even in those regions where they are no longer in use nor visible to the naked eye, because eventually built upon in later centuries. Indeed, the link between ancient Roman routes and wealth isn’t exclusively related to those we can still travel today, but also to those which are just an archeological memory.

The sun sets on Rome’s roads (Photo: Tonyjburns/Dreamstime)

The first Roman roads date back to the 2nd century BC and were built, as we said, to facilitate the movement of troops. By the time the empire reached its apogee, in the 2nd century AD, there were some 50,000 miles of roads running through it, from Europe to North Africa and the Middle East.

So, how did the team develop this interesting study? They superimposed maps of ancient Roman roads to satellite images of today’s Europe, associating night-time light intensity with high economic and social activity. Then, they divided the images into a detailed grid to ensure an in-depth analysis of the emerging pattern: results were incredible. Olsson said to Science Alert that the study highlighted a “remarkable pattern of persistence” between the presence of old Roman roads and contemporary economic activity, even in the areas where the former are no longer existing. Of course, Olsson continues, some questions need to be answered: for instance, it still isn’t clear whether roads were build to connect already economically-developed areas, or if they directly contributed to their creation.

However, Olsson says that the key role of Roman roads in the growth of economic prosperity in Europe remains undisputed. In the end, she explains, most of the roads disappeared and centuries of wars, and political and economic changes offered plenty of opportunities to modify or reorganize routes, if deemed necessary. But it never happened, probably because of the continued economic relevance through the centuries of the areas they touched.

What we can gather from Olsson’s words and the research she carried out with her colleagues is that the connection between ancient Roman roads and economic and social development does, indeed, exists. And while further studies should be carried out to explore the matter in more depth, it is interesting to put in context what the team found already: whether the Romans built their roads to connect areas they considered “rich” and “with potential,” or economic wealth and development came as a consequence of their presence, the importance of our ancestors for the growth of Europe remains uncontested.

It’s right to say, then, that the Romans aren’t only at the heart of what Europe is culturally, but also of its economic expansion and wealth.

“Tutte le strade portano a Roma” è un famoso detto basato su fatti storici e archeologici: quando i nostri gloriosi antenati costruirono strade in tutto il loro Impero, tutte convergevano verso un unico punto, la Città Eterna.

Via Cassia, Via Aurelia, Via Salaria, Via Appia, sono solo alcuni dei nomi delle numerose strade che i Romani crearono attraverso la penisola e l’Europa: le impariamo a scuola e molti di noi le percorrono ancora oggi quotidianamente, sia per evitare di rimanere imbottigliati nel traffico dell’autostrada sia, se abbiamo un po’ di tempo a disposizione, per goderci la bellezza dei paesaggi che attraversano (sto pensando a te, Via Aurelia sulla costa ligure).

In Italia, queste antiche strade romane sono conosciute perché alcune sono ancora in uso, soprattutto lungo le nostre regioni costiere e intorno alla capitale. Ma non bisogna dimenticare che lo stesso sistema è stato adottato in tutto l’impero, il che significa che, a un certo punto della storia antica, le strade costruite dai Romani attraversavano tutta l’Europa.

I Romani avevano creato le loro viae principalmente per motivi militari, per facilitare gli spostamenti dell’esercito da un angolo all’altro del loro vasto impero e, naturalmente, per migliorare la comunicazione e il commercio, come tutti abbiamo imparato a scuola. Tuttavia, una recente ricerca dimostra che queste antiche strade sono state molto più di quello che erano: potrebbero aver influenzato l’economia e la ricchezza dell’Europa per millenni.

Un team internazionale di università e istituti di ricerca di Inghilterra, Danimarca e Svezia ha sovrapposto le antiche mappe delle strade romane alle odierne mappe geoeconomiche del Vecchio Continente e ha scoperto che la loro presenza rimane sinonimo di ricchezza e sviluppo economico.

Lo studio è stato pubblicato nell’ultimo numero del Journal of Comparative Economics e i risultati sono stati divulgati da David Nield in un articolo per Science Alert. L’analisi condotta da Dalgaard et al. mostra che le aree servite dall’antica rete stradale romana sono tra le più ricche d’Europa, segno che hanno contribuito a creare, nel corso dei secoli, un sistema di comunicazione e commercio che ha sostenuto lo sviluppo di un’economia più forte.

Ola Olsson dell’Università di Göteborg, uno dei ricercatori coinvolti nello studio originale, ha spiegato a Science Direct che, naturalmente, queste strade sono cambiate nel tempo, poiché sono state adattate alle necessità delle comunità che servivano e modificate nel corso dei secoli per garantire il collegamento delle principali città. Tuttavia, continua l’autrice, la relazione tra la ricchezza moderna, lo sviluppo economico e la presenza di strade romane è sorprendente, anche in quelle regioni in cui non sono più in uso né visibili a occhio nudo, perché magari ci hanno costruito sopra nei secoli successivi. Infatti, il legame tra le antiche strade romane e la ricchezza non è legato esclusivamente a quelle che possiamo percorrere ancora oggi, ma anche a quelle che sono solo un ricordo archeologico.

Le prime strade romane risalgono al II secolo a.C. e furono costruite, come abbiamo detto, per facilitare gli spostamenti delle truppe. Quando l’impero raggiunse il suo apogeo, nel II secolo d.C., c’erano circa 50.000 miglia di strade che lo attraversavano, dall’Europa al Nord Africa e al Medio Oriente.

Come ha fatto il team a sviluppare questo interessante studio? Hanno sovrapposto le mappe delle antiche strade romane alle immagini satellitari dell’Europa odierna, associando l’intensità luminosa notturna a un’elevata attività economica e sociale. Poi hanno diviso le immagini in una griglia dettagliata per garantire un’analisi approfondita del modello emergente: i risultati sono stati incredibili. Olsson ha dichiarato a Science Alert che lo studio ha evidenziato un “notevole modello di persistenza” tra la presenza di antiche strade romane e l’attività economica contemporanea, anche nelle aree in cui le prime non esistono più. Naturalmente, continua Olsson, alcune domande devono trovare risposta: ad esempio, non è ancora chiaro se le strade siano state costruite per collegare aree già economicamente sviluppate o se abbiano contribuito direttamente alla loro creazione.

Tuttavia, Olsson afferma che il ruolo chiave delle strade romane nella crescita della prosperità economica in Europa rimane indiscusso. Alla fine, spiega l’autrice, la maggior parte delle strade scomparve e secoli di guerre e cambiamenti politici ed economici offrirono molte opportunità per modificare o riorganizzare i percorsi, se ritenuto necessario. Ma ciò non avvenne mai, probabilmente a causa della continua rilevanza economica che ebbero nei secoli le aree che toccavano.

Ciò che possiamo dedurre dalle parole di Olsson e dalla ricerca condotta insieme ai suoi colleghi è che il legame tra le antiche strade romane e lo sviluppo economico e sociale esiste davvero. Anche se ulteriori studi dovrebbero essere condotti per approfondire la questione, è interessante contestualizzare ciò che il team ha già scoperto: sia che i Romani costruissero le loro strade per collegare aree che consideravano “ricche” e “con potenziale”, sia che la ricchezza e lo sviluppo economico fossero una conseguenza della loro presenza, l’importanza dei nostri antenati per la crescita dell’Europa rimane incontestabile.

È giusto dire, quindi, che i Romani non sono solo al centro di ciò che l’Europa è culturalmente, ma anche della sua espansione economica e della sua ricchezza.


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