L’abbazia di Novacella, o Neustift, dei Canonici Agostiniani, tra le più significative del Tirolo, si trova nella località di Varna, all’incrocio tra due importanti vie di comunicazione: la via nord-sud che attraversa le Alpi e quella est-ovest in uscita dalla Val Pusteria, che è quasi sempre aperta al pubblico. 
 
Oltre alla chiesa con i famosi dipinti di Matthäus Günther, al chiostro con affreschi del XIV e XV secolo, si possono visitare la biblioteca, che custodisce pregevoli manoscritti, e la pinacoteca con la sua notevole raccolta di tavole dipinte, mirabili opere della pittura gotica (Friedrich Pacher, Marx Reichlich, Andreas Haller). L’abbazia propone anche un particolare giardino storico di impianto barocco, con peschiera e voliera; lo si può visitare con guida dal 2 maggio al 12 ottobre. 
Accanto ad esso, un orto di piante aromatiche che presenta circa 75 varietà diverse di erbe nostrane ed esotiche. 
  

 
Già nel 1142, quando il convento di Novacella venne fondato ed affidato ad una prima piccola confraternita di Canonici agostiniani dal beato Hartmann, vescovo di Bressanone, furono necessari testi per la celebrazione della liturgia e la preghiera collettiva, il libro con la regola di Sant’Agostino (il padre fondatore dell’ordine), come pure testi per l’insegnamento nella scuola conventuale, istituita poco dopo la fondazione del cenobio. 
 
Ma oggi una descrizione che giunga agli albori del tesoro librario di Novacella è lacunosa. Si può affermare che anche la biblioteca risentì delle sorti tormentate dell’abbazia. Già durante i grandi incendi del 1190 e del 1303, il fuoco infuriò proprio dove erano collocati i testi. Solo verso il 1430, con il prevosto Ulrich II, venne eretta una biblioteca meno esposta agli incendi, grazie alla copertura delle volte. 
 
Dopo le perdite connesse alla rivoluzione contadina del 1525, la biblioteca rifiorì, ma fu coinvolta dalla secolarizzazione del 1807 e ampiamente saccheggiata, in particolare dei fondi più preziosi (parzialmente ritornati a Novacella nel 1916). Porzioni del tesoro manoscritto poterono essere recuperate nel 1929, ma molto continua ad essere in possesso di altri conventi o fuori provincia.
 
Oggi la biblioteca dell’abbazia, con circa 96.000 opere registrate nel catalogo principale per autori e soggetti, rappresenta uno degli elementi più significativi del panorama culturale sudtirolese.
L’abbazia, immersa nel verde dei vigneti a poca distanza dalla bella cittadina di Bressanone, può essere definita un’azienda produttiva totalmente autonoma. 
 
Tanti e vari i prodotti creati in questo splendido luogo: vini di pregio bianchi e rossi, come il Praepositus, distillati, succo di mele, tisane alle erbe, creme cosmetiche. Le bevande possono essere degustate insieme a speck e formaggi presso la cantina-mescita dell’abbazia. 
 
Qui viene inoltre gestito un frequentato centro convegni che può accogliere fino a 160 persone, le quali hanno la possibilità di alloggiare nell’attrezzata foresteria e di consumare i pasti in loco. La struttura di Novacella é una vera impresa italiana, che spazia in tanti settori occupandosi tra l’altro di gestire 700 ettari di boschi, 400 di malghe e 2 riserve di caccia oltre ad una centrale elettrica, quella di Scaleres.
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