Sacra Famiglia con una santa (Santa Barbara o Santa Caterina d’Alessandria?) di Luca Signorelli. Firenze, Gallerie degli Uffizi (Ph courtesy mostra “Signorelli 500. Maestro Luca da Cortona, pittore di luce e poesia”)

“Signorelli 500. Maestro Luca da Cortona pittore di luce e poesia” è il titolo della mostra promossa dal Comune di Cortona e dall’Accademia Etrusca di Cortona per celebrare i 500 anni dalla morte del pittore nato proprio a Cortona nel 1441.

Straordinario innovatore della stagione rinascimentale, Luca Signorelli – Luca d’Egidio di Ventura il vero nome o Luca da Cortona – ha studiato ad Arezzo nella bottega di Piero della Francesca e ha partecipato anche alla realizzazione della Cappella Sistina a Roma come aiuto del Perugino. 

È stato una figura per molti versi sfuggente per la critica e il pubblico, eppure fondamentale nel tracciare la strada che sarà seguita da Raffaello e Michelangelo: i due giganti che, ironia della sorte, finirono in seguito per oscurarne la fama.

L’esposizione in programma al Maec–Museo dell’Accademia Etrusca e della Città di Cortona fino all’8 ottobre 2023, ripercorre la carriera dell’artista, rendendo evidente la forza del suo colorismo, la portata e l’originalità della sue invenzioni tanto ammirate da Giorgio Vasari che lo definì “un faro per i grandi del Rinascimento” e scrisse inoltre:“quella persona, che col fondamento del disegno, e delli ignudi particolarmente, e con la grazia della invenzione e disposizione delle istorie, aperse alla maggior parte degli artefici la via all’ultima perfezione dell’arte”.

La mostra di Cortona riunisce nella città natale di Luca una trentina di opere provenienti da prestigiosi musei italiani ed esteri, compresi importanti prestiti da collezioni private e da oltreoceano.

I dipinti provengono dalle Gallerie degli Uffizi di Firenze, dal Museo Nazionale Capodimonte di Napoli, dalla Fondation Jacquemart-André di Parigi, dalla National Gallery di Londra, dal Museo dell’Opera del Duomo di Orvieto, dalla Pinacoteca Comunale di Sansepolcro e ancora dalla National Gallery of Ireland di Dublino all’High Museum of Art di Atlanta.

Le opere in mostra sono state selezionate in base all’altissimo livello qualitativo e sono rappresentative di ogni decennio di attività di Signorelli, a cominciare da una delle primissime opere ancora sotto l’influenza e il magistero di Piero della Francesca, proveniente da collezione privata di New York.

Diverse le novità scientifiche che l’esposizione propone tra cui: la ricomposizione per quanto ancora possibile della straordinaria Pala di Matelica, realizzata nel 1504-1505 per la chiesa di Sant’Agostino a Matelica, smembrata e dispersa per il mondo a metà del XVIII secolo; la presenza di due preziosi pannelli con la “Nascita” e “Il miracolo di San Nicola” ( 1508 – 1510 c.), per la prima volta di ritorno in Italia dagli Stati Uniti d’America (Atlanta); e ancora il ricongiungimento, mai riuscito in epoca moderna, della tavola centrale del Polittico della chiesa di Santa Lucia a Montepulciano – raffigurante la “Madonna e il Bambino in trono” – con la relativa predella, composta da tre pannelli in prestito dagli Uffizi di Firenze, in cui Signorelli mostra tutta la sua vena narrativa.

La mostra si integra con gli itinerari di Signorelli in città: nella piccola cappella della villa cinquecentesca del  Palazzone, oggi sede della Scuola Normale, ecco l’affresco del Battesimo di Cristo, realizzato da Luca Signorelli. È stata la sua ultima opera perché proprio qui il pittore cadde da un ponteggio e pochi giorni dopo morì. Al Museo Diocesano si trovano 11 opere, tra cui alcuni capolavori come il Compianto sul Cristo morto del 1502, l’opera più antica dell’artista che si trova nella sua città natale, la Comunione degli apostoli e l’Immacolata Concezione e opere realizzate insieme alla sua bottega. Nella chiesa di San Niccolò sull’altare maggiore è collocato il gonfalone della Compagnia di San Niccolò dipinto nel 1510 circa da Luca Signorelli su ambedue le facce: nella fronte reca il Compianto sul Cristo morto, nel retro la Madonna col Bambino e i santi Pietro e Paolo. Sulla parete sinistra un grande affresco con la Madonna col Bambino e otto santi della bottega del Signorelli.

Nella chiesa di San Domenico si ammira la tavola con la Madonna col Bambino e santi del 1515.

Tra le località tosco-umbre, custodi di importanti testimonianze del Maestro, citiamo Perugia dove è esposta nella Galleria Nazionale dell’Umbria la Pala di Paciano, realizzata per la chiesa di Sant’Antonio dei minori osservanti nel borgo poco lontano dal Trasimeno e datata 1517. Altre opere importanti sono nella Cappella di San Brizio nel Duomo di Orvieto, ma anche a Città di Castello e Umbertide. Una rete importante dà vita ad un percorso di valorizzazione territoriale del grande pittore rinascimentale – con Cortona come epicentro – destinato a permanere nel tempo.


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