Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in occasione del 75° anniversario della Liberazione, ha portato come da tradizione una corona d’alloro sulla Tomba del Milite Ignoto.
La deposizione della corona all’Altare della Patria è avvenuta al di fuori di ogni cerimonia e senza la presenza di autorità, né civile, né militare, al seguito. È la prima volta che si celebra la festa della Liberazione senza cortei, senza manifestazioni pubbliche, né discorsi.

In cima alla scalinata lo attendevano due corazzieri con la mascherina e un trombettiere dei Carabinieri che ha suonato “Il Silenzio”. Mattarella si è tolto la mascherina solo al momento della deposizione della corona.
Ecco il suo messaggio:

“Nella primavera del 1945 l’Europa vide la sconfitta del nazifascismo e dei suoi seguaci.
L’idea di potenza, di superiorità di razza, di sopraffazione di un popolo contro l’altro, all’origine della seconda guerra mondiale, lasciò il posto a quella di cooperazione nella libertà e nella pace e, in coerenza con quella scelta, pochi anni dopo è nata la Comunità Europea.

Oggi celebriamo il 75° anniversario della Liberazione, data fondatrice della nostra esperienza democratica di cui la Repubblica è presidio con la sua Costituzione. La pandemia del virus che ha colpito i popoli del mondo ci costringe a celebrare questa giornata nelle nostre case.
Ai familiari di ciascuna delle vittime vanno i sentimenti di partecipazione al lutto così come va espressa riconoscenza a tutti coloro che si trovano in prima linea per combattere il virus e a quanti permettono il funzionamento di filiere produttive e di servizi essenziali.

Manifestano uno spirito che onora la Repubblica e rafforza la solidarietà della convivenza, nel segno della continuità dei valori che hanno reso straordinario il Paese. In questo giorno richiamiamo cquesti valori. Fare memoria della Resistenza, della lotta di Liberazione, di quelle pagine decisive della nostra storia, dei coraggiosi che vi ebbero parte, resistendo all’oppressione, rischiando per la libertà di tutti, significa ribadire i valori di libertà, giustizia, coesione sociale, che ne furono alla base, uniti intorno al Tricolore.

Nasceva allora una nuova Italia e il nostro popolo, a partire da una condizione di grande sofferenza, unito intorno a valori morali e civili di portata universale, ha saputo costruire il proprio futuro. Con tenacia, spirito di sacrificio e senso di appartenenza alla comunità nazionale, l’Italia ha superato ostacoli che sembravano insormontabili. Le energie positive portarono alla rinascita. Il popolo italiano riprese in mano il proprio destino. La ricostruzione cambiò il volto del nostro Paese e lo rese moderno, più giusto, conquistando rispetto e considerazione nel contesto internazionale, dotandosi di antidoti contro il rigenerarsi di quei germi di odio e follia che avevano nutrito la scellerata avventura nazifascista. Nella democrazia la dialettica e il contrasto delle opinioni non hanno mai incrinato l’esigenza di unità del popolo italiano, divenuta prerogativa della nostra identità. Avvertiamo la consapevolezza di un comune destino come una riserva etica, di straordinario valore civile e istituzionale. L’abbiamo vista manifestarsi, nel sentirsi responsabili verso la comunità, ogni volta che eventi dolorosi hanno messo alla prova la capacità e la volontà di ripresa”.
Il messaggio si è concluso con un invito a unire le forze: “Insieme possiamo farcela e lo stiamo dimostrando. Viva l’Italia! Viva la Liberazione! Viva la Repubblica!”.


Receive more stories like this in your inbox