Altro che devoto alle pratiche ascetiche e contemplative. A ben vedere, il moderno praticante di yoga risulta piuttosto essere un personaggio a metà strada tra il nerd e il geek, decisamente attratto dalle tecnologie e particolarmente interessato ai nuovi strumenti del comunicare.
 
Il ritratto del discepolo 2.0 di una tradizione che affonda le sue radici nell’antichità orientale è emerso a seguito del sondaggio di Yoga Festival 2014 (il secondo più grande evento europeo del genere, che si tiene ogni anno a Milano) e della ricerca Web Opinion effettuata dall’agenzia Reputation Manager, specializzata nell’analisi della reputazione online di aziende e privati.
 
L’oggetto di queste specifiche ricerche di mercato, condotte in collaborazione con l’azienda cinese Lenovo, leader mondiale nella produzione di tablet e pc ispirati alle pratiche yoga, è stato lo studio del rapporto tra una filosofia millenaria da una parte, e dei suoi eventuali contrasti (o armonie) con i più recenti ritrovati tecnologici dall’altra. 
 A Milano si è appena tenuto lo Yoga Festival 2014 

 A Milano si è appena tenuto lo Yoga Festival 2014 

 
Yoga e tecnologia: nemici o amici?
Ebbene, su un campione di 300 persone partecipanti allo Yoga Festival 2014, è emerso che il 60 per cento degli intervistati ritiene che la tecnologia sia un valido supporto per la pratica dello yoga (che spesso viene esercitata a casa con un video o una classe online), mentre – più in generale – per il 72 per cento dei “nuovi asceti” la tecnologia facilita enormemente la vita. Di questi, inoltre, il 50 per cento del totale è rappresentato da persone comprese tra i 25 e i 45 anni e, in globale, le categorie professionali dei liberi professionisti e dei lavoratori dipendenti sono rappresentate per il 66 per cento. 
 
Che la pratica dello yoga sia in continua crescita è indicato anche dal fatto che il 39 per cento degli intervistati ha dichiarato di praticare yoga da meno di 5 anni, mentre il 20 per cento dice di aver iniziato da meno di un anno (i motivi più diffusi che hanno portato ad un avvicinamento alla pratica sono il rallentamento dei ritmi di vita, la diminuzione dello stress e il divertimento).
 
I dati più significativi indicano inoltre che più di 7 persone su dieci che praticano yoga possiedono anche dai 2 ai 5 dispositivi tecnologici, la metà di loro ha almeno uno smartphone, mentre il 30 per cento sia un Pc desktop che un notebook. Ancora poco diffusi i tablet, posseduti da meno dell’8 per cento degli utenti. 
 
Ovviamente, la stragrande maggioranza degli “yogini” è presente sui social network: quello più in voga è Facebook (che attrae il 70 per cento dei praticanti), seguito dalla rete per professionisti Linkedin (11 per cento del campione preso in considerazione), Instagram (9 per cento) e Twitter (7), mentre il 22 per cento non ne possiede nessuno. 
 
I dati emersi dal sondaggio di Yoga Festival sono poi stati “soppesati” dalla ricerca di Reputation Manager, che ha scandagliato più di 3 mila pagine web attraverso la ricerca delle parole chiave “yoga”, “tecnologia” e “Lenovo”. Il 36 per cento delle discussioni analizzate proveniva da portali tematici tecnologici o di yoga, mentre il 25 emergeva da blog (generici e specialistici) e il 15 da siti di informazione. 
 
Inoltre, con oltre 2000 canali YouTube dedicati, si è verificato che lo yoga è seguitissimo e cliccatissimo sul principale portale dedicato a video e filmati, e sono sempre di più gli utenti che decidono di seguire tutorial e lezioni gratuite via remoto. Senza contare le migliaia di tag che popolano la rete e con le quali si propongono esercizi anti stress da fare alla scrivania, o davanti al Pc, per alleviare stress e dolori dovuti al mantenimento prolungato della posizione dell’Homo technologicus.
 
“Rallentando i ritmi e dedicando del tempo al sé, le persone sono più creative e produttive e i risultati sul lavoro sono decisamente migliori. Questo cambia tutto l’approccio organizzativo, dalle gerarchie alla leadership” ha dichiarato Jeff Weiner, amministratore delegato di LinkedIn. Chiaramente, per supportare l’idea contraria ai risultati condotti dallo Yoga Festival 2014 (ovvero che lo Yoga sia in realtà una valvola di sfogo a una vita dominata dallo stress e dalla tecnologia), si potrebbe anche evitare di scomodare l’Ad del social maggiormente orientato al mondo del lavoro.
 
Però è anche possibile che i tempi siano cambiati per davvero, e magari tra qualche anno indicare sul proprio curriculum una costante pratica di Yoga, oltreché essere decisamente cool, si rivelerà essere uno stratagemma vincente per trovare un nuovo lavoro.
 

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