Se aveste potuto partecipare alla conferenza tenutasi lo scorso primo maggio presso la California State University, Long Beach, sareste senz’altro potuti uscire dall’aula con un’inconfutabile certezza: l’ansia d’apprendimento si può combattere, ma è anche una cosa assolutamente positiva. Vi chiederete perché e la risposta è molto semplice.
La Dott.ssa Taghreed M. Al-Saraj, ricercatrice presso la University of California, Berkley, durante la conferenza resa possibile grazie alla collaborazione tra il Dipartimento di Lingue e Letterature Romanze, Germaniche e Russe e il Dipartimento di Antropologia, Storia, Linguistica, l’International Study Program, il Global Studies Institute e il Graziadio Center for Italian Studies della California State University in Long Beach, si è concentrata su un’accurata illustrazione delle principali cause e statistiche di un fenomeno diffuso, che colpisce così tanti studenti di ogni età e provenienza.
Studenti e professori del Dipartimento di Lingue e Letterature romanze, germaniche e russe della California State University, Long Beach, si sono potuti mettere a confronto durante un interessante workshop direttamente sul “campo” e con carta e penna alla mano sono riusciti a scambiarsi le rispettive esperienze ed opinioni seguite da consigli, strategie e nuove proposte per superare i problemi psicosomatici, quali ansia e attacchi di panico, che si evidenziano in occasioni quali le presentazioni in classe, domande dirette e quiz.
Una tra le proposte più attraenti è stata sicuramente quella di eliminare dalle scuole e università la parola ‘test’ o ‘quiz’ e di sostituirla con qualcosa di meno intimidatorio. La severità dell’ansia d’apprendimento in alcuni casi può diventare addirittura debilitante, ha spiegato la Dott.ssa Taghreed, un sintomo che si rende ancora più frustrante se si pensa che l’apprendimento di una lingua straniera dovrebbe essere qualcosa di assolutamente piacevole.
La Dott.ssa Clorinda Donato, Professore di francese e italiano presso la California State University in Long Beach conferma il fatto che l’ansia significa motivazione e che è compito degli insegnanti far sì che quest’ansia sia incanalata nella giusta direzione e non rappresenti un limite per gli studenti, bensì uno stimolo maggiore.
“La difficoltà principale per gli studenti di italiano di lingua madre inglese consiste spesso nella mancanza di consapevolezza dell’esistenza di altre lingue e culture al di fuori di quella inglese e la tendenza a non essere in grado di immaginare come tutte le altre lingue possano esistere e funzionare diversamente” spiega la Dott.ssa Donato, “e il fatto che le culture straniere possano guardare alla realtà in modo diverso, e questa realtà sia poi espressa attraverso la lingua.
Per i madrelingua inglese il secondo grande problema consiste nel fatto che una grande parte del mondo parla e funziona in inglese. Internet continua ad espandersi e a conquistare una comunicazione che si rivela sempre più rapida, e questo comporta che una persona di madre lingua inglese abbia la sensazione che l’unica lingua che conti sia l’inglese. Con il passare degli anni ciò ha rafforzato l’idea che l’inglese è la lingua Franca ed è l’unica lingua necessaria. Una delle cose più positive che sta accadendo negli Stati Uniti che contrasterà questo è l’ascesa dello spagnolo che aiuta una sensibilizzazione verso l’italiano, specialmente nella California del Sud”.
“L’italiano ricopre un ruolo unico nella società e cultura americana” continua la Dott.ssa Donato, presidente del Graziadio Center for Italian Studies, “perché gli americani, indipendentemente dalla loro peculiare etnia, cinesi-americani, portoghesi-americani, messicani-americani, amano tutti l’Italia.”
La Dott.ssa Donato conclude poi raccontando che trova interessante una domanda che Le viene spesso posta: “Perché così tanti studenti imparano l’Italiano?” e la risposta è semplicissima: “Perché lo vogliono” chiarisce la Dott.ssa Donato.
Ma c’è anche un’altra risposta, specifica la Dott.ssa Donato: “L’italiano sta diventando una lingua globale” e “una delle cose più positive circa l’immigrazione in Italia è il fatto che nuovi e diversi gruppi etnici stanno diventando italiani, gruppi non necessariamente nati in Italia, che non sono etnicamente italiani ma che sono legalmente italiani, questi gruppi stanno facendo della lingua italiana una lingua globale.”