Andrea Marcelli e il suo trio hanno debuttato al Watts Tower Arts Center il 30 Settembre scorso. La cornice, quella del Drum and Jazz Festival, che si tiene ogni anno durante l’ultimo fine settimana di settembre. In una caldissima due giorni, sotto un grande tendone bianco, pubblico e musicisti si riuniscono al suono di musica jazz, blues e gospel, per un festival unico, organizzato da Watts Towers Art Center – City of Los Angeles, e Friends of the Watts Towers Art Center.
Presenti ovviamente l’Arts Center, con la sua mostra d’arte, il Charles Mingus Youth Arts Center, e tante coloratissime bancarelle. Quartiere difficile, Watts ama ricordare a se stesso e al resto di Los Angeles che c’è anche arte, musica e iniziativa popolare, partecipazione. Dal palco, uno degli organizzatori chiede alla folla: “Hanno sparato a nessuno oggi?” e un “No” generale, quasi gridato, è la voglia di una comunità di dissociarsi, in qualche modo, da parte della sua realtà, anche con un pizzico di ironia. Alla base di un progetto di successo come quello delle Watts Towers e delle sue attività c’è la fede nell’arte, nella musica e nella cultura in genere come via di salvezza. In particolar modo, la musica.
Watts, come ci ricorda sempre uno degli organizzatori dal palco, ha avuto e continua ad avere un’alta concentrazione di musicisti, tra cui il celebre Charles Mingus. Un pugno di case da cui sono partiti musicisti jazz che hanno influenzato molto il genere, diventando poi anche simbolo di riscatto sociale per la comunità nera. Eppure, c’è Italia anche lì.
Attesissima la presenza di Andrea Marcelli, fortemente voluta e coordinata da Alberto di Mauro, Direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di Los Angeles, e quella dell’autrice Mary Bucci Bush, promossa dal Consolato Generale d’Italia. Questa è la prima esibizione di un musicista italiano al Watts Towers Jazz Festival.
Era tempo che un nostro artista tornasse a Watts, le cui famose torri vennero costruite proprio da un altro italiano, Sabatino “Simon” Rodía negli anni ’50. Motivo in più di orgoglio per il Direttore Alberto di Mauro e per l’Istituto Italiano di Cultura per essere riusciti a riconnettere la memoria italiana di Watts con la presenza viva della musica e del musicista. Andrea Marcelli, come egli stesso ci racconta, si è spesso esibito dove nessun italiano aveva mai suonato prima, o dove il jazz non era mai neppure arrivato, ricordandoci anche che furono proprio gli italo-americani, come ad esempio Tony Sbarbaro, tra i primissimi a incidere dischi jazz.
In trentasei anni di attività, Marcelli si è sempre fatto portavoce di un certo tipo di jazz, volto alla comunicazione pura e all’interscambio, ma sempre nel mantenimento della propria identità. Per Andrea Marcelli, artista sempre in viaggio, il festival a Watts è un ritorno in una città, Los Angeles, in cui ha vissuto otto anni. Poi quattro anni a New York e undici a Berlino, dove tuttora vive. Viaggiare e vedere è fondamentale per un musicista, ed è fondante per Andrea Marcelli.
Come ci racconta, per lui il jazz è dialogo, scambio tra musicisti e culture in un genere musicale che nasce e si fonda proprio sulla diversità culturale e sulla sintesi. Un jazz che si ramifica, che cambia nel tempo diversificandosi nel dialogo con diverse culture e influssi che ogni musicista naturalmente porta con sé. Dialogando, Andrea Marcelli porta il suo jazz e la sua voce, ma a Watts ha anche voluto omaggiare la musica, diciamo cosí, locale, suonando pezzi di Charles Mingus, Thelonious Monk, Wayne Shorter. E il pubblico apprezza.
Un pubblico numeroso ed eterogeneo, festante e multicolore, partecipativo nonostante il caldo. Periodo di grande attività per Andrea Marcelli, che arriva alle Watts Towers dopo aver suonato al Blue Whale di Pasadena e al Vibrato di Bel Air. Poi all’Arizona State University e al celebre Glinka Theatre di S. Pietroburgo, dove torna per la seconda volta portando in concerto arrangiamenti jazz di musica classica. Ecco ancora il dialogo, in questo caso tra musica classica e jazz, che per Andrea Marcelli è anche scambio di ruoli. Nella sua recente discografia troviamo “Beyond the Blue” (Art of Life Records) e “Sundance”, uscito lo scorso luglio con la Storyville Records.