Architettura e design a supporto dell’uomo, perché ne possa usufruire e godere anche nella quotidianità. “Vivere alla Ponti”  non è solo una mostra, bensì una filosofia di vita. Gio Ponti (1891-1979) è stato uno dei maggiori esponenti del design italiano del dopoguerra, autore di opere e di idee ancora perfettamente attuali.
 
Un talento multidimensionale quello del designer milanese, che durante i suoi anni di attività si è dedicato ai più svariati interessi, dall’architettura alle arti decorative, dalla progettazione interna alla pittura, alla direzione di riviste di successo. Sempre seguendo lo stesso principio: “Amate l’architettura,” diceva nel 1957, “Per quel che di fantastico, avventuroso e solenne ha creato – ha inventato – con le sue forme astratte, allusive e figurative che incantano il nostro spirito e rapiscono il nostro pensiero, scenario e soccorso della nostra vita”.
 
Una collezione delle sue creazioni è ora a Los Angeles per una doppia mostra, che spazia dagli ambienti dell’Istituto Italiano di Cultura alla residenza privata del Console Generale, risultato di una collaborazione con Molteni & C, Snaidero USA, e National Italian American Foudation (NIAF).
 Creazioni di Gio Ponti rivivono sulle colline di Hollywood, nella residenza del Console Generale. Photo credits: Gianfilippo De Rossi

 Creazioni di Gio Ponti rivivono sulle colline di Hollywood, nella residenza del Console Generale. Photo credits: Gianfilippo De Rossi

 
Al centro di quest’ultima sono due opere direttamente connesse con l’esperienza di Ponti in California: il progetto in cartone per la scultura di un’immaginaria “Cattedrale di Los Angeles”, che Ponti realizzò nel 1967, dedicandola agli amici Charles e Ray Eames; e alcuni disegni originali di una casa circolare nella Contea di Marin, in California, un progetto visionario rappresentativo della direzione artistica di Ponti negli ultimi anni del suo lavoro.
 
“Con questo allestimento abbiamo voluto ribadire il legame che Gio Ponti ha avvertito verso la California fin da quando l’ha visitata nel 1966 per una mostra a lui dedicata alla UCLA,” spiega il Console Giuseppe Perrone. “La scultura dell’immaginaria cattedrale di Los Angeles, la cui maquette è in mostra in residenza, esprime una visione poetica e altamente evocativa di questa città. Collocando gli oggetti disegnati dal grande architetto italiano in un ambiente domestico, abbiamo voluto enfatizzare la modernità di Ponti e la sua visione pionieristica della “Casa all’Italiana”, una casa dove il confort si combina perfettamente con il gusto e con un’estetica semplice, ma sempre spettacolare”.
 
Una passione più che un mestiere, quella del designer, che ha sempre continuato a cercare il punto d’incontro tra bellezza, forma e  funzionalità. “E quale luogo migliore per assaporare l’aspetto funzionale delle sue opere se non questo Istituto?”, afferma il suo direttore Alberto Di Mauro, che da quando è arrivato nel suo ufficio ha convissuto con una scrivania, un tavolo e sei sedie super leggere firmate da Gio Ponti. Per lui la mostra non è altro che un’estensione del suo ‘vivere alla Ponti’, iniziato due anni fa con l’esperienza losangelina.
 
L’obiettivo del designer era quello di creare strutture e oggetti che si armonizzassero con il loro contesto e con il loro uso, e che fossero rappresentativi di un corretto uso dei materiali. Quando il design guardava ancora all’élite, Ponti strizzava l’occhio alla borghesia; che fossero intere strutture o oggetti d’arredamento, le sue creazioni dovevano sorreggere e supportare la quotidianità dell’uomo moderno, fondersi con essa, renderla migliore.
 
Un innovatore democratico dunque, come lo ha definito la curatrice Francesca Molteni: “Il fil rouge di questa mostra è l’accessibilità del design pontiano; Ponti preferiva non concentrarsi su un pezzo unico e irriproducibile, ma piuttosto su qualcosa che potesse essere replicato su scala industriale, e i cui costi quindi fossero più accessibili al pubblico. Le sue creazioni erano pensate per entrare nelle case, in Italia come all’estero.”
 
Amato e stimato dai suoi colleghi, Gio Ponti è ricordato anche negli Stati Uniti come un grande architetto, designer, artigiano, poeta e giornalista, ma soprattutto un grande innovatore. Con l’amore per la vita e per ciò che la contiene e la sorregge: il design e l’architettura appunto.
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