In 2022, the bilateral trade volume between Italy and the United States reached $117 billion, and current data indicates a consistent upward trajectory. This surge is underpinned by a mutual commitment to bolster economic ties through cooperation, co-investments, job creation, and friend-shoring across several pivotal sectors. As highlighted in the joint statement following the recent White House summit between Italian Prime Minister Giorgia Meloni and US President Joe Biden, this shared vision and alignment of goals will shape “not only our present but our collective future, encompassing emerging technologies, energy transitions, and the defense sector,” all considered key areas of shared growth.
Furthermore, the joint statement, which summarized a comprehensive 90-minute discussion encompassing major global political issues, began by reasserting the “unwavering alliance, strategic collaboration, and profound camaraderie” between the two nations.
A focal point of the Washington meeting was the economic relationship between Italy and the US, anchored in a robust trade exchange: last year, this exchange facilitated trade worth $100 billion. “There’s no reason this can’t expand,” remarked the US President during a televised session in the Oval Office. Meloni resonated with this sentiment, referencing the Inflation Reduction Act, which financially aids American firms while inadvertently disadvantaging European ones, including Italian enterprises. Nevertheless, the emphasis remains on amplifying cooperation and engaging Italian firms, especially in the defense, infrastructure, and space sectors.
Beyond these promising outlooks, tangible figures already showcase a steady recovery post-pandemic. Specifically, in 2021, US-Italy trade witnessed a notable surge (+19.4%) following a decline of -14.4% in 2020, and a modest growth of +2.1% compared to 2019. By then, Italy had already ascended in the ranks of US trade partners, moving from 15th to 14th position (data sourced from the Italian Trade Agency). Italian exports in 2021 also saw a marked increase compared to pre-pandemic figures (+6.5% versus 2019), with the US retaining its position as the third-largest destination for Italian exports and boasting a trade surplus of $39.3 billion.
This propitious phase is further underscored by the recent inauguration of a Confindustria office in Washington. Confindustria is Italy’s premier association representing manufacturing and service companies, encompassing over 150,000 enterprises of varying sizes and employing a total of 5,383,286 individuals.
The objective is to further amplify transatlantic ties and bridge Italian businesses with the American market. “The decision to establish a representative office in the US is both timely and apt in this phase, where the imperative to nurture relationships between trusted allies and consolidate value chains, especially in strategic sectors, is more pronounced than ever,” the Italian Ambassador to the US, Mariangela Zappia, remarked during the inauguration of the Confindustria office in Washington D.C. She emphasized the current robust economic partnership between the US and Italy.
Ambassador Zappia added, “The Confindustria office will ensure continuous liaison with American counterparts at both institutional and associative levels. It will serve as a beacon for the over 3,500 Italian-owned enterprises operating across the US. In the ‘land of opportunities’ that the US embodies, this office can expedite innovative endeavors involving Italian firms and also assist them in capitalizing on opportunities stemming from affiliations with major global financial institutions present here, such as the World Bank, the International Monetary Fund, and the Inter-American Development Bank.”
Il commercio bilaterale fra l’Italia e gli Stati Uniti è stato pari a 117 miliardi di dollari nel 2022 e gli indicatori dicono che è in costante crescita, sostenuto dal reciproco impegno a rafforzare la partnership economica in termini di cooperazione, co-investimenti, posti di lavoro e friend-shoring in diversi settori strategici. Visione comune e allineamento di intenti, come hanno detto nel joint statement al termine del recente vertice alla Casa Bianca la presidente del Consiglio dei ministri italiano Giorgia Meloni e il presidente americano Joe Biden, definirà “non solo il presente, ma il futuro comune, anche sulle tecnologie emergenti, la transizione energetica e il settore della difesa”, citando solo alcuni dei settori di comune sviluppo.
Anzi, la dichiarazione congiunta arrivata al termine di un incontro durato un’ora e mezza che ha toccato tutti i principali temi al centro dell’agenda politica internazionale, inizia proprio dal riaffermare “l’alleanza incrollabile, il partenariato strategico e la profonda amicizia” tra i due Paesi.
Un capitolo particolarmente significativo toccato nell’incontro a Washington è stato quello dedicato ai rapporti economici tra Italia e Stati Uniti che si basano su un interscambio commerciale sempre più solido che lo scorso anno alimentato 100 miliardi di dollari di scambi: “Non c’è motivo per cui non possa crescere” ha detto il presidente degli Stati Uniti davanti alle telecamere nello studio ovale. Affermazione che Meloni ha rilanciato facendo un riferimento all’Inflation Reduction Act, la legge che offre un sostegno finanziario alle aziende americane e che conseguentemente penalizza quelle europee comprese quelle italiane, sebbene si punti a rafforzare la cooperazione e il coinvolgimento delle imprese italiane in particolare nei settori della difesa, delle infrastrutture, dello spazio.
Al di là di incoraggianti prospettive, rassicurano numeri già certi che hanno registrato una crescita progressiva dopo lo stop legato alla pandemia. Detto altrimenti, già nel 2021 l’andamento degli scambi Usa-Italia aveva registrato un forte aumento (+19,4%) dopo il calo del -14,4% nel 2020 e un +2,1% rispetto al 2019. L’Italia già allora era riuscita a guadagnare una posizione tra i partner commerciali degli Usa, passando dal 15° al 14° posto (dati Italian Trade Agency). In particolare l’export italiano nel 2021 segnava una crescita rilevante rispetto ai livelli pre-pandemici (+6,5% vs 2019), con gli Usa che mantenevano la posizione di 3° mercato di destinazione del nostro export e un attivo di bilancia commerciale per 39,3 miliardi di dollari.
Che questo sia un momento favorevole, lo dimostra anche la recente inaugurazione a Washington di una sede di Confindustria, la principale associazione di rappresentanza delle imprese manifatturiere e di servizi in Italia con oltre 150 mila aziende di dimensioni piccole, medie e grandi, per un totale di 5.383.286 addetti.
L’obiettivo è dare ulteriore impulso alle relazioni transatlantiche e creare un ponte tra le imprese italiane e il mercato americano. “La scelta di aprire un ufficio di rappresentanza negli Stati Uniti è opportuna e tempestiva in questa fase in cui emerge più che mai la necessità di investire nel rapporto tra alleati e partner fidati e di consolidare le catene del valore, a partire dai settori strategici”, ha commentato l’Ambasciatrice d’Italia negli Stati Uniti, Mariangela Zappia, all’inaugurazione dell’ufficio di Confindustria a Washington Dc, sottolineando che avviene in un momento in cui anche la partnership economica tra Stati Uniti e Italia è particolarmente forte.
“L’ufficio di Confindustria potrà assicurare un raccordo costante con le controparti americane a livello istituzionale e associativo – ha detto l’Ambasciatrice – e sarà un punto di riferimento per le oltre 3.500 le imprese a capitale italiano presenti su tutto il territorio degli Stati Uniti. Nella ‘land of opportunities’ che rappresentano gli Usa, la sede potrà contribuire ad accelerare processi innovativi che vedano protagoniste le imprese italiane e potrà aiutarle anche a cogliere le opportunità derivanti dal raccordo con le importanti Istituzioni finanziarie internazionali qui presenti: Banca Mondiale, Fondo Monetario e Banca Interamericana di Sviluppo”.