Leaving Saint Rita’s native Cascia behind, our tour of Umbria proceeds to the steep hill of Todi, our second destination. Located in the southwestern part of the region, halfway between Perugia and Orvieto, in the 1990s Todi came to worldwide prominence because of a study on sustainability conducted by the University of Kentucky: in it, this little medieval town overlooking the Tiber River was selected as the “most livable city in the world”, standing out as a real model thanks to its ideal balance of size, location, climate, culture, agriculture, food, and harmony with the surrounding countryside.
Besides being a world-renowned “green city”, however, Todi is known first and foremost as the birthplace of Fra’ Jacopone da Todi (ca. 1230-1306), the Franciscan friar and mystic who also was one of the most important Medieval Italian poets. Just like his master and compatriot Saint Francis of Assisi – whose “Canticle of the Creatures” is considered the first real text of Italian literature – Jacopone wrote several laude (sacred songs) in the Umbrian vernacular, thus contributing to the establishment of an early Italian literary language: among his most popular works, the “Pianto della Madonna” (Madonna’s Complaint) and “O Signor, per cortesia…” (Send me illness, O Lord…), but also the Latin prayer “Stabat Mater”, an hymn to the Virgin Mary which has later been set to music by various European composers, including Vivaldi, Rossini, and Verdi.
As you may notice by the names of Todi’s local shops, schools and cinemas, among others, Jacopone is still held in very high esteem by his fellow citizens. Yet he is by no means the sole religious person to be venerated in this town, founded by the Umbrian people already in pre-Roman times: on the contrary, Todi has a very long Christian tradition that dates back at least to Saint Terentian (II century). As a result, the place now abounds in all kinds of churches from different eras of the past: for example, the Romanesque-Gothic Cathedral overlooking the Piazza del Popolo main square, located at the very top of the hill, or the Renaissance-style temple of Santa Maria della Consolazione, to be found in a green field just outside the city walls.
Not yet given the rank of “Saint” of the Catholic Church but honored as “Blessed”, Jacopone nowadays rests in the Basilica di San Fortunato. This part Romanesque, part Gothic church – dedicated to Todi’s patron saint, St. Fortunatus (VI century) – is really one of the most impressive in the whole area, especially because of its unique location: situated at the top of a sloping, grassy square with an x-shaped staircase leading to its main entrance, the church is just a few steps away from the old Citadel (now a public park). At the same time, you can find in the near distance Jacopone’s former house, while a statue of the mystic at the bottom of the stairs welcomes all visitors with its austere profile.
Born with the name of Jacopo dei Benedetti to a noble family, the man was originally a greedy lawyer: only upon his wife’s premature death did he join the Franciscan order, giving away all his possessions, preaching penitence and becoming an ascetic. Because of his eccentricity and mysticism, the friar was soon ridiculed as a madman in his native Todi and thus came to be known as “Jacopone” (that is, “Crazy Jim”): in fact, he considered himself just a “fool for Christ”. This rigorous attitude does indeed emerge from the mystic’s groundbreaking poems, as it also does his criticism of corruption and luxury, which eventually led to Jacopone’s excommunication and imprisonment on behalf of Pope Boniface VIII. Following his release, Jacopone spent the last years of his life in the nearby convent of Collazzone, where he died and was buried. In 1433, his remains were moved to San Fortunato.
The cornerstone for the modern Basilica of San Fortunato had been laid here by the end of the XII century, probably on the same site of an ancient Etruscan temple. In 1292, it was then decided that the church was to be converted from the Romanesque to the new Gothic style: after almost 150 years of works, though, its facade had to be left unfinished because of Todi’s war debts, thus adding to San Fortunato’s current peculiarity. However it may be, the Basilica now looks anything but imperfect, as suggested by the meticulously-carved low relieves around its three main gates. Needless to say, the vaulted, sparsely frescoed interior is astonishing as well, as it is the crypt including the sarcophagus with the remains of five local saints (Fortunatus, Cassian, Callistus, Digna, and Romana) and the arm relic of St. Fortunatus. Jacopone’s tomb is much more modest, but his presence here is equally felt: it is a simple gravestone predating his death to 1296, before his eventual excommunication, as if to finally clear the mystic’s name.
Lasciandoci alle spalle Santa Rita e la sua Cascia, il nostro viaggio in Umbria procede verso la ripida collina di Todi, nostra seconda destinazione. Situata nella parte sudoccidentale della regione, a metà strada fra Perugia e Orvieto, nel corso degli anni Novanta Todi è salita alla ribalta mondiale a causa di uno studio sulla sostenibilità condotto dall’Università del Kentucky: in esso, questo piccolo borgo medievale affacciato sul fiume Tevere era stato indicato come “la città più vivibile al mondo”, spiccando quale vero e proprio modello grazie al suo ideale equilibrio di dimensioni, posizione, clima, cultura, agricoltura, alimentazione e armonia con la campagna circostante.
Oltre a essere una “città verde” famosa nel mondo, tuttavia, Todi è nota prima di tutto come luogo d’origine di Fra Jacopone da Todi (ca. 1230-1306), il mistico frate francescano che fu anche uno dei più importanti poeti medievali italiani. Proprio come il suo maestro e conterraneo San Francesco d’Assisi – il cui “Cantico delle creature” è considerato il primo vero testo della letteratura italiana – Jacopone scrisse numerose laude (canzoni sacre) in volgare umbro, contribuendo così all’istituzione di una prima lingua letteraria italiana: fra le sue opere più note, il “Pianto della Madonna” e “O Signor, per cortesia…”, ma anche la preghiera in latino “Stabat Mater”, un inno alla Vergine Maria che è stato in seguito musicato da vari compositori europei, fra cui Vivaldi, Rossini e Verdi.
Vista di Todi, conosciuta per aver dato i natali a Jacone da Todi, il frate e mistico francescano, che fu anche uno dei più importanti poeti italiani medievali. Photo: ValerioMei
Come si può notare, fra le altre cose, dai nomi dei negozi, delle scuole e dei cinema di Todi, Jacopone è ancora tenuto in grande considerazione dai suoi concittadini. Tuttavia egli non è assolutamente l’unica personalità religiosa a essere venerata in questo paese, fondato dagli Umbri già in epoca preromana: al contrario, Todi ha una lunghissima tradizione cristiana che risale quantomeno a San Terenziano (II secolo). Di conseguenza, il luogo è oggi ricco di ogni genere di chiese di varie epoche passate: per esempio, la Cattedrale romanico-gotica che si affaccia su Piazza del Popolo, in cima alla collina, oppure il tempio in stile rinascimentale di Santa Maria della Consolazione, collocato su un prato verde al di fuori delle mura cittadine.
Non ancora elevato al rango di “Santo” della Chiesa Cattolica ma onorato come “Beato”, Jacopone riposa oggi nella Basilica di San Fortunato. Questa chiesa in parte romanica e in parte gotica – dedicata al santo patrono di Todi, S. Fortunato (VI secolo) – è davvero una delle più suggestive dell’intera zona, soprattutto a causa della sua singolare posizione: situata sulla sommità di una piazza in pendenza, ricoperta d’erba e attraversata da una scalinata a forma di X che conduce al suo ingresso principale, la chiesa è a soli pochi passi dall’antica Rocca (oggi un parco pubblico). Allo stesso tempo, è possibile trovare nelle vicinanze la vecchia casa di Jacopone, mentre una statua del mistico ai piedi della scalinata dà il benvenuto a tutti i visitatori con il suo profilo severo.
Scorcio di una tipica strada di Todi. Photo: clodio
Nato col nome di Jacopo dei Benedetti da una nobile famiglia, quest’uomo era originariamente un avido avvocato: solo in seguito alla morte prematura della moglie entrò nell’Ordine Francescano, spogliandosi di tutti i suoi averi, predicando la penitenza e divenendo un asceta. A causa della sua eccentricità e del suo misticismo, il frate venne ben presto deriso come un folle nella nativa Todi e divenne così noto come “Jacopone”: in realtà, egli si considerava un semplice “folle per Cristo”. Questo atteggiamento rigoroso emerge indubbiamente dalle innovative poesie del mistico, così come la sua critica alla corruzione e al lusso, che avrebbero alla fine portato alla scomunica e all’incarcerazione di Jacopone per ordine di Papa Bonifacio VIII. In seguito al suo rilascio, trascorse gli ultimi anni della sua vita nel vicino convento di Collazzone, dove morì e fu sepolto. Nel 1433, i suoi resti vennero trasferiti all’interno di San Fortunato.
La prima pietra della moderna Basilica di San Fortunato era stata posta qui verso la fine del XII secolo, probabilmente sullo stesso sito di un antico tempio etrusco. Nel 1292, fu poi deciso di convertire la chiesa dal romanico al nuovo stile gotico: dopo quasi 150 anni di lavori, però, la sua facciata dovette essere lasciata incompiuta a causa dei debiti di guerra di Todi, accrescendo così l’odierna peculiarità di San Fortunato. In ogni caso, la Basilica oggi sembra tutto tranne che imperfetta, come suggeriscono i bassorilievi meticolosamente incisi attorno ai suoi tre portoni d’ingresso. Inutile a dirsi, anche gli interni a volta – scarsamente affrescati – sono meravigliosi, così come la cripta che contiene il sarcofago coi resti di cinque santi locali (Fortunato, Cassiano, Callisto, Digna e Romana) e la reliquia del braccio di S. Fortunato. La tomba di Jacopone è ben più modesta, ma la sua presenza qui è altrettanto percepibile: si tratta di una semplice lapide che ne anticipa la morte al 1296, prima della sua scomunica, come a scagionare definitivamente il mistico.
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