Domenico Mastini had the idea of a portable phone already in the 1930s (Image created with DALL-E 2)

In the collective imagination, the invention of mobile phones is tied to the booming consumer culture of the 1980s. But long before the Motorola DynaTAC or the first brick-sized handsets made headlines, an Italian engineer had already envisioned – and built – the first portable phone. In the mid-1930s, Domenico Mastini developed what can rightly be considered the prototype of the modern mobile phone. His invention, produced by the Fimi-Phonola factory in Saronno, allowed users to place calls from a moving vehicle to any number on the urban telephone network, something truly revolutionary for the era.

Mastini’s system worked through a fixed radio transceiver and a vehicle-mounted phone unit. It relied on alternating frequencies – 46 MHz for transmission and 42 MHz for reception on the base unit, with the opposite configuration on the car phone. The range extended several dozen kilometers, allowing real-time communication while on the road, a groundbreaking feat that anticipated mobile connectivity by decades.

The real innovation, however, lay in Mastini’s far-reaching vision for the future: he designed a national network of automatic radio repeaters, placed strategically on high ground to allow for seamless long-distance calls. It was, in essence, an early and remarkably intuitive blueprint for the infrastructure that would later power cellular networks worldwide. In 1942, in the middle of World War II, Mastini went even further by proposing a radio-based switching center on Mount Penice to link major cities in northern Italy via airwaves. However, only one connection – between Milan and Bergamo – was ever implemented, and only briefly, during the short-lived Republic of Salò.

After the war, Mastini’s project was quietly shelved. Italy opted to rebuild its national telephone system using cable, and the success of Francesco Vecchiacchi’s radio relay link between Milan and Rome diverted attention from Mastini’s pioneering work. Yet, his legacy remains a remarkable one: decades before smartphones became our daily companions, it was an Italian who dreamed up the idea of talking on the move. Was he visionary or simply ahead of his time? Who knows…But certainly, Domenico Mastini deserves recognition as the forgotten mind behind the world’s first mobile phone.

(Image created with DALL-E 2)

Nell’immaginario collettivo, l’invenzione dei telefoni cellulari è legata al boom della cultura consumistica degli anni ’80. Ma molto prima che il Motorola DynaTAC o i primi telefonini delle dimensioni di un mattone facessero notizia, un ingegnere italiano aveva già immaginato – e costruito – il primo telefono portatile. A metà degli anni ’30, Domenico Mastini sviluppò quello che può essere a ragione considerato il prototipo del moderno telefono cellulare. La sua invenzione, prodotta dallo stabilimento Fimi-Phonola di Saronno, permetteva agli utenti di effettuare chiamate da un veicolo in movimento a qualsiasi numero della rete telefonica urbana, una vera e propria rivoluzione per l’epoca.

Il sistema di Mastini funzionava tramite un ricetrasmettitore radio fisso e un’unità telefonica montata sul veicolo. Si basava su frequenze alternate: 46 MHz per la trasmissione e 42 MHz per la ricezione sull’unità base, con la configurazione opposta sul telefono veicolare. La portata si estendeva per diverse decine di chilometri, consentendo comunicazioni in tempo reale anche in viaggio, un’impresa rivoluzionaria che anticipò di decenni la connettività mobile.

La vera innovazione, tuttavia, risiedeva nella lungimirante visione di Mastini per il futuro: progettò una rete nazionale di ripetitori radio automatici, posizionati strategicamente su alture per consentire chiamate interurbane senza interruzioni. Si trattava, in sostanza, di un progetto precoce e straordinariamente intuitivo per l’infrastruttura che in seguito avrebbe alimentato le reti cellulari in tutto il mondo. Nel 1942, nel pieno della Seconda Guerra Mondiale, Mastini si spinse ancora oltre proponendo un centro di commutazione radio sul Monte Penice per collegare le principali città del nord Italia via radio. Tuttavia, solo un collegamento – tra Milano e Bergamo – fu implementato, e solo per un breve periodo, durante la breve Repubblica di Salò.

Dopo la guerra, il progetto di Mastini fu silenziosamente accantonato. L’Italia optò per ricostruire il suo sistema telefonico nazionale via cavo, e il successo del collegamento radio a ponte tra Milano e Roma di Francesco Vecchiacchi distolse l’attenzione dal lavoro pionieristico di Mastini. Eppure, la sua eredità rimane straordinaria: decenni prima che gli smartphone diventassero i nostri compagni quotidiani, fu un italiano a concepire l’idea di parlare in movimento. Era un visionario o semplicemente un precursore dei tempi? Chissà… certamente, Domenico Mastini merita di essere riconosciuto come la mente dimenticata dietro al primo telefono cellulare al mondo.

Receive more stories like this in your inbox