The pasta strainer, or scolapasta, holds a distinguished place in every Italian kitchen: how would we do without it?
As you may expect, it was invented in Italy but, unlike many other national inventions, we don’t have a precise name or exact time to associate with it. We can, however, look into what we know and try to trace its fully-made-in-Italy origins and development.
The earliest forms of colanders or strainers are believed to have emerged from the culinary practices of ancient Rome, where they were utilized in winemaking to process grapes. These early colanders, fashioned in larger sizes, sort of laid the groundwork for the strainers we know today.
If we want to find any historical reference to a tool similar to a pasta strainer, we need to go back to the Renaissance era. More specifically, to the year 1363, when a utensil called caza lasagnaria was used by pasta makers from Genoa to prepare their popular trenette and spaghetti dishes.
However, it was not until 1570 that Bartolomeo Scappi, esteemed cook to the papal élite, immortalized the pasta strainer in his seminal work, Opera dell’Arte del Cucinare, with a depiction of what he termed the foratoro.
In its early iterations, the pasta strainer was fashioned from humble materials like perforated terracotta, embodying the rustic charm of traditional Italian kitchens. Over time, craftsmen refined its design, transitioning to metals such as bronze and copper, which offered enhanced durability and heat resistance.
Through time, the pasta strainer underwent a metamorphosis: its shape evolved into the iconic hemispherical form, adorned with perforations and fitted with brass feet—a design that remains emblematic of Italian culinary culture.
Today, the pasta strainer transcends its utilitarian function to become an object of artistry and innovation: famous designers such as Philippe Starck and Teseo Berghella lent their creative vision to reimagine the scolapasta, crafting exquisite pieces that marry form with function. From stainless steel conical marvels to curved steel sculptures reminiscent of spaghetti curls, these contemporary interpretations are as beautiful as they are useful!
Lo scolapasta, o colapasta, occupa un posto importante in ogni cucina italiana: come potremmo farne a meno?
Come ci si può aspettare, è stato inventato in Italia ma, a differenza di molte altre invenzioni nazionali, non abbiamo un nome preciso o un’ora esatta da associare ad esso. Possiamo però approfondire ciò che sappiamo e provare a tracciarne le origini e lo sviluppo interamente made in Italy.
Si ritiene che le prime forme di colini siano venute fuori dalle pratiche culinarie dell’antica Roma, dove venivano utilizzati nella vinificazione per lavorare l’uva. Questi primi colini, realizzati in dimensioni più grandi, gettarono le basi per i colini che conosciamo oggi.
Se vogliamo trovare qualche riferimento storico ad uno strumento simile ad un colino per la pasta, dobbiamo risalire all’epoca rinascimentale. Più precisamente al 1363, quando un utensile chiamato caza lasagnaria veniva utilizzato dai pastai genovesi per preparare le famose trenette e gli spaghetti.
Tuttavia, fu solo nel 1570 che Bartolomeo Scappi, stimato cuoco dell’élite papale, immortalò il colino per la pasta nella sua opera fondamentale, Opera dell’Arte del Cucinare, con una raffigurazione di quello che chiamò il foratoro.
Nelle sue prime iterazioni, il colino per la pasta era realizzato con materiali umili come la terracotta traforata, incarnando il fascino rustico delle tradizionali cucine italiane. Nel corso del tempo, gli artigiani ne perfezionarono il design, passando a metalli come bronzo e rame, che offrivano maggiore durata e resistenza al calore.
Nel corso del tempo, il colino per pasta ha subito una metamorfosi: la sua forma si è evoluta nell’iconica forma emisferica, ornata da perforazioni e dotata di piedini in ottone, un design che rimane emblematico della cultura culinaria italiana.
Oggi, il colino per pasta trascende la sua funzione utilitaristica per diventare un oggetto di arte e innovazione: designer famosi come Philippe Starck e Teseo Berghella hanno prestato la loro visione creativa per reimmaginare lo scolapasta, realizzando pezzi squisiti che sposano forma e funzione. Dalle meraviglie coniche in acciaio inossidabile alle sculture in acciaio curvato che ricordano i riccioli di spaghetti, queste interpretazioni contemporanee sono tanto belle quanto utili!
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