Tram in Via Po, Turin. Photo: © PHSTOCK | Dreamstime.com

Undoubtedly, this isn’t the best moment to use public transports in Italy, but that doesn’t mean we can’t talk about it. When it comes to romantic transport, fit for literature and movies,  trains are  king, but we Italians are attached to something else too, to our old  street cars. 

Street cars were  once common a bit everywhere in the country, but today are active only in a handful of cities, including Turin, Milan, Trieste, Rome, Florence, Naples, Palermo, Padova, Venezia, Bergamo and Messina. Many may wonder what’s the big deal with trams,  because “aren’t they just a mix between a bus and a train, in the end?” Well, somehow that’s true, they are: they travel on tracks just like trains and are moved by electricity, but they do look like buses and  operate in towns and cities just like them. 

But  the tram is  so much more than a bus, you know. In that, it’s just like its bigger, more  popular cousin, the train: it’s more than a way to go from A to B,  it’s part of the  soul  of a city, because its clinging and puffing gives a different note to her voice; and it’s also a precious accessory, and a pretty unique one at that, with its  narrow, art-deco silhouette — still present, although not as elegant, even in very recent vehicles —- and  orange color. 

In Turin, you couldn’t even think of Via Po, Via Maria Vittoria or Piazza Vittorio without street cars and their cheerful singing: they are like the river and the Mole, like the Gran Madre and those beautiful hills and mountains that are, still today, the most royal of  crowns for  what has been the first capital of unified Italy.

The  first tram traveled the streets of Turin on the 2nd of December 1883, but the first fully electric tramway line was inaugurated on the 1st of May 1898: it was called linea dei viali, and it still exists today, even if we know  it with a different name, linea 16. Indeed, the linea 16  is one of the most used and perhaps iconic in the city, because it runs through its center, in Piazza Vittorio and all the way down to the Valentino, along some of the most beautiful streets in town.

Tramways in Turin have also been a symbol of emancipation: in 1915, when Italy entered  the First World War, the ATM, the company in charge of part of the city’s tramways system, found itself with a shortage of staff, as most men  had to join the army. And so, in order to guarantee regular transports to the Turinese,  ATM began hiring women, too, for positions that were, up to then,  only available to men. During the war, trams were also used to transport injured soldiers to the city’s hospitals, joining into the war-effort of the country. 

Old fashioned and magical: trams in Milan.Image by Nach Ram from Pixabay

Milan, today, is the city with most trams, with over 400. I am not familiar with the trams of Milan, but if they are as charming and beautiful as those of Turin,  then I’ll like them, too. Just like Turin, Milan considers streetcars part of its DNA. Milanese are attached to their trams and tourists love them, as well. If you are lucky, you may even travel on one of the many original, 100 year old cars, which ATM restored, and that are still perfectly functioning. Not many know that the original street cars in Milan were horse-drawn and appeared two years earlier than in  Turin, in 1881. 

And what about  our capital? Well, today Rome has only 6 lines left, not much compared to the 17 of Milan and 10 of Turin. Tramways only run for 31 km (again, not much when compared with the 170 km of Milan and the 220 of Turin), but they were the first to be used, in 1845: here,  just like in Milan, cars were drawn by  horses. 

Perhaps, one of the most curious tramways still active in Italy is the one joining  Trieste’s city centre to Villa Opicina, a small village of the Karst plateau, some 330 meters above sea level. The little train climbs up a 26% incline slope to reach  its destination, almost a km from departure. A similar, and just as picturesque, line is in Turin and joins the borgata Sassi to the  famous Basilica of Superga, at 662 meters above sea level,  on top of  a hill overlooking the city, with a magnificent view on the Alps. The line was inaugurated in 1884,  runs for 3.1 km (almost 2 miles) and, within 20 minutes, it will bring  you all the way up to one of the most peaceful corners of the city. 

Street cars are timeless, perhaps a bit démodé to the eyes of some. They are not fast, but they are historic, precious, beautiful. They do  get crammed though, so you often end up having to abandon all dreams of a perfectly relaxing trip and just accept someone’s elbow in the guts and the fear of not reaching the doors to get off because of the crowd. But just one trip on an almost empty tram through the street of a sleepy Turin or Milan is worth all the noise you may experience on them for the rest of the week. 

Indubbiamente non è il momento migliore per utilizzare i trasporti pubblici in Italia, ma questo non significa che non possiamo parlarne. Quando si tratta di trasporti romantici, adatti alla letteratura e al cinema, i treni la fanno da padroni, ma noi italiani siamo attaccati anche a qualcos’altro, i nostri vecchi tram.
I tram un tempo erano un po’ ovunque nel paese, ma oggi sono attivi solo in poche città, tra cui Torino, Milano, Trieste, Roma, Firenze, Napoli, Palermo, Padova, Venezia, Bergamo e Messina. Molti si chiederanno il perchè dei tram, visto che in fondo “non sono altro che un mix tra autobus e treno”. Beh, in un certo senso è vero, lo sono: viaggiano sui binari proprio come i treni e sono mossi dall’elettricità, ma hanno l’aspetto di un autobus e anch’essi operano in città.
Ma il tram è molto più di un autobus. In questo, è proprio come il suo cugino più grande e popolare, il treno: è più di un mezzo per andare da A a B, è parte dell’anima di una città, perché il suo sferragliare e sbuffare dà una nota diversa alla sua voce; ed è anche un accessorio prezioso, e piuttosto unico in questo, con la sua silhouette stretta, art-deco – ancora presente, anche se non in modo così elegante nei veicoli più recenti – e di colore arancione.
A Torino non si potrebbe nemmeno pensare a Via Po, Via Maria Vittoria o Piazza Vittorio senza i tram e il loro allegro canto: sono come il fiume e la Mole, come la Gran Madre e quelle belle colline e montagne che sono, ancora oggi, la più regale delle corone per quella che è stata la prima capitale dell’Italia unita.
Il primo tram percorse le strade di Torino il 2 dicembre 1883, ma la prima linea tranviaria completamente elettrica fu inaugurata il 1° maggio 1898: si chiamava linea dei viali, ed esiste ancora oggi, anche se la conosciamo con un nome diverso, linea 16. In effetti, la linea 16 è una delle più utilizzate e forse la più iconica della città, perché attraversa il centro, piazza Vittorio e arriva fino al Valentino, lungo alcune delle vie più belle della città.
I tram di Torino sono stati anche un simbolo di emancipazione: nel 1915, quando l’Italia entrò nella Prima Guerra Mondiale, ATM, la società che si occupava di parte del sistema tranviario della città, registrò una carenza di personale, in quanto la maggior parte degli uomini erano dovuti entrare nell’esercito. E così, per garantire trasporti regolari ai torinesi, ATM iniziò ad assumere le donne, per posizioni che fino ad allora erano disponibili solo per gli uomini. Durante la guerra, i tram venivano utilizzati anche per trasportare i soldati feriti negli ospedali della città, entrando a far parte dello sforzo bellico del Paese.
Milano, oggi, è la città con il maggior numero di tram, oltre 400. Non conosco i tram di Milano, ma se sono affascinanti e belli come quelli di Torino, allora piaceranno anche a me. Proprio come Torino, Milano considera i tram una parte del suo DNA. I milanesi sono attaccati ai loro tram e anche i turisti li amano. Se si è fortunati, si può anche viaggiare su uno dei tanti tram originali, vecchi di 100 anni, che ATM ha restaurato e che sono ancora perfettamente funzionanti. Non molti sanno che i tram originali di Milano erano trainati dai cavalli e che apparvero due anni prima di Torino, nel 1881.
E che dire della nostra capitale? Ebbene, oggi a Roma restano solo 6 linee, non molto rispetto alle 17 di Milano e alle 10 di Torino. Le linee tranviarie percorrono appena 31 km (anche in questo caso, non molto rispetto ai 170 km di Milano e ai 220 di Torino), ma sono state le prime ad essere utilizzate, nel 1845: qui, proprio come a Milano, le carrozze venivano trinate dai cavalli.
Forse una delle più curiose linee tranviarie ancora attive in Italia è quella che collega il centro di Trieste a Villa Opicina, piccolo paese dell’altopiano carsico, a circa 330 metri sul livello del mare. Il trenino sale con una pendenza del 26% per raggiungere la sua destinazione, a quasi un chilometro dalla partenza. Una linea simile, e altrettanto pittoresca, si trova a Torino e unisce la borgata Sassi alla famosa Basilica di Superga, a 662 metri sul livello del mare, in cima a una collina che domina la città, con una magnifica vista sulle Alpi. La linea, inaugurata nel 1884, si snoda per 3,1 km (quasi 2 miglia) e, in 20 minuti, vi porterà a uno degli angoli più tranquilli della città.

I tram sono senza tempo, forse un po’ démodé agli occhi di qualcuno. Non sono veloci, ma sono storici, preziosi, belli. Però si affollano, quindi spesso si finisce per dover abbandonare tutti i sogni di un viaggio perfettamente rilassante e subire il gomito di qualcuno nelle viscere e la paura di non raggiungere le porte per scendere, a causa della folla. Ma un solo viaggio su un tram quasi vuoto per la strada di una Torino o di una Milano addormentata vale tutto il fastidio che si può provare sui tram nel resto della settimana.

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