A detail of the Vicus Caprarius (Photo: Kirk Fisher/Shutterstock)

Every time I read about Rome’s underground archeological world, I always think about what Romans often say: “Wherever you dig in the city, you’ll find something interesting.”

It’s true: there’s a whole city under the city, in Rome: catacombs, ancient homes and streets that reach into the bowels of the Earth, or so it seems to us, dwellers of the above-ground world. Rome is like a layered cake made with history and time, instead of vanilla sponge. The importance of its archaeological underground is well known, even among the most distracted of tourists –  who don’t know about the catacombs – but there are some areas that mass tourism may have not quite discovered yet. One of them lies hidden underneath a symbol of our capital and of La Dolce Vita, under the place visitors always spend at least a few minutes at, just the time to toss a coin into its waters, in the hope to come back soon to the Città Eterna: yes, there is a whole underground world under the Trevi fountain.

With more than 2000 fountains, there is no wonder that Rome is also known as the city of water, and the fontana di Trevi is perhaps the most recognizable of all water monuments of the capital: 26 meters high and 49 in width, it is the heart of piazza bearing the same name. The baroque marvel we can admire today was designed by Nicola Salvi in 1732, but there has always been a fountain there, probably since 19 years before the birth of Christ. There is magic in that water: we throw coins in it while making a wish and somehow, even against our best judgment, we believe the fontana will make it come true: otherwise, how’d you explain the almost 3000 euro (around 3470 USD) gathered from its bottom every day?

What many don’t know, however, is that the magic goes underground, where a whole world dating back to the times of Emperor Nero hides. The Vicus Caprarius  is a 2000 square meters area, also known today as the Città dell’Acqua, or the City of Water, because of the presence of a fresh-water source already known by the Ancient Romans. But while our ancestors kept it contained and controlled, it today runs free over the ground, forming a crystal clear, lively layer over the archaeological area’s floors.

Basically, there is a chunk of ancient Rome under the Trevi fountain and there, water is queen. The Vicus Caprarius  is home to many archaeological wonders. There is, for instance, an insula –the Roman equivalent of a block of flats – dating back to Nero’s times, more precisely, to the years straight after the Great Fire of 64 AD, when the Emperor had organized and reconstructed part of the city, the nova urbs or “new city,” following stricter safety measures. This is quite interesting: basically, this insula is a living memory of the fact Nero did good stuff for Rome, despite being considered one of the biggest villains in ancient history.

Trevi Fountain (Fontana di Trevi) is one of the most famous landmarks in Rome (Photo: Roland Nagy/Dreamstime).

Nearby we find a reservoir once used to distribute the waters of the Aqua Virgo to the whole city. It was discovered – much like the rest of the site – during excavations carried out between 1999 and 2001, and it was identified as one of Rome’s 18 castella (reservoirs) where water for the city was collected to be distributed; we know about these structures thanks to the work De Aquaeductu Urbis Romae, written by Sextus Iulius Frontinus.

Incidentally, the Aqua Virgo aqueduct is the sole, ancient Roman aqueduct still functioning today: it supplies the Trevi fountain and you can even see parts of above ground, in Via del Tritone and Via del Nazareno.

There are other interesting features to explore, in the Città dell’Acqua. For instance,  you can also visit a small museum, the antiquarium, where a plethora of findings from the site are collected, including statues, polychromatic marbles,  the famous spatheia, amphorae of African origin used to transport olive oil, and some 800 coins from all ages, through which the life and history of the area can be reconstructed.

As we said earlier, in Rome it’s all about layers. Roman buildings and ruins were built upon in the early Middle Ages and then, later, in the Renaissance, all the way up to today’s street level, but what was there before didn’t necessarily go lost: in the Città dell’Acqua we can see parts of the house walls built, through the centuries, above the old Roman ones, a visible, tangible sign of centuries passing.

If you would like to visit the Vicus Caprarius and its historical and archaeological wonders, tours are available – also in English –  from Tuesday to Sunday for groups, single visitors and schools. You can get more information and book on the Vicus Caprarius’s webpage, https://www.vicuscaprarius.com/en/visits/.

And so, next time you toss that coin into the waters of the Trevi fountain, think about the majestic, hidden world that lies underneath, a sign of the greatness of Rome and of the reason why we call it eternal.

Ogni volta che leggo del mondo archeologico sotterraneo di Roma, penso sempre a quello che dicono spesso i romani: “Ovunque scavi in città, trovi qualcosa di interessante”.

È vero: c’è tutta una città sotto la città, a Roma: catacombe, antiche case e strade che arrivano fino alle viscere della Terra, o almeno così sembra a noi, abitanti del mondo in superficie. Roma è come una torta a strati fatta con la storia e il tempo, invece che con il pandispagna alla vaniglia. L’importanza del suo sottosuolo archeologico è ben nota, anche tra i turisti più distratti – che non sanno delle catacombe – ma ci sono alcune zone che il turismo di massa forse non ha ancora scoperto del tutto. Una di queste si nasconde sotto uno dei simboli della nostra capitale e della Dolce Vita, sotto il luogo dove i visitatori passano sempre almeno qualche minuto, giusto il tempo di lanciare una moneta nelle sue acque, nella speranza di tornare presto nella Città Eterna: sì, c’è un intero mondo sotterraneo sotto la fontana di Trevi.

Con più di 2000 fontane, non c’è da meravigliarsi che Roma sia anche conosciuta come la città dell’acqua, e la Fontana di Trevi è forse il più riconoscibile di tutti i monumenti d’acqua della capitale: alta 26 metri e larga 49, è il cuore della piazza omonima. La meraviglia barocca che possiamo ammirare oggi fu progettata da Nicola Salvi nel 1732, ma la fontana c’è sempre stata, probabilmente già 19 anni prima della nascita di Cristo. C’è magia in quell’acqua: ci gettiamo dentro delle monete mentre esprimiamo un desiderio e in qualche modo, anche contro il nostro miglior giudizio, crediamo che la fontana lo farà avverare: altrimenti, come si spiegherebbero i quasi 3000 euro (circa 3470 USD) raccolti ogni giorno dal suo fondo?

Quello che molti non sanno, però, è che la magia sta sottoterra, dove si nasconde tutto un mondo che risale ai tempi dell’imperatore Nerone. Il Vicus Caprarius è un’area di 2000 metri quadrati, conosciuta oggi come la Città dell’Acqua, per la presenza di una fonte di acqua dolce già nota agli antichi Romani. Ma mentre i nostri antenati la tenevano contenuta e controllata, oggi scorre libera sul terreno, formando uno strato cristallino e vivace sui pavimenti dell’area archeologica.

In pratica, sotto la fontana di Trevi c’è un pezzo di Roma antica e lì l’acqua è regina. Il Vicus Caprarius ospita molte meraviglie archeologiche. C’è, per esempio, un’insula – l’equivalente romano di un condominio – che risale ai tempi di Nerone, più precisamente agli anni subito dopo il Grande Incendio del 64 d.C., quando l’imperatore aveva pianificato e ricostruito una parte della città, la nova urbs o “città nuova”, seguendo misure di sicurezza più severe. Questo è abbastanza interessante: fondamentalmente, questa insula è la memoria vivente del fatto che Nerone ha fatto cose buone per Roma, nonostante sia considerato uno dei più grandi cattivi della storia antica.

Nelle vicinanze troviamo una cisterna un tempo utilizzata per distribuire le acque dell’Aqua Virgo a tutta la città. È stata scoperta – come il resto del sito – durante gli scavi effettuati tra il 1999 e il 2001, ed è stata identificata come uno dei 18 castella (serbatoi) di Roma dove veniva raccolta l’acqua da distribuire alla città; sappiamo di queste strutture grazie all’opera De Aquaeductu Urbis Romae, scritta da Sextus Iulius Frontinus.

Per inciso, l’acquedotto dell’Aqua Virgo è l’unico antico acquedotto romano ancora oggi funzionante: alimenta la fontana di Trevi e se ne possono vedere anche parti in superficie, in via del Tritone e via del Nazareno.
Ci sono altre caratteristiche interessanti da esplorare, nella Città dell’Acqua. Per esempio, si può anche visitare un piccolo museo, l’antiquarium, dove sono raccolti una pletora di reperti del sito, tra cui statue, marmi policromi, i famosi spatheia, anfore di origine africana usate per trasportare l’olio d’oliva, e circa 800 monete di tutte le epoche, attraverso le quali si può ricostruire la vita e la storia della zona.
Come abbiamo detto prima, a Roma è tutta una questione di strati. Gli edifici e le rovine romane sono stati costruiti nell’Alto Medioevo e poi, più tardi, nel Rinascimento, fino all’attuale livello delle strade, ma ciò che c’era prima non è andato necessariamente perduto: nella Città dell’Acqua possiamo vedere parti delle mura delle case costruite, attraverso i secoli, sopra quelle degli antichi romani, un segno visibile e tangibile dei secoli passati.

Se volete visitare il Vicus Caprarius e le sue meraviglie storiche e archeologiche, sono disponibili tour – anche in inglese – dal martedì alla domenica per gruppi, visitatori singoli e scuole. Potete avere maggiori informazioni e prenotare sulla pagina web del Vicus Caprarius, https://www.vicuscaprarius.com/en/visits/.
E così, la prossima volta che getterete quella moneta nelle acque della fontana di Trevi, pensate al maestoso mondo nascosto che si trova sotto, un segno della grandezza di Roma e della ragione per cui la chiamiamo eterna.


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