Come preannunciato in una delle precedenti edizioni, l’inaugurazione della mostra “Tribute to Giuseppe Verdi” tenutasi giovedì 17 aprile presso l’istituto Italiano di Cultura di Los Angeles è stata un’affascinante e originale continuazione delle estese celebrazioni per il bicentenario della nascita, il 10 ottobre 1813, del grande compositore originario di Busseto in Emilia Romagna.
Come sottolineato dal direttore reggente dell’IIC, Massimo Sarti, si tratta di un’esposizione unica nel suo genere poiché abbraccia un intero secolo di rappresentazioni delle più celebri opere verdiane messe in scena al Teatro dell’Opera di Roma.
Fin dal 1946, infatti, gli Archivi Storici del Teatro hanno raccolto e conservato oltre 11,000 bozzetti e 84,000 costumi di scena realizzati da artisti di fama mondiale quali Luchino Visconti, Franco Zeffirelli, Pierluigi Pizzi e il premio Oscar Danilo Donati. Da questa preziosa collezione, testimonianza dell’enorme lavoro creativo e artigianale che si svolge “dietro le quinte” di una produzione operistica, sono stati selezionati 69 bozzetti e 18 costumi datati tra il 1916 e l’epoca attuale, che resteranno visibili al pubblico nella Galleria dell’IIC fino al prossimo 28 maggio 2014. Tra i capolavori esposti, disegni originali di Zeffirelli per il Falstaff del 1963, bozzetti di scena per l’Aida del 1938 di Nicola Benois, abiti autentici dal Don Carlos del 1956 di Visconti e Alzira del 1966 di Donati.
Ideata nel 2011 per commemorare i 150 anni dell’Unità d’Italia, la mostra è stata ripresa in occasione del bicentenario e ha viaggiato in tutto il mondo, dall’Europa al Sud America, fino ad approdare negli U.S.A.
Come è noto, il successo dell’innovativo linguaggio teatrale verdiano è sempre stato fortemente legato alla storia d’Italia, poiché capace di incarnare la tensione politica e il fermento culturale dell’epoca Risorgimentale attraverso la musica, il canto, la recitazione e la danza. Inoltre, proprio il genere del melodramma ha favorito la nascita di nuovi mestieri e di scuole specializzate nella formazione di scenografi e costumisti professionisti, di cui oggi possiamo ammirare le straordinarie creazioni.
E altrettanto innovativa è stata la reinterpretazione in chiave moderna della Traviata ad opera dell’artista multimediale Alessandro Marianantoni, che ha preceduto la vera e propria apertura al pubblico dell’esposizione. Grazie anche alla collaborazione e al talento del lighting designer Andrea Speroni, Marianantoni ha trasformato il patio dell’IIC in un palcoscenico multimediale su cui proiettare fiori, nuvole e partiture a fare da sfondo alle ipnotiche coreografie di danza contemporanea proposte dalla ballerina Ayesha Orange. Sulle note del capolavoro di Verdi, la performance intitolata “Loading Violetta” ha omaggiato con una veste contemporanea ed intrisa della cultura losangelina la storia d’amore tra Alfredo e una versione virtuale di Violetta.
Presenti all’evento, il Direttore dell’Archivio Storico del Teatro dell’Opera di Roma, Francesco Reggiani, e la curatrice Alessandra Malusardi, che hanno voluto donare al direttore Massimo Sarti e al Console Generale Giuseppe Perrone, rappresentato per l’occasione dall’addetto commerciale Elena Marinelli, le chiavi simboliche del Teatro in segno di ringraziamento per l’ospitalità e la collaborazione nell’organizzare quest’iniziativa. Tra il pubblico anche molti esponenti della comunità e delle organizzazioni italo-americane locali, tra cui Lucia Peretti, presidente delle D.I.V.E., Emanuela Boni dell’ENIT, e Anne Marie Ketchum, direttore musicale del Verdi Chorus di Santa Monica.
Tra gli eventi ispirati e correlati alla mostra, il 7 maggio sarà presentato da Opera UCLA e dal Dipartimento di Musica alla UCLA Herb Alpert School of Music uno spettacolo dal titolo “Verdi’s costumes come to life”. Inoltre, il doveroso tributo al genio Italiano proseguirà il 25 aprile, anniversario della Liberazione, con la proiezione di Rigoletto presentata dal Maestro Ignazio Terrasi della LA Grand Ensemble, il 3 e 4 maggio con il concerto del Verdi Chorus dal titolo “Amore Italiano”, e con una serie di conferenze tenute dal compositore Fabrizio Mancinelli.