The 2750 are Superga's most popular model (Photo: Sorbis/Shutterstock)

If you were born in Italy, you definitely owned a pair of Superga 2750 at some stage in your life, probably white or dark blue. The simple, but comfortable canvas upper and rubber sole shoes have been the go-to choice for millions of kids since their creation in Turin, back in 1925. Today, the 2750 has a cult following around the world and is way more popular than it used to be when I was a child. But what do its many estimators know about the brand Superga? 

Superga has been producing classic sneakers for over a century. Founded in 1913 in Turin, the company was initially known for its vulcanized rubber-soled boots, which were considered a novelty at the time. However, it was not until the 1920s that Superga began to gain popularity among the Italian bourgeoisie, who were drawn to the brand’s clean and timeless aesthetic. Indeed, one of the reasons why Superga has remained so iconic throughout the years is the distinctive design of its signature sneaker, the already-mentioned Superga 2750, which is a classic plimsoll-style shoe that features a canvas upper and vulcanized rubber sole. With its simple, yet elegant design, the Superga 2750 has become an enduring staple in the fashion world and has been worn by everyone from fashion icons to celebrities.

The brand got its name from the  Superga Basilica, an impressive symbol of Turin, creating a strong communication strategy that recalls the values of the territory. The Basilica was built in the 18th century to commemorate the victory of the Duke of Savoy over the French and became an important pilgrimage site in the region of Piedmont. Indeed, Superga sneakers were originally designed to be practical shoes for the people who climbed the hill to visit the Basilica. But Superga’s success is not only due to its products and name, but also to its very recognizable logo: the initial design was created by graphic designer Albe Steiner (1913–1974) in 1962 but underwent several modifications over the years to suit different product families such as City, Vulcanized, Sport, Country, and Solid. In 2001, further changes were made to the logo’s composition and color to keep up with the brand’s evolving image. 

The iconic Superga 2750 (Photo: Eyes on milan/Shutterstock)

Another key to the brand’s success, especially in the 1970s and 1980s, was its connection with famous, up-and-coming sports figures such as Dino Zoff, the 1982 soccer world champion, and well-known Italian tennis player Adriano Panatta. The objective was to associate products with athletes and famous personalities while moving beyond the sports arena to everyday life. 

Today, Superga remains one of the most popular sneaker brands in Italy and around the world. Supergas are known for their versatility and comfort, making them a popular choice for a variety of occasions, because they can be dressed up or down, in a way that reminds me a lot of American Chuck Taylors. 

Despite its popularity, Superga has never compromised when it comes to quality, and its name remains strictly tied to “made in Italy” craftsmanship. The brand is committed to producing high-quality sneakers, crafted with care and attention to detail. Each pair of Superga is made using the finest materials and the latest production techniques, ensuring that they are both stylish and comfortable to wear.

In more recent years, I would say since the early 2000s, Superga gained a lot more cred in the fashion and pop world: indeed, the brand has become a bit of a cult item, and it has been spotted at the feet of celebrities like Emily Ratajkowski, Nicky Hilton, Ariana Grande, and Priyanka Chopra Jonas. 

With its classic design, commitment to quality, and association with Italian craftsmanship, it is no wonder that Superga sneakers continue to be a popular choice among fashion-forward individuals all around the world. And for people like me, who used to wear them all the time as a kid, sporting them today can sometimes turn into a moment to think about the charming, but long-gone, times of childhood. 

 

Se sei nato in Italia, a un certo punto della tua vita hai sicuramente posseduto un paio di Superga 2750, probabilmente bianche o blu scuro. La semplice ma comoda tomaia in tela e le scarpe con suola in gomma sono state la scelta preferita di milioni di bambini sin dalla loro creazione a Torino, nel lontano 1925. Oggi, le 2750 hanno un seguito di culto in tutto il mondo e il marchio è molto più popolare di quanto non lo fosse quando ero bambina io. Ma cosa ne sanno i tanti estimatori del marchio Superga?

Superga produce sneaker classiche da oltre un secolo. Fondata nel 1913 a Torino, l’azienda era inizialmente nota per i suoi stivali con suola in gomma vulcanizzata, che all’epoca erano considerati una novità. Tuttavia, fu solo negli anni ’20 che Superga iniziò a guadagnare popolarità tra la borghesia italiana, attratta dall’estetica pulita e senza tempo del marchio. In effetti, uno dei motivi per cui Superga è rimasta così iconica nel corso degli anni è il design distintivo della sua sneaker iconica, la già citata Superga 2750, che è una classica scarpa sportiva in stile scarpa da ginnastica con tomaia in tela e suola in gomma vulcanizzata. Con il suo design semplice ma elegante, la Superga 2750 è diventata un punto fermo nel mondo della moda ed è stata indossata da tutti, dalle icone della moda alle celebrità.

Il marchio prende il nome dalla Basilica di Superga, imponente simbolo di Torino, creando una forte strategia di comunicazione che richiama i valori del territorio. La Basilica fu costruita nel XVIII secolo per commemorare la vittoria del Duca di Savoia sui Francesi e divenne un importante luogo di pellegrinaggio nella regione Piemonte. Le sneakers Superga, infatti, sono state originariamente pensate per essere scarpe pratiche per le persone che salivano sulla collina per visitare la Basilica. Ma il successo di Superga non è dovuto solo ai suoi prodotti e al nome, ma anche al suo logo molto riconoscibile: il design iniziale è stato creato dal grafico Albe Steiner (1913–1974) nel 1962 ma ha subito diverse modifiche nel corso degli anni per adattarsi a diverse famiglie di prodotti come Città, Vulcanizzato, Sport, Paese e Solido. Nel 2001 sono state apportate ulteriori modifiche alla composizione e al colore del logo per stare al passo con l’evoluzione dell’immagine del marchio.

Un’altra chiave di successo del marchio, soprattutto negli anni ’70 e ’80, è stata la connessione con personaggi famosi ed emergenti dello sport come Dino Zoff, campione del mondo di calcio nel 1982, e il noto tennista italiano Adriano Panatta. L’obiettivo era quello di associare i prodotti ad atleti e personaggi famosi, spostandosi oltre l’arena sportiva per entrare nella vita di tutti i giorni.

Oggi Superga rimane uno dei marchi di sneaker più apprezzati in Italia e nel mondo. Le Superga sono note per la loro versatilità e comodità, il che le rende una scelta popolare per una varietà di occasioni, perché possono essere indossate sempre, in un modo che mi ricorda molto le Chuck Taylor americane.

Nonostante la popolarità, Superga non è mai scesa a compromessi in termini di qualità, e il suo nome rimane strettamente legato all’artigianalità “made in Italy”. Il marchio si impegna a produrre sneakers di alta qualità, realizzate con cura e attenzione ai dettagli. Ogni paio di Superga è realizzato utilizzando i migliori materiali e le più recenti tecniche di produzione, assicurando che siano elegante e comodo da indossare.

In anni più recenti, direi dai primi anni 2000, Superga ha guadagnato molto più credito nel mondo della moda e del pop: il marchio, infatti, è diventato un po’ un cult, ed è stato avvistato ai piedi di celebrità come Emily Ratajkowski, Nicky Hilton, Ariana Grande e Priyanka Chopra Jonas.

Con il suo design classico, l’impegno per la qualità e l’associazione con l’artigianato italiano, non c’è da meravigliarsi che le sneakers Superga continuino ad essere una scelta popolare tra le persone alla moda di tutto il mondo. E per chi come me, che da bambina le indossava sempre, sfoggiarle oggi a volte può trasformarsi in un momento per pensare agli affascinanti, ma lontani, tempi dell’infanzia. 


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