Istallazione di Mauro Staccioli a Volterra (Ph© Roberto Nencini| Dreamstime.com)

A Firenze, dall’11 maggio al 27 luglio 2018, una mostra monografica dedicata allo scultore Mauro Staccioli. Lo spazio sarà allestito con alcune opere dal 1969 al 2009 e una sintetica selezione di materiali che ne accompagnanoil percorso ideativo.

“Mauro Staccioli lavora seguendo un procedimento peculiare che risponde all’esigenza fondante del suopensiero: leggere il luogo alla luce della storia e lasciare un segno indicativo sulla scorta di questa lettura.Una scelta consapevole si va definendo nell’artista alla fine degli anni ’60: politicamente impegnato, sentel’arte come una risposta doverosa all’esserci, un lavoro partecipe del dibattito. La sua sensibilità all’ambientestorico-sociale emerge a Volterra nel 1972: il luogo, lo spazio urbano, l’edificio, la natura, hanno una propriastoria, un proprio respiro, recano le impronte di vicende antiche o di situazioni socio-ambientali. Pochi annidopo, Staccioli darà alla sua mostra nel castello di Vigevano (1977) il titolo emblematico di  Lettura di un ambiente.

L’artista ‘legge’ il sito prima di porvi un segno, commisurato non soltanto allo spazio, ma allapresenza dell’uomo.Un lavoro intenso e invisibile precede la scultura di Staccioli, perfetta sintesi poetica di ritmo e misura inrelazione con il luogo. I materiali raccolti nello studio-archivio in 40 anni di lavoro, nel testimoniare un’attivitàintensa offrono le chiavi di lettura del suo percorso ideativo. […] Un percorso intellettuale complesso, moltovicino a quello di un architetto: sin dal primo contatto con il luogo, la sua storia, le sue tracce, fissati in unacampagna fotografica, annotati nei taccuini, documenti essenziali per le considerazioni d’impatto e le primeforme ideate in situ.  A   questo   punto   l’immaginazione   dell’artista   può   librarsi   a   partire   da   un   terreno progettuale ben definito, il più possibile fedele alla realtà storico-ambientale del luogo”. (Maria Laura Gelmini, Mauro Staccioli, All’origine del fare/At the roots of sculpting)


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