August Sander, "Porto di Cagliari" (Ph courtesy Fondazione Sardegna)

Il progetto espositivo della Fondazione di Sardegna propone un viaggio nelle suggestioni dell’Isola. La sezione fotografia, a cura di Marco Delogu, vedrà un corpus di opere inedite di Paolo Ventura, fotografo milanese, classe 1968, nato da un’esperienza di residenza in Sardegna. Grazie alla collaborazione con Casa Falconieri, la sezione sarà integrata dal dialogo delle opere di Ventura con una selezione di scatti del primo Novecento di August Sander e Vittorio Alinari.

Il processo di osmosi tra passato e presente è reso possibile dal percorso artistico di Ventura, che si modella su orizzonti diacronici: il tempo definisce i diversi passaggi/segni sui territori che, nelle opere del fotografo milanese, si spogliano delle congiunture per rievocare architetture metafisiche alla De Chirico: un processo creativo che – nella poetica per immagini – mescola fotografie, scenografie, sfondi, elementi umani.

“In un’isola fuori dal ‘Grand Tour’, che ha accolto scrittori e artisti che l’hanno ritratta in profondità, Paolo Ventura arriva senza cognizione del tempo e ci lascia visioni completamente personali, frutto di stratificazioni di immagini e segni. Cosa rimane della prima visione della Sardegna di Ventura? E come questa quarta ‘Commissione Sardegna’ si unisce alle precedenti [nel 2017 Marco Delogu, nel 2018 il sudafricano Guy Tillim e nel 2019 Pino Musi – nel 2020, per il Covid, non era stata realizzata]? Ogni anno un fotografo arriva senza spogliarsi della sua identità, prova a ragionare su ciò che lui ha vissuto e vive e su come la Sardegna glielo restituisce. Ventura trova se stesso dentro prospettive rielaborate, cieli bianchi, nessun folklore, il tempo è cancellato. Nessuno saprebbe datare questo lavoro, ma sappiamo che passeremo molto tempo davanti alle visioni del suo passaggio.” – Marco Delogu.

La sezione arti figurative, a cura di Maria Paola Dettori, si propone di mettere insieme e confrontare le rappresentazioni dell’Isola tra Otto e Novecento, eseguite da alcuni degli artisti che la visitarono, sia italiani che stranieri: al piemontese Bartolomeo Giuliano e al francese Gaston Vuillier dobbiamo le immagini del XIX secolo, mentre l’argentino Héctor Nava, il toscano Uberto Bonetti e il lombardo Giulio Cisari racconteranno il primo Novecento, tra persistenze e cambiamento.

“Solo dopo che è stato saziato l’interesse per le rovine classiche di Roma o dei dintorni di Napoli la Sardegna comincia a essere inclusa tra le destinazioni per le quali vale la pena sobbarcarsi un viaggio scomodissimo. Alla base di tale tardivo inserimento è un profondo mutamento nel modo di guardare il mondo. Perché nasca un nuovo sguardo e, insieme, una nuova capacità di sentimento, bisogna infatti aspettare che arrivi l’onda lunga del cambiamento epocale di mentalità costituito dal Romanticismo. Tale visione dell’Isola durerà sino agli anni venti del ‘900, quando il fascismo cambierà la narrazione proclamandone – a suon di bonifiche e città di fondazione – la ‘redenzione’ e il raggiunto ingresso nella modernità.“ – Maria Paola Dettori.

AR/S – Arte Condivisa è una piattaforma dinamica costituita da una rete di interlocutori che ha nella Fondazione di Sardegna il suo centro propulsore. Avviato nel 2015, il progetto AR/S si propone di svolgere un ruolo di catalizzatore tramite la produzione di iniziative espositive nelle quali confluisca il patrimonio artistico della Fondazione, accumulato negli anni e finora semplicemente “conservato”, e quello di istituzioni, organizzazioni e singoli privati che aderiscono alla rete AR/S, mettendo temporaneamente a disposizione le proprie opere nell’intento di condividerne la fruizione.

“La mostra “Viaggio in Sardegna – lo sguardo esterno”, si inserisce nel solco delle numerose attività promosse dalla Fondazione di Sardegna nell’ambito del progetto AR/S – Arte Condivisa. Ancora una volta una produzione originale   che persegue il fine di indagare prospettive e visuali inedite e approcci multidisciplinari sulla ricerca e la produzione artistica in Sardegna. Le opere in mostra appartengono a collezioni e  archivi privati e a istituzioni pubbliche e consolidano la rete di prestigiose collaborazioni di cui la Fondazione di Sardegna continua a proporsi come soggetto ispiratore” dice Franco Carta, Fondazione di Sardegna.

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