Santuario dei Tre Santi, San Fratello. Copyrighted work available under Creative Commons Attribution. Author: Davide Mauro/Wikicommons. License: Attribution 4.0 International (CC BY 4.0)
“More than 5,000 people currently in the U.S. are of San Fratello origin,” says Professor Salvatore Mangione, historian and former mayor of San Fratello, a village in the province of Messina, Sicily.
“In the old times, immigrant villagers from San Fratello principally settled in New York, in the tenement buildings on 107th Street,” says Mangione. “Among our paesani, there was my great-grandfather Antonino Lo Giusto, who at the end of the 19th century opened a bakery.”
Two young “Giudei” at San Fratello’s Festa dei Giudei.Copyrighted work available under Creative Commons Attribution. Author: Enzian44. CC BY
Mangione recalls that Al Pacino’s grandfather, Alfio Pacino, emigrated from San Fratello at the beginning of the 1900s. In NYC, he worked as a housepainter. Alfio’s wife Giuseppa Latteri was from San Fratello as well.
There is something enchanting about this obscure town that certainly has little in common with immaculately groomed Taormina. San Fratello is the real, rough and authentic Sicily. It nests on the crown of the Nebrodi Mountains that run along the Thyrrenian coast. There is something primordial about this place, which stands 640 meters above sea level.
In 2010 a massive landslide tore apart the village, seriously damaging more than 200 buildings and requiring evacuation of 25 percent of the population.

The seldom-explored Nebrodi Mountains have an outstanding swathe of national park that covers 125,000 hectares and is home to a rich range of birdlife, wild cats, foxes, porcupines and black pigs. The territory takes in an amazing variety of landscapes and sights — from Mount Etna framed in a natural paradise to fragrant woods, pristine lakes and lost villages.
Magnificent cathedrals and monasteries, hoarding centuries of secrets, sorrows and treasures, stare imperiously out from the mountainsides.
Nebrodi Park is ideal for hiking, mountain biking and riding the local Sanfratellano horses. They look so aristocratic in the sunshine. “They are a hardy breed used for riding, hauling and draft work. They are black or bay in color and are well-built,” says Mangione.

“The Sanfratellano descended from the horses of Lombard knights. Roger I of Sicily (1031-1101), a Norman nobleman, married a Lombard princess, Adelaide Del Vasto,” explains Mangione. “Once back from the Holy Land, the couple brought to Sicily Adelaide’s retinue, including a number of knights and their horses.”
So from that day on, the people of San Fratello speak a Lombard dialect quite different from Sicilian. The Sanfratellani are called the Lombards or the Gallo-Italics of Sicily.
A participant of the Festa dei Giudei, in San Fratello.Copyrighted work available under Creative Commons Attribution — Author: Enzian44 /CC BY

San Fratello is so rich in history. It was the site of the ancient Greek city of Apollonia, exactly on the summit of Monte Vecchio where the ruins are visible. Here also lies the Norman Church of the Three Saints.
“Al Pacino never visited San Fratello and I say it with great regret,” says Mangione. “I tried to get in touch with him when I was in NYC but he was busy with a movie. I would have loved to grant him honorary citizenship of San Fratello.”
But Pacino’s father, Salvatore, visited 15 years ago on the occasion of the Festa dei Giudei, a unique annual Easter event in San Fratello when “we literally celebrate the death of Christ, given the fact that it provided the redemption of mankind,” he stresses.
Masked men (gli incappucciati) wear 13th century costumes handed down from father to son and have a red mask over their faces while Jesus is nailed to the cross. “They represent the sinful man who masks himself in front of the mysteries of the cross, but after three days they take off the mask and kiss the feet of the dead Christ.”
This fascinating town is the birthplace of San Benedetto il Moro. Son of black slaves brought from Ethiopia to Sicily, he was born in the village in 1526 and eventually granted freedom at the age of 18. The humble monk became a reluctant superior of the friars in Palermo but when his term ended, he returned to the friary kitchen because he enjoyed cooking.
He possessed gifts of guidance and healing, and in the last five years of his life was blessed with the gift of tongues, although unable to read or write.
He died on the day that he predicted, April 4, 1589, in Palermo. In 1592 his body was exhumed without signs of decay. In 1611, King Philip III of Spain paid for his shrine in the Santa Maria del Gesù in Palermo.
He is such a modern figure today. Co-patron of Palermo, he was declared a patron saint of African Americans as well. In a street festival, the Sanfratellani of New York celebrated his feast on 107th street and women danced barefoot on that day.
In San Fratello, the saint is celebrated on September 17, when many people attend the large procession. “Each one of our three parishes has a relics of him: a finger, a femur, a piece of skin,” says Mangione. The Great Spirit overlooks the Sanfratellani.
But about 1,500 evacuees from a 2010 landslide are still without a home in San Fratello.
“The impression is that someone has abandoned us,” says Mangione, referring to the Civil Protection Department.
Is there any chance that some Sanfratellani in NYC of good will can give a hand, I wonder?
“Più di 5.000 persone che sono attualmente negli Usa sono originarie di San Fratello”, afferma il professor Salvatore Mangione, storico e ex sindaco di San Fratello, paese nella provincia di Messina, Sicilia.
“Nei tempi antichi, gli immigrati di San Fratello si sono stabiliti principalmente a New York, nei complessi di appartamenti della 107° strada”, dice Mangione. “Tra i nostri paesani c’era il mio bisnonno Antonino Lo Giusto, che alla fine del XIX secolo aprì un panificio”.
Mangione ricorda che il nonno di Al Pacino, Alfio Pacino, emigrò da San Fratello all’inizio del ‘900. A NYC, ha lavorato come imbianchino. La moglie di Alfio, Giuseppa Latteri, era anche lei di San Fratello.
C’è qualcosa di incantevole in questa sconosciuta cittadina che certamente ha poco in comune con Taormina, perfettamente curata. San Fratello è la Sicilia reale, grezza e autentica. E’ annidata sulla corona dei monti Nebrodi che percorrono la costa tirrenica. C’è qualcosa di primordiale in questo posto, che si trova a 640 metri sul livello del mare.
Nel 2010 una grossa frana ha distrutto il villaggio, danneggiando seriamente più di 200 edifici e richiedendo l’evacuazione del 25% della popolazione.
I Monti Nebrodi, raramente esplorati, hanno una straordinaria fascia di parco nazionale che copre 125.000 ettari e ospita una vasta gamma di uccelli, gatti selvatici, volpi, porcospini e maiali neri. Il territorio ha una straordinaria varietà di paesaggi e luoghi d’interesse – dal Monte Etna incorniciato in un paradiso naturale a boschi profumati, laghi incontaminati e villaggi sperduti.
Magnifiche cattedrali e monasteri, che raccolgono secoli di segreti, dolori e tesori, spiccano imperiosamente tra le montagne.
Il Parco Nebrodi è ideale per escursioni a piedi, mountain bike e per cavalcare i locali cavalli Sanfratellano. Sembrano così aristocratici al sole. “Sono una razza coraggiosa utilizzata per cavalcare, trainare e lavorare. Sono neri o colorati e sono ben strutturati”, dice Mangione.
“Il Sanfratellano discende dai cavalli dei cavalieri longobardi. Ruggero I di Sicilia (1031-1101), nobile normanno, sposò una principessa longobarda, Adelaide Del Vasto”, spiega Mangione. “Una volta ritornata dalla Terra Santa, la coppia ha portato in Sicilia la scorta di Adelaide, tra cui un certo numero di cavalieri e i loro cavalli”.
Quindi da quel giorno in poi, il popolo di San Fratello parla un dialetto longobardo molto diverso da quello siciliano. I Sanfratellani sono chiamati i Longobardi o i Gallo-Italici di Sicilia.
San Fratello è così ricca di storia. Era il luogo dell’antica città greca di Apollonia, posta esattamente sulla cima del Monte Vecchio dove sono visibili le rovine. Qui si trova anche la Chiesa Normanna dei Tre Santi.
“Al Pacino non ha mai visitato San Fratello e lo dico con grande rammarico”, dice Mangione. “Ho cercato di entrare in contatto con lui quando ero a NYC ma era occupato da un film. Avrei voluto concedergli la cittadinanza onoraria di San Fratello”.
Ma il padre di Pacino, Salvatore, l’ha visitata 15 anni fa in occasione della Festa dei Giudei, un evento annuale unico nel suo genere che si tiene a San Fratello per Pasqua quando “celebriamo letteralmente la morte di Cristo, che ha redento l’umanità” ha sottolineato.
Gli incappucciati indossano costumi del 13° secolo tramandati di padre in figlio e hanno una maschera rossa sui loro volti, mentre Gesù è inchiodato alla croce. “Rappresentano l’uomo peccatore che si maschera davanti ai misteri della croce, ma dopo tre giorni si toglie la maschera e bacia i piedi del Cristo morto”.
Questa città affascinante è il luogo di nascita di San Benedetto il Moro. Figlio di schiavi neri portati dall’Etiopia in Sicilia, è nato nel villaggio nel 1526 e alla fine ha ottenuto la libertà all’età di 18 anni. L’umile monaco divenne un superiore riluttante dei frati di Palermo, ma quando il suo incarico finì, ritornò nella cucina dei frati perché gli piaceva cucinare.
Possedeva i doni della guida e della guarigione, e negli ultimi cinque anni della sua vita fu benedetto con il dono delle lingue, anche se era incapace di leggere o scrivere.
Morì nel giorno che predisse, il 4 aprile 1589, a Palermo. Nel 1592 il suo corpo è stato riesumato senza segni di decadimento. Nel 1611, re Filippo III di Spagna pagò per il suo santuario nella Santa Maria del Gesù a Palermo.
Oggi è una figura così moderna. Co-patrono di Palermo, è stato dichiarato anche patrono degli afro-americani. In un festival di strada, i Sanfratellani di New York festeggiano la sua festa nella 107° strada e quel giorno le donne danzano a piedi nudi.
A San Fratello, il santo viene celebrato il 17 settembre, quando molte persone partecipano a una grande processione. “Ognuna delle nostre tre parrocchie ha una sua reliquia: un dito, un femore, un pezzo di pelle”, dice Mangione. Il Grande Spirito veglia sui Sanfratellani.
Ma circa i 1.500 sfollati per una frana del 2010 sono ancora senza una casa a San Fratello.
“L’impressione è che qualcuno ci abbia abbandonato”, dice Mangione, riferendosi al Dipartimento della Protezione Civile.
Mi chiedo, è possibile che qualcuno dei Sanfratellani di NYC di buona volontà possa dare una mano?

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