Si è inaugurata a Los Angeles una delle mostre d’arte più attese dell’anno, una combinazione unica di dipinti, sculture e installazioni per la prima volta esposte in California. Trasparenza raccoglie trenta opere di Salvatore Emblema, artista campano il cui lavoro è stato caratterizzato dalla continua indagine su spazio e materia, luci ed ombre.
Ad ospitarle, l’Istituto Italiano di Cultura, che in occasione del 2013 – Anno della Cultura Italiana negli USA, ha voluto ricordare e sottolineare i rapporti dell’artista italiano con gli Stati Uniti.
Nato nel 1929 a Terzigno, provincia di Napoli, Emblema ha sempre dato e ricevuto molto dall’ambiente artistico internazionale, muovendosi spesso tra l’Italia e New York. “Oggi la collaborazione tra le due sponde dell’oceano rivive a Los Angeles con una mostra curata dall’americano Peter Frank, uno dei maggiori curatori dell’area,” spiega il direttore IIC Alberto Di Mauro.
Emblema ha sempre lavorato sulla luce e con la luce, quella fisica, “quella cosa chiara che permette di vedere […] quella cosa bella, bellissima, che entra nei quadri e che ne tira fuori il colore. Che si muove, che cambia, ma è sempre solo lei. Che gioca con le ombre e con la materia. Quella cosa che ti fa crescere e che ti emoziona”. E quando l’opera d’arte riesce a cogliere e ritrasmettere luce, è emozione, e l’emozione è tutto ciò che conta. “L’emozione è la luce”, diceva Emblema. Ecco allora il lavoro sulla trasparenza, che altro non è che il tentativo di eliminare, per quanto possibile, ogni ostacolo che nel quadro si frappone tra gli occhi e la luce, fino al tentativo, negli anni ’70, di rimuovere i fili di juta dalla superficie della tela, per lasciar intravedere ciò che si cela oltre il disegno.
Lo spazio oltre la tela dunque diviene protagonista. “L’opera dell’artista”, ci spiega Emanuele Leone Emblema, curatore dell’omonimo Museo a Terzigno, “esiste solo in relazione allo spazio circostante. Una concezione artistica che lo ha reso all’avanguardia rispetto a molti altri artisti e movimenti successivi, e che lo ha portato a trasferire alcune delle sue intuizioni anche nel lavoro di scenografo”. Il fatto di doversi confrontare con lo spazio e con il filtro della lente è qualcosa di comune alla pittura e al cinema, su cui Emblema non ha mai smesso di indagare fino alla fine.
Le opere esposte oggi a Los Angeles giocano dunque con gli spazi dell’Istituto di Cultura, creando un’armonia nuova e unica. L’essenzialità delle opere si mostra allo spettatore nella sua semplicità. Togliere, e non aggiungere, era per Emblema la parola-chiave, per raggiungere l’essenzialità delle cose. “Ma che possibilità diamo al quadro se noi lo affoghiamo di forme, di concetti, di immagini, di significati?” diceva.
Ed è forse per la ricerca di un’essenzialità anche interiore che l’artista decide, negli ultimi anni della sua vita, di isolarsi. “Negli anni ’80 Emblema recide tutti i contratti con le varie gallerie” spiega Emanuele, “e si ritira nella villa alle falde del Vesuvio, dove oggi sorge il Museo che porta il suo nome. Ma rimane il bisogno di condivisione, e per condividere Emblema sceglie un pubblico particolare: quello dei bambini. Il Museo Emblema è infatti un museo didattico, e all’educazione artistica dei bambini è dedicata la sua principale attività”. Il Museo continua oggi ad incoraggiare il lavoro delle nuove generazioni anche attraverso altre iniziative, come la pubblicazione del catalogo della mostra da parte della giovane casa editrice, IEMME. “Il catalogo”, spiega Emblema, “sarà pubblicato contemporaneamente in Europa e negli Stati Uniti”.
La tappa delle opere di Emblema a Los Angeles è un’iniziativa di notevole valore artistico e culturale. “L’arte italiana contemporanea, a differenza di quella del passato, è ancora poco conosciuta al pubblico americano” commenta Alberto Di Mauro. “Ma è l’anima moderna dell’Italia, e tra gli obiettivi dell’Istituto di Cultura di Los Angeles c’è anche quello di far conoscere l’arte italiana contemporanea. Con la collaborazione tra IIC e Museo Emblema abbiamo voluto dare modo anche al pubblico americano di poter scoprire e apprezzare un artista incredibile e una parte del nostro patrimonio artistico più recente”.
Ulteriori informazioni sono disponibili al sito www.iiclosangeles.esteri.it