E’ sempre vero che durante una crisi economica, tralasciando i danni che questa causa, si cerca di correggere forzature e anacronismi che ogni società porta con sé. I risultati positivi di tali cambiamenti, neanche a dirlo, si vedono tuttavia sul lungo periodo, naturalmente se la semina è stata condotta nella giusta maniera. Per rimanere in tema metaforico, le semine nel campo dei Fablab (fabrication laboratory) stanno dando risultati entusiasmanti che accendono più di una speranza per il prossimo futuro.
 
I risultati di makers, sognatori e appassionati, sono in parte visibili al Maker Faire di Roma, la più grande fiera europea dell’innovazione tecnologica, nonché la terza più importante al mondo dopo quella di San Francisco e New York. L’evento ha ospitato 600 stand e 700 invenzioni selezionate tra più di 1300 progetti provenienti da tutto il mondo. Le idee dei makers, che hanno in seguito fatto nascere progetti concreti, hanno toccato un po’ tutti gli ambiti e gli aspetti della vita quotidiana, dall’alimentare, alla biomedica, passando per le stampanti 3d. Il filo conduttore è la semplificazione e il miglioramento di processi già esistenti o la creazione ex novo di soluzioni che risolvano piccoli e grandi problemi. 
 
Per fare qualche esempio si possono citare la pinza chirurgica intelligente  che è stata brevettata da alcuni medici e ingegneri dell’Università la Sapienza di Roma, capace di distinguere i tessuti sui quali si opera, evitando errori come la sezione di un nervo. Sempre nel campo medico, grande successo per wake up, un esoscheletro stampato in 3d che aiuta bambini affetti da patologie neuro-muscolari. Facendo da tutore, permette al piede di sollevarsi da terra e riposizionarsi nella maniera corretta. 
 
Tante le invenzioni anche in campo alimentare: ArdBir ha concepito un metodo automatizzato per realizzare la birra in casa; in futuro sarà anche possibile coltivare il proprio orto seduti comodamente sulla propria poltrona. Si potranno ricevere i prodotti direttamente a casa o venderli guadagnando crediti attraverso un clik. Anche i baristi potranno fare affidamento su una macchina che attraverso una applicazione farà degli ottimi cocktail, miscelando alla perfezione tutti gli ingredienti, insomma ce n’è per tutti i gusti.
 
Il fenomeno dei Fablab nasce negli Stati Uniti intorno agli anni Duemila e, a partire dal 2011, anno in cui nasce il primo laboratorio a Torino, in Italia il numero aumenta velocemente tanto da posizionare il nostro Paese al primo posto in Europa; se ne contano infatti più di un centinaio, una cifra considerevole se si pensa che il secondo Paese europeo per quantità di laboratori è la Francia che ne possiede meno della metà, una cinquantina. Questi centri altamente tecnologici non sono presenti solo nelle aziende private o negli incubatori, ma anche in scuole, università ed altre strutture pubbliche. Qualcosa si muove nei diversi ambiti lavorativi e i fruitori dei Fablab si posizionano trasversalmente nella società ovvero è possibile incontrare un ingegnere informatico quanto un disoccupato che si reinventa.
 

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