In Italia si concentra il maggior numero di siti UNESCO nella lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità.
 
Nessuna sorpresa; il nostro Paese è conosciuto in tutto il mondo per la sua storia, le sue tradizioni, la sua cultura. Quello che molti invece non sanno, è che l’Italia è all’avanguardia anche nella ricerca scientifica. Lo è da secoli in effetti; si pensi a Da Vinci, che per primo pensò ad un modello di elicottero, o a Marconi e alla telecomunicazione senza fili.
 
Cultura umanistica e scientifica, tuttavia, vanno di pari passo, e l’una non potrebbe esistere senza l’altra. Non a caso in passato le due sfere erano considerate parte di uno stesso sapere (la scienza veniva chiamata “filosofia naturale”). Alcuni dei più grandi filosofi nel corso della storia sono stati anche grandi matematici.
 
È in epoca moderna infatti, specie a partire dall’800, che i due ambiti si separano, in favore di una conoscenza più settoriale. Seppure dal punto di vista istituzionale arte e scienza riflettono dunque due settori ben diversi, la loro complementarietà rimane un dato di fatto, che l’Istituto Italiano di Cultura di Los Angels ha pensato di mettere in luce organizzando il “Mese della Scienza”.
 
L’idea parte da una mostra itinerante organizzata dalla Fondazione Rosselli e sostenuta dal Ministero degli Affari Esteri, intitolata “150 anni di genio italiano. Innovazioni che cambiano il mondo”. La mostra si concentra sulla ricerca scientifica in Italia e toccherà anche Los Angeles, fermandosi proprio nella Galleria dell’IIC.
 
“Abbiamo voluto cogliere l’occasione per dedicare un mese intero alla ricerca scientifica “made in Italy” e ai suoi esponenti che si trovano in California,” ci spiega il direttore Alberto Di Mauro. “Si tratta di una serie di giornate ed eventi dedicati agli scienziati italiani che operano in questo territorio, per capire di cosa si occupano, come lavorano, e per mettere in risalto non solo il loro importante contributo alla scienza, ma anche la stretta connessione tra il territorio italiano e quello americano nel campo della ricerca.”
 
Tra i momenti più attesi, la serata d’apertura dell’8 maggio, con la proiezione del film-documentario “L’Italia del Futuro”. Il film, fortemente voluto dal Ministero degli Affari Esteri, è un’indagine sullo stato della ricerca in Italia. Alberto Angela, narratore d’eccezione, accompagna lo spettatore in un viaggio attraverso i maggiori centri di ricerca italiani. 
 
Si tratta di centri rinomati in tutto il mondo, punti di riferimento della sperimentazione scentifica nei campi più disparati.  Tra questi, la Scuola Superiore Sant’Anna, l’ASI (Agenzia Spaziale Italiana), l’INFN (Istituto Nazionale di Fisica Nucleare), l’IIT (Istituto Italiano di Tecnologia) di Genova, l’IEO (Istituto Europeo di Oncologia) di Milano ed il Centro Protesi dell’INAIL (Istituto Nazionale Infortuni sul Lavoro) di Budrio.
 
Incontreremo il prof. Massimo Piattelli Palmarini, docente di Scienze Cognitive presso la University of Arizona, attualmente impegnato in uno studio sull’interazione tra neurologia e linguaggio. Con lui, una ricercatrice che si occupa invece di neurobiologia applicata alla rappresentazione teatrale. Aspetti curiosi, nuovi per molti di noi, che evidenziano come la scienza sia strettamente lagata all’arte e al campo umanistico.
 
“Vogliamo anche dare un contributo diretto alla ricerca. È per questo che ospiteremo una serata di fundraising, a supporto della ricerca sulla teleangectasia. Anche in questo caso saremo guidati da uno scienziato italiano, il prof. Richard Gatti, che si occupa proprio di questa malattia nei centri di ricerca della UCLA”.
 
Il 22 maggio sarà dedicato a Renato Dulbecco, scomparso da poco. Farà gli onori di casa il prof. Armando Giuliano, che ha molto contribuito all ricerca sul cancro al seno. Grazie alle sue scoperte, nuovi metodi contrastivi sono stati sperimentati, e gli interventi chirurgici per questo tipo di tumore non sono più frequenti come in passato.
 
Il mese della scienza si concluderà il 7 giugno con una serata dedicata ai giovani ricercatori italiani che lavorano in California. “E nei giovani che la scienza ripone le più grandi speranze,” continua Di Mauro, “ed è pertanto doveroso dedicargli una serata per ringraziarli dell’incredibile lavoro che svolgono ogni giorno”.
 
Un programma ricco e che apre nuove prospettive all’IIC di Los Angeles, messo a punto grazie anche all’importante contributo del Consolato Generale d’Italia a Los Angeles e dell’ISSNAF (Italian Scientists and Scholars in North America Foundation), guidato dal prof. Vito Campese; “La loro collaborazione è stata fondamentale per l’intero progetto,” afferma Di Mauro. “Altrettanto fondamentale è il lavoro svolto dallo staff dell’IIC: Massimo Sarti, Michela Magrì, Serena Camozzo, Laura Luppi e Caterina Magrone: senza il loro aiuto questi progetti non sarebbero realizzabili.”
 
Si vuole raccontare quindi il successo dei ricercatori italiani nel mondo, diretti portavoce di una cultura che da secoli vanta tra i migliori scienziati al mondo, ma si vuole anche gettare le basi per nuove collaborazioni in territorio californiano, fondamentali per la creazione di progetti interdisciplinari e interculturali. Il proposito dell’IIC di dare spazio alla cultura scientifica italiana, poi, assume ancora più importanza in un momento in cui la crisi economica e i tagli ai fondi destinati alla ricerca aprono molti interrogativi sul futuro della scienza.
 
Maggiorni informazioni al sito www.iiclosangeles.esteri.it

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