(Ph Gerhard Bögner da Pixabay)
La Basilica di San Vitale è uno dei monumenti più importanti dell’arte paleocristiana in Italia. Completata nel 547, è a pianta ottagonale e unisce elementi sia della tradizione occidentale che orientale.
Al suo interno bellissimi mosaici raccontano le origini della Cristianità; una specie di libro illustrato per una popolazione che, al tempo, aveva proprio nelle immagini il principale mezzo di conoscenza. Da notare i pannelli sull’Imperatore Giustiniano e la moglie Teodora,  seguiti dai rispettivi cortei raffigurati con tutto lo sfarzo del loro status politico e religioso.
E’ uno dei più famosi ed importanti luoghi di culto cattolici di Ravenna, la cui costruzione iniziò nel 532 d.C. e fu fatta costruire dal vescovo Ecclesio e poi fu completata dal suo successore, l’arcivescovo Massimiano quando Ravenna era già stata riconquistata dall’imperatore romano Giustiniano I.
L’edificio, capolavoro dell’arte ravennate combina elementi architettonici romani (la cupola intradossata, la forma dei portali, le torri) con elementi bizantini (l’abside poligonale, i capitelli, la costruzione in mattoni).
Celeberrimi sono i mosaici collocati nei due pannelli sotto le lunette dell’ordine inferiore, posti in posizione speculare, con il corteo dell’Imperatore Giustiniano e della moglie Teodora che si mostrano in tutto lo sfarzo che richiedeva il loro status politico e religioso. La decorazione in oro dello sfondo del mosaico evidenzia uno spazio irreale, ultraterreno. Le figure sono ritratte frontalmente, secondo una rigida gerarchia di corte, con al centro gli augusti, circondati da dignitari e da guardie. Accanto a Giustiniano è rappresentato il vescovo Massimiano, l’unico segnato da iscrizione, per cui può darsi che fosse anche il sovrintendente dei lavori, dopo essere stato nominato primo arcivescovo di Ravenna.
La decorazione ieratica di San Vitale mostra tutta la sintesi tipica del periodo giustinianeo nella volontà di asseverare il fondamento apostolico della chiesa ravennate, il potere teocratico dell’Impero e la linea dell’ortodossia contro le eresie, attraverso la riaffermazione trinitaria e la prefigurazione della Salvezza nella Scrittura.
Nell’ottobre del 1960 papa Giovanni XIII la elevò alla dignità di basilica minore e a partire dal 1996 per la sua bellezza unica è stata inserita nella lista dei siti italiani patrimonio dell’umanità dell’Unesco, all’interno del sito seriale “Monumenti paleocristiani di Ravenna”.
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