Pietrapertosa is a small village in the Potenza province of Basilicata, with 1,200 residents. It is beautifully located in the Dolomiti Lucane, a mountain range that shares name and beauty with its more famous cousins, up North. Its name comes from the imponent rocky peak that welcomes everyone visiting the village: nature made a hole in it that passes it from side to side, a “pierced stone,” or a pietra perciata, which turned eventually into Pietrapertosa.
The earliest settlement here dates back to the 8th century BC, and its history follows largely that of the area in which it is located. Until the 3rd century BC, it was a Greek colony, as demonstrated by the shape of the village: that of an amphitheater. Then, it became, just like the rest of the region of Lucania, part of Rome’s possessions. The centuries of the Barbaric Invasions, between the 5th and the 9th, weren’t easy for Pietrapertosa, which was sacked by the Goths, the Lombards and the Byzantines. Interestingly, a Byzantine leader of the village rebelled against his governor and called the Saracens for help: and so, Pietrapertosa became Arab for some 20 years, until the Normans arrived in 838. Through the centuries, Pietrapertosa changed rulers, just like the rest of the South: from the Swabians to the Anjou, from the Aragons to a series of local lords. In the difficult years of Risorgimento, Pietrapertosa showed courage and resilience and participated in the moti carbonari to seek independence from foreign rule.
In the early 20th century, the history of Pietrapertosa mixed with that of the United States, because many of its residents sought fortune across the ocean.
There are many things to love, in Pietrapertosa, both in its architecture and traditions and in the charming landscapes surrounding it. The urban settlement is still classically medieval in shape and structure, especially the streets and alleys of its center, which lead to the majestic village castle, called Arabat, the ancient name given to it by the Saracens. Here, homes have been built in line and harmony with the territory and with the shape of the land, with sheer mountain rock becoming a house wall.
One of the most traditional events in Pietrapertosa takes place in the late spring and it’s called the Feast of May, even if it happens in June. At its heart is the marriage of trees, where parts of two different trees, a turkey oak and a holly tree, are joined together in a symbolic marriage. The event, which has very ancient roots, takes traditionally place on the 13th of June (Saint Anthony of Padua) and wants to honor trees as a symbol of prosperity.
Because it is located in the Parco di Gallipoli Cognato e delle Dolomiti Lucane, Pietrapertosa can be a perfect starting point for several trekking routes, if you are into discovering nature on foot. But perhaps, Pietrapertosa is most famously linked to the Volo dell’Angelo,“the flight of the angel,” where you can fly, securely attached to a steel cable between Pietrapertosa and the nearby hamlet of Castelmezzano: a breathtaking, 1 km journey, suspended at 400 meters of altitude.
If adrenaline is not your cup of tea, don’t worry, you can relax and enjoy local cuisine instead: if you are in town around Carnevale, make sure you try rafanata, a type of frittata made with eggs, cheese and horseradish. This time of the year, chestnuts take center stage, while in December, on Santa Lucia day, you can try cuccia, a traditional wheat dish enriched with chickpeas and fava beans. If you like meat, then rest assured Pietrapertosa has something for you, too: the area is well-known for the quality of its cold cuts, including cotechini. There is truly a lot for you to do and enjoy, in this corner of Basilicata, including flying among the mountains.
Pietrapertosa è un piccolo paese della provincia di Potenza, in Basilicata, con 1.200 abitanti. E’ splendidamente collocata sulle Dolomiti Lucane, una catena montuosa che condivide nome e bellezza con le più famose cugine del Nord. Il suo nome deriva dall’imponente picco roccioso che accoglie chiunque visiti il paese: la natura vi ha praticato un foro che lo attraversa da parte a parte, una “pietra forata”, o pietra perciata, che si è poi trasformata in Pietrapertosa.
Il primo insediamento risale all’VIII secolo a.C. e la sua storia segue in gran parte quella dell’area in cui si trova. Fino al III secolo a.C. fu una colonia greca, come dimostra la forma del villaggio: quella di un anfiteatro. Poi divenne, come il resto della regione lucana, parte dei possedimenti di Roma. I secoli delle Invasioni barbariche, tra il V e il IX, non furono facili per Pietrapertosa, che fu saccheggiata da Goti, Longobardi e Bizantini. È interessante notare che un capo bizantino del villaggio si ribellò al suo governatore e chiamò in aiuto i Saraceni: così Pietrapertosa divenne araba per circa 20 anni, fino all’arrivo dei Normanni nell’838. Nel corso dei secoli Pietrapertosa cambiò padrone, come il resto del Sud: dagli Svevi agli Angiò, dagli Aragonesi a una serie di signori locali. Negli anni difficili del Risorgimento, Pietrapertosa dimostrò coraggio e resilienza e partecipò ai moti carbonari per cercare l’indipendenza dal dominio straniero.
All’inizio del XX secolo, la storia di Pietrapertosa si mescolò con quella degli Stati Uniti, perché molti dei suoi abitanti cercarono fortuna oltreoceano.
A Pietrapertosa ci sono molte cose da amare, sia nell’architettura e nelle tradizioni che nei suggestivi paesaggi che la circondano. L’insediamento urbano è ancora classicamente medievale nella forma e nella struttura, soprattutto le strade e i vicoli del suo centro, che conducono al maestoso castello del paese, chiamato Arabat, l’antico nome datogli dai Saraceni. Qui le case sono state costruite in linea e armonia con il territorio e con la forma del terreno, con la roccia a picco sulla montagna che diventa muro di cinta della casa.
Uno degli eventi più tradizionali di Pietrapertosa si svolge nella tarda primavera e si chiama Festa di Maggio, anche se si svolge a giugno. Il suo fulcro è lo sposalizio degli alberi, in cui parti di due alberi diversi, un cerro e un agrifoglio, vengono uniti in un matrimonio simbolico. L’evento, che ha radici molto antiche, si svolge tradizionalmente il 13 giugno (Sant’Antonio da Padova) e vuole onorare gli alberi come simbolo di prosperità.
Essendo situata nel Parco di Gallipoli Cognato e delle Dolomiti Lucane, Pietrapertosa può essere un perfetto punto di partenza per diversi percorsi di trekking, se amate scoprire la natura a piedi. Ma forse Pietrapertosa è soprattutto legata al Volo dell’Angelo, con il quale si può volare, saldamente attaccati a un cavo d’acciaio, tra Pietrapertosa e la vicina frazione di Castelmezzano: un percorso mozzafiato di 1 km, sospesi a 400 metri di altezza.
Se l’adrenalina non fa per voi, non preoccupatevi, potrete rilassarvi e gustare la cucina locale: se vi trovate in città nel periodo di Carnevale, non dimenticate di assaggiare la rafanata, una sorta di frittata a base di uova, formaggio e rafano. In questo periodo dell’anno sono protagoniste le castagne, mentre a dicembre, nel giorno di Santa Lucia, potrete assaggiare la cuccia, un piatto tradizionale a base di grano arricchito con ceci e fave. Se amate la carne, allora non perdetevi Pietrapertosa: la zona è rinomata per la qualità dei suoi salumi, tra cui i cotechini. In questo angolo di Basilicata c’è davvero molto da fare e da godere, anche volando tra le montagne.
Unlike many news organizations, instead of putting up a paywall we have eliminated it – we want to keep our coverage of all things Italian as open as we can for anyone to read and most importantly share our love with you about the Bel Paese. Every contribution we receive from readers like you, big or small, goes directly into funding our mission.
If you’re able to, please support L’Italo Americano today from as little as $1.