A sorpresa la nuova star del Made in Italy all’estero nel 2015 è risultato il Pecorino che ha fatto registrare il record storico nelle esportazioni con un balzo delle vendite del 17% sui mercati stranieri dove i pastori conquistano nel 2015 lo scettro di migliori ambasciatori del prodotto nazionale. 
 
Il massimo storico delle esportazioni è stato messo a segno grazie alle straordinarie performance realizzate nel Stati Uniti (+20%) che sono il principale mercato di sbocco del pecorino italiano, ma risultati estremamente positivi si hanno anche in Europa con una crescita del 19% in Gran Bretagna e del 17% in Francia nonostante la storica rivalità. Questo successo importante si registra in Giappone con un incremento delle vendite del 12% mentre in Cina l’aumento è addirittura del 410% anche se le quantità sono ancora ridotte. 
 
La situazione sui mercati esteri – sostiene Coldiretti, la principale organizzazione degli imprenditori agricoli italiani – potrebbe ulteriormente migliorare se ci fosse una seria azione di contrasto alle imitazioni presenti che tolgono spazio ai prodotti originali come negli Usa dove si producono oltre 20,5 milioni di chili di Romano e similari all’anno, che però non vengono ottenuti con latte di pecora. 
 
Dal Romano cheese degli Stati Uniti, anche già grattugiato, al pecorino Friulano del Canada dove si vendono anche il Crotonese e il Romanello, tutti rigorosamente fatti da latte di mucca come il Pecorino cinese, dove una mucca sorridente si trova pure in etichetta incurante del significato del nome pecorino, sono alcuni delle imitazioni dei formaggi italiani smascherati dalla Coldiretti ed esposti  al “Pecora Day” durante il quale è stato mostrato anche il kit per la produzione casalinga del Romano venduti da una ditta inglese a circa 120 euro e che contengono recipienti, colini, garze, termometri, piccole presse oltre a lipasi ed altre polveri attraverso le quali è possibile realizzare una chiara contraffazione.
 
Il pecorino – continua la Coldiretti – è uno dei formaggi italiani più antichi: veniva prodotto già nella Roma imperiale e faceva parte delle derrate dei legionari. Era talmente in uso fra i Romani, che fu stabilita anche la razione giornaliera da dare ai legionari, come integrazione al pane e alla zuppa di farro: 27 grammi. Tuttavia è probabile che le sue origini siano ancora più antiche, vista la diffusione delle pecore sul nostro territorio. 
 
Nella produzione Made in Italy a denominazione di origine (Dop) tutelati dall’Unione Europea a fare la parte del leone – continua la Coldiretti – è il Pecorino Romano Dop che copre quasi  il 75 per cento con una produzione di 23 milioni di chili, ma hanno ottenuto la protezione comunitaria come denominazioni di origine anche il pecorino Sardo, il Siciliano, il Crotonese il Toscano, quello di Filiano, di Picinisco, delle Balze volterrane oltre al Fiore Sardo, al Canestrato Pugliese, al Canestrato di Moliterno alla Vastedda della Valle del Belice, al  Murazzano e alla Robiola di Roccaverano che usa anche caprino.
 
Accanto ai pecorini tutelati dall’Unione Europa sono circa un centinaio quelli tradizionali censiti dalle regioni, ma numerose sono le versioni proposte dagli allevatori dal “sottocrusca” al “sottograno” fino allo “stagionato in grotta” e curato con olio, ma anche la recente formula del “pecorino amatriciano” che riguarda le zone del Lazio e dell’Abruzzo e che è l’ingrediente indispensabile per la vera “amatriciana”. 
 
Complessivamente in Italia – stima la Coldiretti – sono prodotti oltre 60 milioni di chili di formaggi pecorini dei quali circa la metà a denominazione di origine (Dop).
Il Pecorino Romano è un formaggio aromatico e lievemente piccante, a pasta dura, cotta, prodotto con latte fresco di pecora, intero, proveniente esclusivamente dagli allevamenti della zona di produzione, eventualmente inoculato con colture naturali di fermenti lattici autoctoni e coagulato con caglio di agnello in pasta proveniente esclusivamente da animali allevati nella medesima zona di produzione. Il peso delle forme può variare tra i 20 e i 35 kg; queste riportano impresso su tutto lo scalzo il marchio all’origine (un rombo con angoli arrotondati e contenente al suo interno la testa stilizzata di una pecora) con la dicitura Pecorino Romano. 
 
Il Pecorino Toscano è un formaggio a pasta tenera o semidura, prodotto esclusivamente con latte di pecora intero. Si riconosce dal marchio di origine che viene impresso su ogni forma. Nel marchio è presente il logo che rappresenta una P ed una T stilizzate, il nome Pecorino Toscano Dop. L’elemento fondamentale è naturalmente il latte, esclusivamente di pecora, prodotto da greggi allevate sul territorio delimitato dalla denominazione di origine protetta.
 
Il Pecorino Sardo Dop è prodotto unicamente con latte di pecora intero proveniente dalla zona di origine.  L’alimentazione degli ovini è basata in prevalenza sull’utilizzo diretto di pascoli naturali, prati ed erbai, ragione per cui il latte destinato alla Dop è di elevata qualità e conferisce al prodotto finito un sapore e un gusto unici. Il Pecorino Sardo, che vanta antenati già dal 1700, è un ottimo formaggio da tavola che si presenta in due tipologie differenti per caratteristiche dimensionali e organolettiche: il dolce e il maturo entrambi contrassegnati con la dicitura Ps Dop.

Receive more stories like this in your inbox