Al Castello Svevo di Bari la mostra “Pippo Oriani. Maschere ballerine menestrelli” a cura di Mariastella Margozzi, direttore del Polo e del Castello, e di Gabriele Oriani, figlio dell’artista, uno dei leader del movimento futurista torinese.
Inaugurata il 23 marzo e allestita sino al 20 maggio, la mostra intende presentare una selezione di opere significative dell’attività di Pippo Oriani, dagli esordi e fino all’inizio degli anni Settanta, dedicando particolare attenzione al tema delle maschere e della Commedia dell’Arte che tanto influenzò la fantasia creatrice dell’artista.

Prolifico pittore, architetto, arredatore ed editore italiano, Pippo Oriani si inserisce all’interno della temperie artistica del primo Novecento in maniera del tutto personale e peculiare, definendo un percorso che si configura fin dagli esordi come espressione della volontà di immergersi nel vivo della modernità, intesa come ricerca estetica rinnovata nei modi e nelle tecniche e tesa ad indirizzare in maniera globale il gusto della società italiana dell’epoca.

La sua continua sperimentazione, testimoniata dalla grande creatività espressa in molteplici ambiti, non esclusa la cinematografia, fa di lui un pioniere in ogni campo, in linea con l’idea futurista di voler cambiare lo stile di vita in tutti i suoi aspetti.

Entusiasta, divertito e divertente, di profonda cultura e frequentatore assiduo della Parigi degli anni Trenta, Oriani è una delle personalità che ha contribuito all’europeizzazione dell’arte italiana nella prima metà del Novecento. Braque, Picasso e Leger sono i riferimenti stilistici di Oriani in quegli anni di formazione e nelle opere di questi artisti la fantasia indomita di Oriani scruta gli elementi a cui rifarsi, le situazioni compositive da riproporre, i temi e le iconografie.

Le tipologie delle maschere, dei menestrelli e dei clown presentate in questa sede suonano, danzano, recitano, studiano la parte. Quello di Oriani è un universo dove la coscienza si perde tra i riquadri colorati degli arlecchini e le bianche vesti dei Pulcinella che si stagliano come nuvole e gonfie vele nel vortice dei piani colorati e decorati. Tutte le opere in mostra fanno parte della Fondazione Pippo Oriani.
Per tutta la durata della mostra sarà proiettata l’unica parte superstite del film Vitesse, girato da Oriani nel 1933 e riscoperto da Mario Verdone e da Gabriele Oriani, importante testimonianza della partecipazione italiana alla cinematografia d’avanguardia europea degli anni Trenta.

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