Inaugurata recentemente all’Istituto Italiano di Cultura di Los Angeles, la mostra intitolata The Making of (a new) Rome – Recent Works by Roman Architects, rimarrà aperta al pubblico fino al 1 marzo 2014, per mostrare la splendida capitale italiana in una veste affascinante, ma forse ancora inedita, al pubblico italo-americano e internazionale.
Organizzata sotto gli auspici del Consolato Generale d’Italia dall’IIC, l’Ordine degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori di Roma, l’Associazione Costruttori Edili di Roma e Provincia, la Fondazione Almagià, in collaborazione con l’Italian Trade Agency di Los Angeles, l’American Institute of Architects di Los Angeles, e la Woodbury School of Architecture, la mostra presenta alcuni dei più innovativi e interessanti progetti architettonici realizzati a Roma nell’ultimo decennio attraverso pannelli esplicativi, immagini, disegni, filmati video e modelli in scala, che svelano l’inaspettato volto moderno e in continua trasformazione della “Città Eterna”.
“La Roma tradizionale, la Roma de La grande bellezza – per citare il titolo del film di Sorrentino appena uscito vittorioso dai Golden Globes e in corsa per gli Academy Awards – è impressa nella mente non solo degli italo-americani, ma di ognuno di noi e dei milioni di turisti che la visitano”, sottolinea il direttore reggente dell’Istituto di Cultura di Los Angeles, Massimo Sarti, che aggiunge: “Credo però che faccia piacere vedere come la città si stia evolvendo e come progetti di notevole valore architettonico vadano ad arricchire anche le zone meno note della Capitale”.
Si tratta di oltre trenta opere selezionate da un comitato designato dall’Ordine degli Architetti Pianificatori P.C.P. di Roma e Provincia, l’ACER e la Fondazione Almagià, che testimoniano sia l’impegno delle Istituzioni e di tutti gli attori coinvolti a modernizzare e promuovere l’immagine della città, a prescindere dai suoi tesori storici di inestimabile valore, sia la competenza delle imprese edili e l’abilità degli architetti italiani contemporanei.
Tra questi partecipano alla mostra Franco Purini, King Roselli, Max Pintore, ABDR e Studio Valle, i quali hanno contribuito a modificare il panorama romano con la propria creatività riflessa nelle costruzioni da loro progettate e realizzate, rispettivamente il grattacielo Eurosky Tower, la Libreria Pontificia dell’Università Lateranense, il Ponte della Scienza, il complesso residenziale Giustiniano Imperatore e la Nuova Fiera di Roma.
Nel corso dell’inaugurazione si è svolta un’interessante tavola rotonda sul tema Contemporary Architecture in Historic Urban Environments. The Case of Rome, moderata da Livio Sacchi, presidente dell’Ordine degli Architetti di Roma, alla quale sono intervenuti esperti del settore come Arabella Rocca (Studio Alvisikirimoto), Marco Petreschi (Marco Petreschi Architetto), Patrick Tighe (Patrick Tighe Architecture) e Paulette Singley (Woodbury School of Architecture).
E tuttavia, la mostra e la visita della delegazione italiana a Los Angeles hanno anche un altro obiettivo significativo: la possibilità di creare contatti lavorativi e incontrare rappresentanti delle realtà locali.
“Questo tipo di iniziative rappresenta una preziosa opportunità per instaurare rapporti professionali tra i due Paesi. Ad esempio, i colleghi Patrick Tighe e Paulette Singly conoscono ormai bene la scena architettonica romana e visitano spesso la nostra città.
Allo stesso modo, gli archittetti e gli imprenditori italiani sono entrambi estremamente interessati al mercato statunitense, un’area importante ma anche auto-sufficiente. In particolare, potrebbero esserci possibilità di collaborazione in settori di nicchia come il restauro di edifici o il rinnovamento di distretti storici”, spiega il presidente dell’Ordine, Livio Sacchi.
E l’architetto Arabella Rocca aggiunge: “Il dialogo con gli architetti americani e il riscontro che abbiamo ricevuto da loro sono, come sempre, molto positivi e speriamo possano aprire la strada a futuri progetti comuni, magari proprio in California”.
Qual è stato, invece, il feedback della comunità italo-americana locale, forse ancora legata a un’immagine più convenzionale della Capitale?
“Abbiamo ricevuto moltissimi commenti positivi, più di una persona si è detta emozionata e incantata dal progetto. Questo, oltre ad essere per noi motivo di grandissima soddisfazione, fa pensare che in realtà le persone siano pronte a un’architettura meno tradizionale, anche quando è inserita in un contesto di alto valore storico, culturale ed ambientale, sempre a patto che rispetti l’ambiente in cui si inserisce, dialogando con esso e non distaccandosene. Le nostre scelte progettuali partono sempre dallo studio del luogo per arricchirlo”, afferma Arabella Rocca.
E questa è probabilmente la giusta direzione verso il futuro, specialmente in un Paese come l’Italia: innovazione e progresso, ma tutelando l’inestimabile eredità del passato.
A giugno 2014 la mostra sarà presentata a Roma, nei locali dell’Ex Mattatoio nel quartiere Testaccio, mentre sono in corso trattative per una prossima tappa anche a San Francisco.