“Il momento è difficile e sono perciò importanti le sfide, come quella che lanciano i 900 espositori che vengono al Salone Nautico per raccontare, nonostante la crisi, l’eccellenza delle aziende italiane nel mondo”. Anton Francesco Albertoni, pre-sidente di Ucina (Unione Nazio-nale dei Cantieri e delle Indu-strie Nautiche e Affini), ha sintetizzato così lo stato d’animo di un comparto che soffre, anche se resta leader mondiale.
 
Lo dimostrano i numeri. Il fatturato globale che appena 4 anni fa era di 6,4 miliardi di euro, nel 2011 è sceso a 3,4 miliardi e nel 2012 si stima segnerà un calo tra -18 e -25% attestandosi tra i 2,5 e i 2,7 miliardi di euro. A tenere alti i numeri è solo l’export, con più di 2 miliardi di euro e un bacino di clienti che si espande soprattutto fra Russia, Turchia, Brasile, Middle e Far East, perché il mercato interno è crollato: ormai è pari a un sesto del totale. 
 
Una crisi che soffrono le aziende ma anche i lavoratori: 20mila disoccupati e un salone che da 1.150 espositori del 2011 (ma negli anni d’oro erano 1.300) è sceso quest’anno a 900. Da un lato questo significa che alcune aziende che erano tradizionalmente presenti al Salone di Genova, quest’anno non ce l’hanno fatta a sostenere i costi. Resistono solo le medie e grandi aziende che compensano i defi-cit accumulati sul mercato interno commercializzando con l’estero. Le più piccole, quelle sotto i 50 milioni di euro di fatturato, rischiano il fallimento. 
 
Dall’altro lato però, i 900 espositori che hanno portato 1.400 imbarcazioni a Genova, costituiscono un numero che dimostra comunque l’impegno e la volontà di ripresa delle aziende del settore. 
Confortano e incoraggiano in questo senso le anticipazioni della classifica di Show Boats International che, basandosi sugli ordinativi per il 2013, indica ai primi tre posti al mondo tre aziende italiane: “Azimut Be-netti” con 70 yacht in costruzione (è uno dei cantieri più antichi al mondo: opera dal 1873 e oggi ha tre siti produttivi a Viareggio, Fano e Livorno), “Ferretti” con 50 barche (nasce nel 1968 e opera fra Forlì, Cattolica, San Giovanni in Marignano, Misano Adriatico, La Spezia e Cesenati-co), “Sanlorenzo” (dal 1958 cantieri navali ad Ameglia e Viareggio) con 33 yacht. 
 
Albertoni: “La crisi della nautica non è dovuta solo alla crisi globale iniziata nel 2008, ma è tutta italiana. Questo Paese non ha voluto credere in questo settore. Ora il governo deve intervenire inserendo la nautica tra le priorità di sviluppo”. 

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