Organizzata da Made in Milan International Film Society, in collaborazione con Istituto Italiano di Cultura di Los Angeles, Consolato Generale d’Italia in Los Angeles, Expo Milano 2015 e Lombardia Film Commission, la dodicesima edizione del Miff’s Best si è svolta il 27 ottobre scorso, inaugurata da un red carpet affollato e particolarmente allegro.
Ancora una volta, l’IIC è stato il luogo di uno scambio culturale di portata internazionale. La serata ha preso il via con la premiazione di Best Documentary e Best Film: Big Boys Gone Bananas!, dello svedese Fredrik Gertten. Gertten, che nel 1994 ha fondato l’agenzia di produzione WG Film, è oggi famoso per le sue storie di realtà locali ma con interesse globale.
Anche quest’ultimo film rispetta la “tradizione”, prendendo di mira la Dole Food Company. Secondo il film di Gertten, pare che la compagnia abbia condotto una campagna contro alcuni registi svedesi, con l’obiettivo di bloccare il loro film, che documenta un processo contro la stessa Dole. Va da sé che al centro di tutto sia la libertà d’espressione.
Altre premiazioni e proiezioni hanno ritmato la serata; tra queste, Irvin Welsh’s Ecstasy di Brad Hruboska, che si è aggiudicato il Best Cinematography Award; Meeting Spencer, doppiamente premiato con il Best Actress Award per Melinda McGraw e il Best Screenwriting Award per Delaplaine, Kole e Kasdin.
La seconda parte della serata invece ha reso omaggio al lavoro del montatore catanese Pietro Scalia, famoso per le sue collaborazioni con registri del calibro di Oliver Stone, Ridley Scott, Bernardo Bertolucci, Gus Van Sant e Rob Marshall. Un video ha ripercorso la sua prestigiosa carriera: premiato due volte con l’Oscar al miglior montaggio, nel 1992 (JFK) e nel 2002 (Black Hawk Down), Scalia ha anche contribuito a capolavori come Piccolo Buddha, Will Hunting, The Gladiator, Hannibal Lecter e più recentemente Prometheus. Scalia si è guadagnato una lunga standing ovation del pubblico, che lo ha visibilmente emozionato.
Da Milano a Los Angeles, per far convergere la cultura cinematografica indipendente. Quella che con i suoi toni libertini riesce a mettere in luce temi e argomenti nuovi e a suscitare sempre più l’interesse del pubblico.
A promuovere questa cultura ci pensa anche il MIFF, che ogni anno si svolge a Milano. Concepito con la missione di promuovere e sostenere i film indipendenti provenienti da tutto il mondo, il festival è stato creato nel 1999 da Andrea Galante, a quel tempo caporedattore della rivista di cinema e cultura italiana “Dolce Vita”. Con il MIFF, Galante ha fatto di Milano uno dei centri nevralgici per il cinema indipendente, per poi portare puntualmente a Los Angeles il meglio della rassegna.
Ce lo conferma la testimonianza di Andrea La Mendola, giovane registra premiato al MIFF 2012 con il Cavallo di Leonardo per il Miglior Corto Italiano, Echoes: “Il cinema indipendente è quello che influenza di più la cultura e la quotidianità di certe specifiche classe sociali, intendo quelle medio-alte, anche se tra il cinema americano e italiano esistono differenze identitarie nell’elaborazione del prodotto. Ma questo cinema porta con sé messaggi forti ed attuali, che toccano la realtà delle singole persone.
Il pubblico è desideroso di vedere qualcosa di nuovo, ma spesso non c’è abbastanza spazio per i nostri prodotti, perché la macchina della distribuzione cerca principalmente di generare più soldi. E questo il cinema classico hollywoodiano lo sa fare bene. Oggi in America, dobbiamo trovare un compromesso tra fare film di qualità e le regole del mercato. Nonostante tutto, il “film intelligente” può anche portare un guadagno a lungo termine, quindi il percorso è più faticoso, ma il risultato è soddisfacente.”