Il 2019 è l’anno di Maria Lai. Dalla Stazione dell’Arte di Ulassai al MAXXI di Roma (Ph courtesy Stazione dell'Arte) 

Il 2019 è l’anno di Maria Lai. Dalla Stazione dell’Arte di Ulassai al MAXXI di Roma, passando dall’Istituto Italiano di Cultura di Parigi, questa voce inedita del panorama artistico del ‘900 è stata celebrata attraverso mostre, percorsi museali, performance, pubblicazioni e convegni. Un percorso artistico alla scoperta del mondo unico e magico che ha sempre animato l’immaginario creativo dell’artista ogliastrina.

L’evento conclusivo di questo anno straordinario e denso di appuntamenti è rappresentato dalla mostra “Maria Lai. Lente sul mondo”  inaugurata sabato 21 dicembre, presso la Stazione dell’Arte di Ulassai, museo fortemente voluto dall’artista e da lei istituito nel 2006 con una donazione di oltre centocinquanta opere.

“Lente sul mondo” è organizzata dalla Fondazione Stazione dell’Arte, in collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura di Parigi e il sostegno della Regione Autonoma della Sardegna, del Comune di Ulassai e della Fondazione di Sardegna. Curata da Davide Mariani, direttore del museo dedicato a Maria Lai, nasce con l’intento di mettere in evidenza l’attitudine dell’artista a riflettere su macrocosmi a partire da microcosmi, facendo di Ulassai, il suo paese natale costantemente minacciato da frane, una metafora del mondo.

“Ulassai è una metafora straordinaria, perché è minacciata da frane, come il mondo», così diceva Maria Lai. «Allora si parlava della bomba atomica… frane universali. E poi questo nastro che arriva… ma che vuol dire un nastro? Non vuol dire niente, non sostiene…  però lì, nella storia, nella leggenda, si dice che quel nastro abbia dato una direzione di salvezza. E allora tutto il paese faccia quest’opera, dia un’immagine del mondo nuova e dell’arte. Perché l’arte è come quel nastro, bella da vedersi ma è soprattutto direzione di salvezza”.

Le opere in mostra. “Lente sul mondo” si compone di oltre venti opere appartenenti alla collezione del Museo Stazione dell’Arte, di cui alcune esposte per la prima volta al pubblico. La mostra indaga in maniera sistematica l’ambizione di Maria Lai di trovare un linguaggio universale, tensione imprescindibile degli ultimi trent’anni del suo percorso d’arte.

A partire dalla serie La rupe (2002), in cui grazie a un efficace, quanto essenziale, collage di carte strappate restituisce l’immagine dei tacchi che coronano Ulassai, da sempre fonte di ispirazione e universo creativo. Come le suggestioni legate alla sua infanzia: in Paesaggio (1947), Maria Lai modella con la ceramica un paesaggio roccioso, memore degli insegnamenti di Arturo Martini. Altri passaggi richiamano invece quel sentimento maturato nel tempo di “Ansia d’infinito”, come in Andende Andende (1995/2004) e Un pezzo caduto di cielo (2003), in cui il rapporto dell’uomo con lo spazio viene esplicitato attraverso la sabbia, le pietre, gli spaghi e la polvere d’argento. Il percorso espositivo è arricchito da un focus sul tema della natività che, già dalla prima metà degli anni Cinquanta, riveste un ruolo centrale nella produzione di Maria Lai. Il presepe, ancora una volta, rappresenta una metafora perfetta dell’arte, intesa come via di salvezza per il mondo.

2019, un anno all’insegna di Maria Lai. La mostra che sarà inaugurata il 21 dicembre si collega idealmente con quella inaugurata all’inizio di questo mese a Parigi, “Maria Lai. Suivez le rythme”. Curata sempre da Davide Mariani e organizzata dall’Istituto Italiano di Cultura di Parigi, l’esposizione resterà aperta fino al 10 gennaio del 2020. La mostra parigina è la prima monografica di Maria Lai in Francia.

Attraverso l’esposizione di opere autografe, foto, video ed edizioni d’artista, la mostra mette in luce le strategie impiegate da Maria Lai per avvicinare l’arte alla gente. All’Istituto Italiano di Cultura sono presenti opere che hanno segnato l’immagine dell’artista anche tra il grande pubblico: i libri cuciti, le geografie, le fiabe, i giochi e la documentazione fotografica di alcuni dei suoi interventi ambientali più significativi che oggi costituiscono parte della collezione di arte pubblica del Museo a cielo aperto “Maria Lai” di Ulassai.

Il 2019 era iniziato con l’avvio della programmazione espositiva interamente curata da Davide Mariani, nominato Direttore del museo lo scorso 4 dicembre 2018, con la mostra “Maria Lai. Sguardo Opera Pensiero”, un progetto espositivo nato con l’intento di indagare i luoghi dell’arte attraverso l’opera di Maria Lai e di svelare allo stesso tempo il processo creativo che si nasconde dietro la realizzazione dei suoi lavori.

In primavera è stata invece la volta di “Maria Lai. Pane Quotidiano”, rassegna dedicata ai momenti più significativi della produzione dell’artista legata al tema della panificazione, sia da un punto di vista materico sia da uno più simbolico e allusivo, ovvero come metafora dell’arte e della vita.

Per Maria Lai il 2019 è stato anche l’anno della retrospettiva “Tenendo per mano il sole” al MAXXI che ha collaborato con la Fondazione Stazione dell’Arte anche per la mostra “Tenendo per mano l’ombra”, inaugurate entrambe a giugno rispettivamente a Roma e Ulassai.

Prima della mostra di Parigi, infine, è stata la volta del progetto “Cuore mio”. A distanza di quasi quarant’anni da “Legarsi alla montagna”, la Fondazione di Sardegna e la Fondazione Stazione dell’Arte si sono incontrate per dare vita a un progetto che, grazie all’intervento dell’artista milanese Marcello Maloberti, è risultato essere molto più di un semplice tributo a Maria Lai. Il 21 settembre scorso, sulla montagna di Ulassai, è stata inaugurata un’opera site-specific di carattere permanente che è entrata a far parte della collezione del Museo a Cielo Aperto Maria Lai. L’installazione è stata preceduta da una performance che, a partire dal tramonto e fino a tarda sera, ha coinvolto la comunità di Ulassai per le strade del paese e nella centrale piazza Barigau. A giugno, l’opera di Maloberti, un cartello stradale collocato in verticale, come una bandiera, era stata ospitata per due giorni al Museo MAXXI di Roma, proprio in occasione dell’inaugurazione della mostra dedicata a Maria Lai.

LA STAZIONE DELL’ARTE

La Stazione dell’Arte di Ulassai, nel cuore dell’Ogliastra, in Sardegna, è un museo d’arte contemporanea dedicato a Maria Lai (Ulassai, 1919 – Cardedu, 2013). Istituito nel 2006 dall’artista, attraverso una donazione di oltre centocinquanta opere al Comune di Ulassai, il museo, gestito dalla Fondazione Stazione dell’Arte, di cui Maria Lai è stata Presidente onorario a vita, custodisce la più importante e completa collezione pubblica della sua opera e organizza una programmazione espositiva legata ad alcune tematiche per lei centrali, come il rapporto fra arte, comunità e paesaggio.


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