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Edizione della Divina Commedia delle Aldine
Una rivoluzione dell’editoria paragonabile a quella dell’e-book? Non bisogna guardare in avanti per immaginare scenari futuristici, ma ripercorrere la storia a ritroso. E precisamente al XV secolo, puntando la lente d’ingrandimento su una Venezia spesso sconosciuta anche negli ambienti accademici più raffinati.
 
 
Era il 1494 quando l’umanista Aldus Manutius – nato a Bassiano, al tempo Stato del Vaticano, oggi provincia di Latina, nel 1449 – fondò quella che sarebbe diventata la casa editrice di riferimento per le opere classiche greche e latine degli anni di là da venire, ovvero le Edizioni Aldine. 
 
La visione di Manuzio era di quelle che cambiano il corso della storia, e non soltanto della carta stampata. L’invenzione del carattere oggi conosciuto come “italico”, infatti, legata al nome del tipografo di Manuzio, Francesco Griffo, permise di condensare un maggior numero di caratteri nella stessa pagina, determinando a sua volta la riduzione del foglio di stampa.
 Aldo Manuzio 

 Aldo Manuzio 

 
Pagine più piccole significavano poter stampare un maggior numero di libri a prezzi ridotti, fattore che decretò il successo popolare delle edizioni Aldine e – sebbene ancora ante litteram – dei suoi libri tascabili, tecnicamente conosciuti come “ottavi”.
 
Ma non soltanto per il “layout” della pagina e per l’italico, l’edizione di Manuzio passò alla storia anche per altri motivi. Innanzitutto per la punteggiatura, con lo sviluppo storico della virgola e del punto e virgola. Secondariamente, per la cura dei dettagli, la scelta delle carte e delle rilegature, sempre eleganti ma comunque molto semplici. Motto della casa editrice era la frase latina “Festina lente” (Affrettati lentamente), spesso unita al logo – anche questo ripreso da Manuzio – raffigurante un delfino incrociato ad un ancora, che in epoca classica veniva associato agli imperatori Tito e Domiziano.
 
Per ricordare Manuzio nel cinquecentenario della sua morte, presentando nuovi studi che ne approfondiscono la personalità e il lavoro di editore, il Centro di Studi Medievali e Rinascimentali della UCLA e la sezione Collezioni Speciali della sua biblioteca, hanno organizzato il 27 e 28 febbraio scorsi una conferenza dal titolo “Illustrated Body. Printing, Anatomy and Art in the Renaissance”. L’incontro è stato anche occasione per celebrare un altro cinquecentenario, quello della nascita dell’anatomista e medico fiammingo Andrea Vesalio, autore del “De Humani Corporis Fabrica”, trattato di anatomia del XVI Secolo. 
 
Molti gli studiosi italiani che hanno preso parte all’evento dedicato ai due personaggi del Rinascimento europeo. Venerdì, dopo i saluti di benvenuto di Massimo Ciavolella, Direttore del Centro di Studi Medievali e Rinascimentali di UCLA, e di Rinaldo Canalis della David Geffen School of Medicine, è stata Angela Maria Nuovo a presentare il suo lavoro dal titolo “Aldus  Manutius and the World of Venetian Publishing”. 
 
Nel pomeriggio, invece, Lorenzo Perilli dell’Università di Roma Tor Vergata ha proseguito con l’intervento “Aldus Manutius. Unfulfilled Dream: Galen’s Journey from Campo Sant’Agostin to Western Culture”. 
 
Sabato, infine, dopo l’intervento di Canalis su Vesalius “A Look at Vesalius. Methods in the Production of De Fabrica”, Raffaele De Caro dell’Università di Padova ha presentato “Anatomy in Color: Hyeronimus Fabrici ab Aquapendente and the Tabulae Pictae”.
 
In concomitanza con la conferenza è anche stata allestita una mostra di volumi rari delle Aldine, curata dai bibliotecari Jane Carpenter e Russel Johnson. L’Università della California Los Angeles, infatti, iniziò a collezionare le opere edite da Manuzio nel 1961 con l’acquisto di 45 opere del collezionista di San Francisco Templeton Crocker, nipote di uno di quei “big four” che costruirono la Central Pacific Railroad.
 
Oggi la collezione aldina di UCLA conta più di 1000 volumi, e tra questi sono comprese opere in lingua originale di Aristotele, Platone, Erodoto, Omero, Virgilio e Aristofane. Tra i libri pubblicati secondo il layout a ottava, UCLA possiede inoltre una copia de Le cose volgari di Petrarca in vernacolare e un’opera di Sofocle, la prima in assoluto ad essere stata pubblicata secondo il formato tascabile proposto sul mercato da Aldo Manuzio.
 
Quest’ultimo morì nel 1515 e prima di vedere realizzato quello che era da sempre stato il suo sogno, ovvero la pubblicazione delle opere del medico del II secolo Galeno, una delle autorità indiscusse anche ai tempi di Vesalio, trascorsero altri 10 anni, epoca in cui le edizioni Aldine passarono nelle mani della famiglia Torresani.
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