Emilia Romagna in ginocchio: fiumi esondati, frane e smottamenti. Ma è solo l’ultimo dei 175 eventi climatici estremi che, dall’inizio della primavera hanno flagellato l’Italia con tempeste di grandine, bufere, pioggia violenta, vento e valanghe: il 62% in più dello stesso periodo dello scorso anno.
Si sta verificando una tropicalizzazione che si manifesta con una più elevata frequenza di precipitazioni violente, grandine di maggiore dimensione, sfasamenti stagionali, piogge brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi che compromettono le coltivazioni con costi per oltre 14 miliardi di euro in un decennio.
L’ultima anomala ondata di maltempo si è abbattuta da Nord a Sud del Paese e ha fatto strage di ortaggi, cereali, girasoli, frutta colpendo campi, serre, vigneti, agrumeti, oliveti compromettendo i raccolti dopo un anno di lavoro. Si contano perdite nei campi dalla Lombardia al Veneto, dall’Emilia Romagna alle Marche, dalla Basilicata alla Puglia.
Il maltempo ha fatto aumentare i prezzi delle verdure al dettaglio del 7% rispetto allo scorso anno. Le campagne sono state colpite in un momento particolarmente delicato per l’agricoltura con le semine, le verdure e gli ortaggi in campo e le piante che iniziano a fare i primi frutti. Si è verificata una vera strage per verdure, cereali, girasole e frutta con danni a vigneti, agrumeti, oliveti e ciliegi, ma anche alle infrastrutture, dalle stalle scoperchiate alle strade rurali franate, senza dimenticare le serre distrutte. Tra le colture più colpite ci sono sicuramente – spiega Coldiretti – le ciliegie, soprattutto a causa della grandine che ha devastato i raccolti nella provincia di Bari in Puglia, dove si coltiva oltre un terzo della produzione nazionale totale ed è andato perso fino al 60% dei frutti di varietà Bigarreau e Giorgia. Un problema che interessa anche gli ortaggi – continua la Coldiretti – a partire da insalate e radicchi. E gli effetti si faranno sentire al mercato soprattutto nelle prossime settimane quando si inizierà a raccogliere anche l’altra frutta estiva che in più zone del Paese è stata flagellata dalla grandine che è l’evento più temuto dagli agricoltori perché i chicchi spogliano le piante compromettendo i raccolti successivi.
L’ondata di maltempo fuori stagione è l’evidente conseguenza dei cambiamenti climatici in Italia dove l’eccezionalità degli eventi atmosferici – ricorda la Coldiretti – è ormai la norma, tanto da aver condizionato nell’ultimo decennio la redditività del settore agricolo, con le perdite di raccolti dovute a calamità naturali che hanno assunto un carattere ricorrente. Basti pensare al vino nel 2017 (-16%) e nel 2014 (-8,9%), al mais nel 2015 (-22,2%) e nel 2012 (-19,4%), all’olio nel 2016 (-39,5%) e nel 2014 (-39,3%), alle patate nel 2013 (-12%) e nel 2010 (-13,4%), al grano duro nel 2017 (-16,4%) e nel 2009 (-29,4%), alle pesche nel 2018 e (-11,9%) e nel 2017 (-13,7%), alle mele nel 2017 (-21,6%) e nel 2012 (-14,6%). Il risultato è un conto da 14 miliardi di euro in un decennio, tra perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne.