Si è concluso con un omaggio musicale all’Italia il calendario annuale degli eventi organizzato dalla Leonardo Da Vinci Society, una delle storiche organizzazioni italo-americane a San Francisco.
Ospite speciale per questa edizione della Festa di Natale e di fine anno, organizzata nell’elegante sede del Century Club of California, la pianista italiana Laura Magnani invitata dalla Presidente dell’associazione Amelia Antonucci.
La pianista originaria di Spoleto ha eseguito brani tratti da “Années de pèlerinage, Deuxième Année: Italie” di Franz Liszt, accompagnata dalla lettura di brani interpretati dal marito e attore Lars Angeli.
Laura Magnani ha uno speciale legame con gli Stati Uniti, dove vive stabilmente da più di un anno, essendo stata invitata a esibirsi in molte occasioni allo Spoleto Festival USA a Charleston come ambasciatrice della sua città di origine.
L’Italo-Americano l’ha intervistata a margine della sua esibizione.
Come è nata l’idea del concerto che abbina musica e recitazione di “Sonetti” del Petrarca?
Da molto tempo pensavo a un programma da concerto completamente dedicato all’Italia. La Deuxième Année de Pèlerinage si addice perfettamente a questo. La musica è già meravigliosa, ma riferirsi ai testi poetici e alle immagini pittoriche che hanno ispirato la musica mi sembrava un lavoro ancora più completo. Avendo la fortuna di avere un attore in casa ho immaginato l’intera scena con Lars, il quale è stato molto contento di impersonare tutto ciò che non era musica, ma che aveva ispirato la musica. Io e Lars abbiamo lavorato molto insieme anche in passato, lui è cantante oltre che attore e abbiamo fatto molti concerti insieme. In Italia sono spesso stata la sua accompagnatrice nel repertorio americano e ora che siamo in America i ruoli si sono ribaltati, è stato lui ad accompagnare me in un progetto interamente italiano.
Questa era una delle prime idee che abbiamo avuto, con lui nella veste di attore e visto il risultato credo sarà la prima di una lunga serie. Infatti, al concerto della Leonardo abbiamo già ricevuto un ingaggio per un altro concerto ad aprile.
Raccontaci della tua esperienza con Il Festival dei Due Mondi di Spoleto e quello che si svolge a Charleston
Essere nata a Spoleto è stata per me probabilmente una delle condizioni che ha facilitato il mio amore per la musica e per l’arte in generale. Ancor più l’aver conosciuto personalmente Giancarlo Menotti e aver visto il suo operato di fronte ai miei occhi sin dall’infanzia. La figura di Menotti è stata per me come una musa ispiratrice, sia come musicista, sia come organizzatore, sia come uomo di cultura e di relazioni internazionali.
La sua determinazione, la sua capacità di relazionarsi con gli altri, di chiedere il sostegno delle istituzioni per realizzare un sogno che all’inizio era solo nella sua testa, di credere nell’impossibile, di sognare aldilà dell’apparenza delle cose, immaginando in maniera ambiziosa, per poi realizzare un tempio dell’arte come è stato il Festival dei Due Mondi, tutto questo è stata una grandissima lezione per me e ha condizionato la mia vita e le mie scelte.
È stato un grande onore lavorare al suo fianco così come lo è stato essere invitata a Charleston a suonare più volte come ambasciatrice della città di Spoleto.
Lo stesso Festival Pianistico di Spoleto, da me diretto per oltre 15 anni, è nato come una germinazione del Grande Festival dei Due Mondi e ha da esso tratto ispirazione.
Cosa pensi della scena musicale a San Francisco?
Sono qui da un anno soltanto, ma ho già avuto modo di sperimentare in maniera molto densa la realtà musicale di San Francisco e della Bay Area, in particolare Berkeley. Sono rimasta molto colpita dall’importanza che viene data alla musica classica e sono impressionata dalla fitta rete di associazioni e organizzazioni di musicisti e di amanti della musica che sostengono i concerti e le attività musicali. Ho fatto moltissimi concerti quest’anno e ho anche insegnato molto. In ognuna delle mie occasioni di contatto con questo nuovo ambiente ho sperimentato un grande apprezzamento e un grande calore da parte sia del pubblico che degli allievi. Ho avuto la fortuna di incontrare amici e amiche che mi hanno dato numerose opportunità di condividere la mia musica, e di questo sono molto lusingata.
Come fruitore di musica, mi ritengo privilegiata dall’avere l’opportunità di assistere a concerti splendidi, unici.
Le Produzioni della Symphony e dell’Opera House sono di altissimo livello, e la realtà pullula di eventi musicali in ogni angolo. Amo moltissimo tutte le forme di eccellenza dell’arte, uno degli highlights è stato di recente il concerto di Stevie Wonder a Oakland!
Quali sono i tuoi futuri progetti nella Bay Area?
Nei miei progetti per il futuro c’è quello di partecipare in maniera sempre più attiva alla vita musicale della Bay Area continuando a coltivare le relazioni con i molti musicisti e amici che ho già avuto modo di incontrare. Il mio sogno è quello di portare il Festival pianistico di Spoleto (che considero con orgoglio una creatura mia e del mio grande amico pianista italiano Egidio Flamini) a San Francisco, dando il via a una serie di concerti dedicati al pianoforte e alla musica da camera, che veda sulla scena artisti non soltanto americani, ma anche italiani ed europei.
A questo proposito sto già lavorando per sensibilizzare le istituzioni locali, in particolare l’Istituto di Cultura italiana a San Francisco.