Gli scambi commerciali italiani con l’Unione Europea hanno evidenziato un andamento incessantemente migliorativo all’interno dell’UE, con risultati che mostrano dall’analisi dei dati del periodo tra gennaio ed ottobre, l’aumento dell’export del 7,1% rispetto a quelli di gennaio – ottobre 2016 e il saldo dei primi dieci mesi dell’anno in attivo per 9 miliardi di euro (sia pure in diminuzione rispetto all’anno precedente).
“A ottobre, ancora una volta, le vendite italiane a livello UE e nei paesi extra-UE, confrontate con i primi dieci mesi del 2016, hanno realizzato performance decisamente favorevoli”, ha dichiarato il Sottosegretario allo Sviluppo Economico, Ivan Scalfarotto, commentando i dati Istat.
Anche nel mondo, gli acquisti di prodotti italiani tornano a crescere: per quanto riguarda le esportazioni, l’analisi evidenzia, per il sesto mese di seguito, una dinamica favorevole – sia su base tendenziale che su periodi più lunghi: durante i primi dieci mesi di quest’anno si è assistito, da un lato ad un significativo aumento delle vendite (+7,7%), e ad un ancor più rilevante incremento degli acquisti (+9,6%). rispetto al periodo gennaio – ottobre 2016: come avvenuto sempre dal 2012 il saldo commerciale italiano è risultato ancora una volta in attivo (di ben 37,3 miliardi di euro).
“Se paragonata agli analoghi periodi degli anni precedenti, la bilancia commerciale ha conosciuto il secondo più elevato avanzo di sempre, appena dopo quello che abbiamo conseguito nel 2016” ha sottolineato Scalfarotto.
Dal punto di vista settoriale nell’area extra UE, durante i primi dieci mesi del 2017 in tutti i principali comparti del Made in Italy si sono conseguiti degli aumenti sui mercati internazionali: incrementi delle vendite degli autoveicoli (+13,6%), della chimica – farmaceutica (+11,1%), dell’alimentare (+7,6%), dell’automazione meccanica (+6,3%) e della moda (poco meno del 5%).
“Vanno citati gli incrementi ben oltre il 10% in alcuni settori come automotive, chimico e farmaceutico e in alcuni paesi come Cina e Russia – ambedue oltre il 20% – ma anche in America Latina” ha continuato il Sottosegretario allo Sviluppo Economico “senza contare un altro emergente come l’India e due mercati maturi come gli USA e il Giappone, tutte aree dove abbiamo sfiorato la doppia cifra”.
Infatti, per quanto concerne il nostro export sui mercati mondiali si sono conosciute variazioni positive quasi ovunque, con performance particolarmente favorevoli in Asia, grazie agli ottimi risultati ottenuti in Cina (+24,2%), Giappone (+8,7%) e India (+8,9%), in America centro meridionale (+12%), in Africa nell’area sub – sahariana (circa +11%), in Russia (+22,1%) e, come ormai accade dal 2010, negli Stati Uniti (+9,6%).
“A livello internazionale l’interscambio commerciale dell’Italia sta dando dunque grandi soddisfazioni al Governo, che ha messo in questi anni sul piatto della bilancia il più grande sforzo finanziario di sempre per la promozione del Made in Italy e per aiutare le nostre imprese tramite il Piano Straordinario” chiosa il Sottosegretario “abbiamo puntato sulle aree e sui settori giusti per spingere le nostre imprese, che ringrazio, a dare il meglio sui mercati internazionali”
Il totale dell’interscambio commerciale italiano è di 703,8 miliardi di euro (+8,6% rispetto a gennaio – ottobre 2016) e quello dell’export dell’Italia pari a 370,6 miliardi di euro.
“Adesso i nuovi trattati commerciali, come il CETA, o quello appena firmato col Giappone o ancora quello quasi raggiunto nelle trattative Ue-Mercosur ci daranno ulteriore accesso a grandi mercati e dunque confido di potere aumentare questi risultati già molto lusinghieri: se l’esito della Conferenza del WTO a Buenos Aires dei giorni scorsi, dove ho guidato la delegazione italiana, è deludente per tutti, il nostro commercio va potenziato con nuovi accordi di libero scambio specie su mercati molto chiusi come quelli sudamericani e a tal proposito voglio confermare la validità del lavoro svolto con i paesi del Mercosur, che sta per arrivare alla conclusione” ha concluso Scalfarotto. “Spero potremo raggiungere un’intesa da un punto di vista politico già nelle prime settimane di gennaio”.