It all starts with simple materials, like paper and chalk, or whatever else Mother Nature can offer, like leaves or flowers. Then comes pure creativity, the ability of making Beauty appear from almost nothing: an eternal wonder to our eyes. Then, at last, comes the emotion of seeing it all created, of witnessing the intense, magical moment when art is shaped. In this synthesis, we discover one of the most beautiful forms of Italian art: in it, a spark of creativity that, because of its own very nature, is pure, intense, but short-lived. It is the same spark that created eternal masterpieces like Michelangelo’s Pietà or Botticelli’s Primavera. But fleeting. An intense instant of poetry that vanishes very quickly: chalk dissolves, flowers wither, their scent fades away. Everything disappears.
But the angel-like face that stared into us from the ground is etched in our memory and our heart. We stood there, in the middle of the street, wide-eyed, with our head bent to enjoy the best perspective, enchanted by delicate expressions, intense colors and artistic portraits.
Have you ever fallen in love with the work of a Madonnaro? Have you ever felt, while looking at their work, just like the children in Mary Poppins, when they jumped into the beautiful park drawn by Bert the chimney sweeper, just before the storm came? And what about the infiorate of Genzano, Spello and Noto? From Lazio and Umbria to Sicily, in the months of May and June, dozens of artists transform villages in beautiful flower carpets under the sky. A tradition born in Baroque Italy, but still very much loved today. In Arborea, Sardinia, on the day of Corpus Domini, the local church and the main square are covered by a soft cloud of petals, in a tradition that brings together culture, art and religion. It isn’t a simple Festadi Primavera, it is the surprise one experiences when looking at these soft, multicolored paintings – a true explosion of hues and shades—which are, first and foremost, collective celebrations, made by people for people.
Regardless of the final product, it is impossible not to be mesmerized, or better, feel suspended, when observing an artist at work: we stand still, in silence, and look at things coming into shape. Unless we’re just as talented, it’s impossible to replicate the perfection emerging from their quick, precise strokes, strokes that create magic from nothing. Contrarily to paintings or sculptures, though, which we have time to admire, observe and study, even millennia after their creation, we deal here with art as ephemeral as the wind, but alive with intense emotions. Just like a journey or a fortuitous encounter, just like meeting the eyes of a stranger in the street: quick moments that create long lasting memories.
Today, the best holidays are described as “sensorial experiences.” The trendiest tour operators speak about “experiential tourism,” but whoever loves traveling always knew it: it’s the moment you get to Le Cinque Terre and look at the enchanted bay of Portofino; it’s when you stand on Sorrento’s terrace and the immensity of the sea is all there in front of you; it’s when you walk at night under a blanket of stars with an ice cream in your hands. More than any souvenir, it’s these hypnotic emotions, these brief moments of wonder you’ll bring home with you.
Along with its many crafts and its creative wealth, Italy also has some artistic forms wrongly considered inferior to others. When you think about it, it’s impossible to belittle the talent of a Roman engraver who makes metal light and airy; the ability of a glass maker in Murano who, blowing into a hot bubble, gives life to delicate, sinuous objects; or the art of a craftsman who can make incredible floats — like those we see in Viareggio, Putignano, Acireale and Ceggia — from simple strips of paper.
But, within the apparent simplicity of these artefacts, you won’t only find craftsmanship, artistic talent, tradition and intergenerational knowledge. Rather, you’ll find the union of spirituality, folklore and community spirit, because these objects and works of art are filled with the feelings and emotions of entire villages and cities. It’s impossible, therefore, to say that Palermo’s Carro di Santa Rosalia, whose story began in 1686, is just made of paper and wood, because in it you’ll find –yes — the ability of the artist and the craftsman, but also the genius loci, that is, the soul of the place and of its people.
When you’ll be lucky enough to be there, at the feet of the three Cime di Lavaredo, in Alto Adige, the beauty of the Dolomites will erase anything you saw before, and the same will happen when you’re in front of the cathedral of Noto, under the blinding sun of Sicily. You’ll feel the same when you witness the creation of a multicolored flower painting during an infiorata, or a simple street corner turning into a celestial image with the help of only a few chalks. Yes, you’ll be besotted by the visionary eyes of a Madonnaro at work. With them, you’ll see Beauty being born. Without a doubt, you’ll take a selfie beside their work. But there’ll be even more poetry in the rain that, soon, will wash everything away. Because it’ll make you understand how lucky you were to be there in the first place. And you’ll always keep the experience, its scent, its magic in your heart.
Alla base ci sono materiali poveri come carta e gesso o quel che offre madre natura come foglie e petali. In mezzo c’è il talento creativo puro, quello che dal nulla riesce a far emergere la bellezza, a sorprendere con poco e a stupire moltissimo. Alla fine c’è l’emozione di averlo visto con i propri occhi, di aver condiviso l’attimo intenso in cui tutto prendeva forma, di aver vissuto il momento magico. E’ in questa sintesi che si annida una delle forme più belle dell’arte perché in sé conservano la scintilla creativa che, proprio perché scintilla, è luce pura e intensa ma brevissima. La stessa che ha prodotto capolavori eterni come La Pietà di Michelangelo o La Primavera di Botticelli. Ma fugace. Un attimo intenso di poesia che svanisce molto rapidamente: il gesso vola via, i petali appassiscono, il loro profumo evapora. Scompare tutto.
Eppure nel cuore, negli occhi, inciso nella memoria avete ancora quel viso angelico che vi osserva dall’asfalto mentre lì in piedi, in mezzo alla strada, stavate con gli occhi sgranati e la testa piegata a cercare la giusta prospettiva per ammirare rapiti espressioni soavi, colori intensi e ritratti d’artista.
Vi è mai successo di rimanere incantati davanti al volto tracciato per terra da un Madonnaro? Guardando i suoi quadri pavimentali non vi è capitato di sentirvi come i due bambini di Mary Poppins che si tuffano nel parco disegnato dallo spazzacamino Bert, prima dell’arrivo del temporale? Oppure vi siete mai lasciati sorprendere da un’Infiorata a Genzano, a Spello o a Noto? Dal Lazio, all’Umbria, alla Sicilia, tra maggio e giugno, decine di artisti trasformano tantissimi paesi in tappeti di fiori a cielo aperto. Una tradizione di origini barocche, molto sentita e partecipata ancora oggi. Ad Arborea, in Sardegna, in occasione della ricorrenza religiosa del Corpus Domini, la chiesa e la piazza sono stati ricoperti da nuvole di petali secondo una tradizione che unisce cultura, arte e religione. Non solo una festa di Primavera ma la sorpresa di trovarsi davanti a tappeti variopinti in un’esplosione di colori, che sono soprattutto grandi feste corali. Fatte dalla gente, per la gente.
Quando si osserva un artista creare, qualunque sia il prodotto finale, è difficile non rimanere incantati o meglio sospesi: fermi, in silenzio, ad ammirare le cose prendere forma. Se non si è dotati di analogo talento, difficilmente, anche dopo molti tentativi, si riuscirà a riprodurre quella perfezione visiva che in pochi istanti, con tratti rapidi e precisi, riesce a creare dal nulla la magia. Tuttavia, a differenza di un dipinto o di una scultura, che ci danno tempo di ammirarli, osservarli, studiarli, carpirne ogni segreto persino a distanza di millenni, ci sono oggetti artistici fugaci come il vento, che però vivono di emozioni intense. Un po’ come i viaggi, gli incontri, gli sguardi che si incrociano per strada. Pochi attimi capaci di lasciare ricordi duraturi.
Nei cataloghi di oggi le migliori vacanze vengono descritte come esperienze sensoriali. I tour operator alla moda parlano di turismo esperienziale ma in fondo chi viaggia davvero lo ha sempre saputo: quando arrivi alle Cinque Terre e ammiri la baia incantata di Portofino o sei sulla terrazza di Sorrento e davanti hai la vastità del mare, il profumo della notte e una coperta di stelle che ti scalda mentre passeggi con un gelato in mano, è l’emozione che ti ha ipnotizzato che riporterai a casa. Più di qualsiasi souvenir, ti porterai dentro quell’attimo di incanto.
L’Italia, tra le sue affascinanti botteghe artigiane e la sua ricchezza espressiva, ha alcune forme creative ingiustamente considerate minori. In fondo è davvero difficile sminuire il talento di un cesellatore romano che riesce a rendere leggero e vaporoso il metallo, l’abilità di un vetraio di Murano che soffiando in una bolla rovente anima sinuosi e delicatissimi oggetti, o la maestria di cartapestaio che da strisce di carta straccia tira fuori giganteschi carri che a carnevale sfilano per le strade di Viareggio, Putignano, Acireale o Ceggia, in una tradizione diffusissima da Nord a Sud.
Ma attenzione: dentro l’apparente semplicità di questi manufatti non si raccolgono solo abilità artigiane, talento artistico, tradizioni e passaggi di consegna intergenerazionali. C’è piuttosto un condensato di spiritualità, folklore e senso di comunità se è vero che questi oggetti si caricano del sentire di interi paesi e città. Impossibile cioè dire che il famoso carro di Santa Rosalia di Palermo, che ha una storia che risale al 1686, sia fatto solo di legno e cartapesta. Dentro c’è sì la magia dell’arte ma anche il genius loci, lo spirito di un luogo e delle sue genti.
Ecco, quando avrete la fortuna di essere lì, ai piedi delle tre Cime di Lavaredo in Alto Adige sentirete il fascino delle Dolomiti cancellare tutto quello che avete alle spalle così come quando ammirerete l’imponente cattedrale di Noto sotto il sole accecante della Sicilia. Avrete la stessa sensazione se vedrete nascere sotto i vostri occhi il dipinto multicolore di un’Infiorata o un angolo di strada trasformarsi in un volto celestiale a colpi di gessetti colorati. Sì, non potrete che essere rapiti dagli occhi visionari del Madonnaro che dipinge per voi. Vedrete con lui nascere la bellezza. Sicuramente vi farete un selfie accanto alla sua opera mozzafiato ma sarà sicuramente più poetico l’acquazzone che di lì a poco cancellerà tutto. Vi farà capire che per fortuna eravate lì: lo avevate visto all’opera, avevate vissuto l’esperienza e ne potrete conservare il profumo, l’attimo di magia.
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