Sardinia, Corsica and Central Italy from Space (Courtesy of NASA, Axiom Space and Italian Air Force)

The appeal of space is undeniable, and it’s no wonder that becoming an astronaut is among the dreams of many children. While only a select few will realize this dream, after years of rigorous study, intense preparation, and a dose of valor, the broader community benefits from the fruits of research conducted in orbit or beyond our planet’s gaseous envelope. The Space Economy, a relatively recent branch of technological development, holds vast, yet largely unexplored, potential similar to the universe that surrounds us. From discoveries that lead to new medicines and high-tech materials to hyper-intelligent algorithms and ultra-precise components, from studies on nanoparticles for environmental control and pollution monitoring to 3D printing, the applications are vast. Much of the research initiated for space has evolved into products and services we use daily, and many terrestrial developments have had impacts on space endeavors. The conflict in Ukraine, for instance, highlighted the critical role of satellite services, particularly in communications and Earth observation. In this rapidly evolving and futuristic sector, technological innovation and industrial prowess are key, increasingly shaping our nation’s commercial, industrial, and even institutional and diplomatic stance. Italy has long stood on the global stage of space excellence, from the earliest international missions. Our technology, industrial strength, and research prowess have consistently placed us at the forefront.

This very sentiment was eloquently expressed by Teodoro Valente, President of the Italian Space Agency, who welcomed back  the team from the latest mission that propelled Italy into space with Colonel Villadei: “The Ax-3 mission underscores the significance and role of Italy’s space industry. It also reaffirms, if ever there was a doubt, our nation’s ability to collaborate and pioneer in a sector that demands technological ingenuity. This mission not only strengthens our longstanding partnership with the Air Force but also invites new key players to contribute to the burgeoning New Space Economy. We take pride in this approach, embodying a strategic vision for the long haul, poised to bring widespread benefits to our country.”

Italy’s enduring involvement in international space programs enables the country to achieve significant advancements in the development of increasingly sophisticated technologies. On one hand, this participation allows for conducting experiments in microgravity conditions that are revolutionizing studies in biology, biotechnology, physiology, and medicine. On the other, it also facilitates progress in the design and construction of lunar infrastructures for future missions, the development of sensors and scientific instruments (like those used in the Cassini-Huygens mission to study distant Saturn and its ring system), and the construction of satellites and radar systems, areas in which we are now industry leaders in geo-information.

The Space Economy is vast and includes a great number of stakeholders. It involves everything from national tech clusters and ten technological districts to research centers and around seventy universities, all the way to hundreds of enterprises, both large and small. Very importantly, its impact on employment is profound, with the industrial sector alone providing jobs for over 7,000 individuals and generating an annual turnover of about two billion euros. Valente elaborates, “Italy has consistently been a key player on the International Space Station, producing roughly 50% of its pressurized modules. Thanks to a 1997 Memorandum of Understanding with NASA, we’ve secured ongoing access to the ISS for experimental activities and astronaut missions. Our space sector’s investment, exceeding 3 billion euros, ranks Italy as the third-largest contributor to the European Space Agency (ESA), just behind France and Germany.” 

This underscores the notion that space is not a remote concept for Italy but a market that creates not only economic prosperity but also cultural and scientific enrichment, providing valuable expertise to fuel the nation’s long-term growth.

Lo Spazio ha un fascino tutto suo e non è un caso che tra i sogni di tanti bambini ci sia proprio quello di diventare astronauta. Se per pochissimi eletti c’è davvero questa possibilità, dopo anni di studio e dura preparazione ma anche una grande dose di coraggio, per moltissimi c’è la condivisione dei benefici della ricerca portata in orbita dagli astronauti o servita per andare oltre la sottile striscia di gas che compongono l’atmosfera terrestre. La Space Economy è una branca dello sviluppo tecnologico piuttosto recente ma dalle potenzialità gigantesche, molte ancora inesplorate esattamente come l’universo che ci circonda. Dalle scoperte utili a produrre nuove medicine ai materiali hi-tech, dagli algoritmi iperintelligenti alla componentistica di altissima precisione, dagli studi sulle nanoparticelle per il controllo ambientale e il monitoraggio dell’inquinamento alla stampa 3D, le applicazioni sono numerosissime. Tanta ricerca nata per lo Spazio si è poi evoluta in prodotti e servizi di uso quotidiano, ma anche tante situazioni molto terrestri hanno avuto ricadute spaziali. Lo stesso conflitto in Ucraina, ad esempio, ha finito per evidenziare il ruolo dei servizi satellitari specialmente di comunicazione e osservazione terrestre. Gli aspetti tecnologici, dell’innovazione ed industriali giocano un ruolo fondamentale in questo settore produttivo altamente dinamico e futuristico che si rivela sempre più determinante per il posizionamento commerciale, industriale, persino istituzionale e diplomatico del nostro Paese. Ma per l’Italia, lo Spazio è un palcoscenico di eccellenza sin dalle primissime missioni internazionali: tecnologie, industria, ricerca ci hanno sempre visto competere ad alto livello. 

Lo ha detto meglio il presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana, Teodoro Valente, al “Welcome back” dopo l’ultima missione che ha portato l’Italia nello Spazio con il colonnello Villadei: “La missione Ax-3 è la testimonianza del ruolo e dell’importanza del Made in Italy dello spazio. È, inoltre, la conferma, se ce ne fosse stata la necessità, della capacità del Paese di fare sistema e di essere all’avanguardia in un settore tecnologicamente sfidante. La collaborazione storica con l’Aeronautica Militare si rafforza in questa missione, che è anche l’occasione per aprire il nostro settore sempre più al coinvolgimento di nuovi attori importanti per lo sviluppo della New Space Economy. Con orgoglio possiamo dire che questo approccio corrisponde a una visione strategica di lungo periodo, che porterà benefici a tutto il Paese”.

Anche la duratura partecipazione italiana a programmi spaziali internazionali permette al Paese di conseguire importanti risultati nello sviluppo di tecnologie sempre più avanzate. Da un lato è così possibile portare avanti esperimenti in condizioni di microgravità che stanno modificando gli studi di biologia, biotecnologia, fisiologia e medicina e, dall’altro, si progredisce nella progettazione e costruzione di infrastrutture lunari in vista delle prossime missioni, nella realizzazione di sensoristica e strumentazione scientifica (come quella impiegata durante la missione Cassini-Huygens che studiò il lontanissimo Saturno e il suo sistema di anelli) o nella costruzione di satelliti e sistemi di radaristica per cui oggi siamo leader nel settore della geo-informazione. 

La Space economy non solo ha una moltitudine di attori, dal cluster tecnologico nazionale ai dieci distretti tecnologici, dai centri di ricerca e da una settantina di università a centinaia di grandi e piccole imprese. Ha soprattutto un grande impatto occupazionale se il solo comparto industriale è in grado di impiegare oltre 7.000 persone e generare un volume di affari di circa due miliardi di euro l’anno. “L’Italia – ha continuato Valente – ha sempre svolto un ruolo primario a bordo della Stazione Spaziale Internazionale: circa il 50% dei moduli pressurizzati sono stati costruiti nel nostro Paese e come Agenzia siamo presenti in modo permanente sulla Stazione, in virtù del Memorandum of Understanding siglato con la Nasa nel 1997, a fronte del quale abbiamo avuto come Paese l’opportunità di volo per gli astronauti e accesso alla Iss per attività di carattere sperimentale. Gli investimenti del Paese nel comparto spaziale parlano da soli. Con poco più di 3 miliardi di euro l’Italia è il terzo paese contributore per le attività dell’Esa, l’Agenzia spaziale europea, dietro Francia e Germania”. Questo per dire che lo Spazio davvero non è qualcosa di lontano e irraggiungibile per l’Italia ma è un mercato che genera grande ricchezza non soltanto economica ma soprattutto culturale e scientifica, un know how importante che sostiene lo sviluppo a lungo termine del Paese.

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