Quality paper and its watermarks at the Mueo della Carta in Fabriano (Photo: Laudibi/Dreamstime)

You know that faint image or pattern that appears when you hold an expensive sheet of paper up to the light? That’s a watermark, a centuries-old invention that started in Italy. Originally a way for papermakers to brand their work, it evolved into a crucial tool for authentication, security, and even digital copyright protection.

The watermark, which is embedded in paper to indicate authenticity and quality, has its origins in medieval Italy. Developed by papermakers in Fabriano, a town in the region of Le Marche, around the 13th century, watermarks were initially used as a form of branding. Fabriano was a leading center for paper production, and its artisans pioneered the technique of pressing a thin wire design into wet paper pulp, creating a translucent pattern that became visible when held against light. These early watermarks were simple symbols or initials, used to identify the workshop where the paper was made; the innovation, however, played a crucial role in distinguishing high-quality paper, which was becoming an essential medium for commerce, government, and intellectual pursuits.

A watermark of Leonardo’s Vitruvian Man (Photo: Laudibi/Dreamstime)

By the 14th and 15th centuries, watermarking had spread across Europe, particularly to France, Germany, and the Netherlands, as papermaking techniques evolved. With the rise of printing in the 15th century, watermarks gained importance not only for branding but also for preventing counterfeiting. Governments and financial institutions soon adopted watermarks to secure official documents, banknotes, and legal papers. During the 18th and 19th centuries, watermarking technology advanced with the development of cylinder mould machines, which allowed for more intricate and precise designs. In the 20th century, watermarking expanded beyond paper, and became a key feature in passports, government documents, and even digital media: digital watermarks, developed in the late 20th and early 21st centuries, are now used to protect copyrights on images, videos, and audio files, embedding invisible codes that help track unauthorized use.

Today, watermarks remain a symbol of authenticity and security, which evolved from a medieval Italian innovation into a sophisticated tool used worldwide in finance, publishing, and digital protection.

Conosci quella debole immagine o motivo che appare quando tieni un costoso foglio di carta controluce? È una filigrana, un’invenzione secolare che ha avuto origine in Italia. Originariamente un modo per i cartai di marchiare il loro lavoro, si è evoluta in uno strumento cruciale per l’autenticazione, la sicurezza e persino la protezione del copyright digitale.

La filigrana, che è incorporata nella carta per indicare autenticità e qualità, ha le sue origini nell’Italia medievale. Sviluppate dai cartai di Fabriano, una città nella regione Marche, intorno al XIII secolo, le filigrane erano inizialmente utilizzate come una forma di marchio. Fabriano era un centro leader nella produzione della carta e i suoi artigiani furono pionieri nella tecnica della pressatura di un sottile disegno nella polpa della carta bagnata, che creava un motivo traslucido che diventava visibile se tenuto controluce. Queste prime filigrane erano semplici simboli o iniziali, utilizzate per identificare il laboratorio in cui veniva realizzata la carta; l’innovazione, tuttavia, ha avuto un ruolo cruciale nel contraddistinguere la carta di alta qualità, che stava diventando un mezzo essenziale per il commercio, il governo e le attività intellettuali. 

Fra il XIV e il XV secolo, la filigrana si era diffusa in tutta Europa, in particolare in Francia, Germania e Paesi Bassi, con l’evoluzione delle tecniche di fabbricazione della carta. Con l’avvento della stampa nel XV secolo, le filigrane hanno acquisito importanza non solo per il marchio, ma anche per prevenire la contraffazione. Governi e istituzioni finanziarie iniziarono presto ad adottare le filigrane per proteggere documenti ufficiali, banconote e documenti legali. Durante il XVIII e il XIX secolo, la tecnologia della filigrana avanzò con lo sviluppo di macchine a stampo cilindrico, che consentirono design più intricati e precisi. Nel XX secolo, la filigrana si è estesa oltre la carta, diventando una caratteristica fondamentale nei passaporti, nei documenti governativi e persino nei media digitali: le filigrane digitali, sviluppate tra la fine del XX e l’inizio del XXI secolo, sono ora utilizzate per proteggere i diritti d’autore su immagini, video e file audio, incorporando codici invisibili che aiutano a tracciare l’uso non autorizzato. Oggi, le filigrane rimangono un simbolo di autenticità e sicurezza, che si è evoluto da un’innovazione medievale italiana a uno strumento sofisticato utilizzato in tutto il mondo nella finanza, nell’editoria e nella protezione digitale.

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