Chocolate eggs are a must at Easter (Photo: Amarosy/Dreamstime)

Easter wouldn’t be Easter in Italy without chocolate eggs: yes, I know they are quite popular in other parts of the world, like Ireland and the UK, for instance, but we think that in Italy the art of chocolate egg making and exchanging reaches its peak!

Gifting eggs – real ones – was a common propitiatory gesture in ancient times, when the egg was considered a symbol of fertility, wealth, and renaissance. The Persians, the Egyptians, the Greeks, and the Romans all embraced the habit; the Romans in particular would, during the winter, bury an egg painted in red wherever they planned to grow a crop, to ensure the soil would be fertile when spring came. 

With the coming of Christianity, and following a pattern typical of so many pagan festivities and traditions, the egg became a religious symbol. Far from being what we would today call “cultural appropriation,” early Christians quite simply brought into their new faith the customs and habits they knew and practiced earlier in life, allowing them to survive even longer. The egg was associated with the rebirth of Christ on Easter, His Resurrection and, therefore, the idea of eternal life. The habit of gifting eggs for Easter became a thing in the Middle Ages, especially in central Europe. In Germany, for instance, people would paint boiled eggs in colorful patterns, while royals would commission the creation of jeweled eggs, covered in precious stones and gold, that were given to important personalities as a gift from the King. 

But when, where, and why did we go from painted eggs and jeweled ones to the chocolate delicacies we love so much? History tells us that the modern chocolate egg was created in the 17th century in France by David Chaillou. However, the mind behind the change was his king, Louis XIV, who decided to use chocolate instead of gold and diamonds for the eggs to gift to his court: considering its size, it may have been too expensive a habit to maintain, even for the Sun King!

Artisanal Easter eggs (Photo: Izanbar/Dreamstime)

However, the world was to wait a tad longer to enjoy chocolate Easter eggs as we know them today, more precisely, until 1819 when François Louis Cailler invented a special machine to transform cocoa into a moldable chocolate paste, which could become literally anything you wanted, eggs included. It was, then, the British John Cadbury who made chocolate eggs empty, so that they could be filled with toys and little surprises, just like we love them in Italy. 

But the idea of putting a present into an Easter egg came to Russian goldsmith and jeweler Peter Carl Fabergé, to whom Tzar Alexander III commissioned an especially rich and luxurious jeweled egg for Tzarina Marija Fedorovna: it was made in gold, covered in precious stones and, inside of it, there was a jewel for the empress. It was the first Fabergé Egg. 

But what do we, normal people, get into our Easter eggs? Well, it depends! If you buy artisanal ones, you may get the chance to pick your present. Industrial ones usually have little trinkets and toys, while some may have small collectibles or costume jewelry. But considering that they are made largely for children, don’t expect anything a grown-up could wear! This should change, though, because more and more adults enjoy buying Easter eggs for family, friends, or even themselves: come on, chocolate makers, think of us adults, too, this year!

In Italia la Pasqua non sarebbe Pasqua senza le uova di cioccolato: sì, so che sono abbastanza popolari in altre parti del mondo, come l’Irlanda e il Regno Unito, per esempio, ma in Italia pensiamo che l’arte di fare e scambiare uova di cioccolato raggiunga il suo apice!

Regalare uova – quelle vere – era un gesto propiziatorio comune nei tempi antichi, quando l’uovo era considerato un simbolo di fertilità, ricchezza e rinascita. I Persiani, gli Egizi, i Greci e i Romani abbracciarono tutti questa abitudine; i Romani in particolare, durante l’inverno, seppellivano un uovo dipinto di rosso ovunque avessero intenzione di coltivare, per assicurarsi che il terreno fosse fertile all’arrivo della primavera.

Con l’avvento del Cristianesimo, e seguendo un modello tipico di tante feste e tradizioni pagane, l’uovo divenne un simbolo religioso. Lungi dall’essere ciò che oggi chiameremmo “appropriazione culturale”, i primi Cristiani portarono semplicemente nella loro nuova fede i costumi e le abitudini che conoscevano e praticavano in precedenza, permettendo loro di sopravvivere ancora più a lungo. L’uovo era associato alla rinascita di Cristo a Pasqua, alla sua risurrezione e, quindi, all’idea di vita eterna. L’abitudine di regalare uova per Pasqua divenne comune nel Medioevo, specialmente nell’Europa centrale. In Germania, per esempio, si dipingevano uova sode con motivi colorati, mentre i reali commissionavano la creazione di uova ingioiellate, ricoperte di pietre preziose e oro, che venivano regalate a personalità importanti come dono del re.

Ma quando, dove e perché siamo passati dalle uova dipinte e ingioiellate alle prelibatezze di cioccolato che amiamo tanto? La storia ci dice che il moderno uovo di cioccolato fu creato nel XVII secolo in Francia da David Chaillou. Tuttavia, la mente dietro il cambiamento fu il suo re, Luigi XIV, che decise di usare il cioccolato al posto dell’oro e dei diamanti per le uova da regalare alla sua corte: viste le dimensioni, forse era un’abitudine troppo costosa da mantenere anche per il Re Sole!

Tuttavia, il mondo doveva aspettare ancora un po’ per godere delle uova di Pasqua fatte di cioccolato come le conosciamo oggi, e più precisamente fino al 1819 quando François Louis Cailler inventò una macchina speciale per trasformare il cacao in una pasta di cioccolato modellabile, che poteva diventare letteralmente qualsiasi cosa si volesse, uova comprese. Fu, poi, l’inglese John Cadbury a rendere le uova di cioccolato vuote, in modo che potessero essere riempite di giocattoli e piccole sorprese, proprio come le amiamo noi in Italia.

Ma l’idea di mettere un regalo in un uovo di Pasqua venne all’orafo e gioielliere russo Peter Carl Fabergé, al quale lo zar Alessandro III commissionò un uovo-gioiello particolarmente ricco e lussuoso per la zarina Marija Fedorovna: era d’oro, coperto di pietre preziose e, al suo interno, c’era un gioiello per l’imperatrice. Era il primo uovo Fabergé.

Ma noi, persone normali, cosa ci mettiamo nelle nostre uova di Pasqua? Beh, dipende! Se compri quelle artigianali, puoi avere la possibilità di scegliere il regalo. Quelle industriali di solito hanno piccoli gingilli e giocattoli, mentre alcune possono avere piccoli oggetti da collezione o bigiotteria. Ma considerando che sono fatti in gran parte per i bambini, non aspettatevi niente che un adulto possa indossare! E’ una cosa che dovrebbe cambiare però, perché sempre più adulti si divertono a comprare uova di Pasqua per la famiglia, gli amici, o anche loro stessi: forza, cioccolatai, pensate anche a noi adulti, quest’anno!

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